venerdì 14 gennaio 2011

Sui muri di Sesto la stella a cinque punte

Comparse nella notte mercoledì e giovedì scritte di minaccia a Marchionne accompagnate al tristemente noto simbolo delle Brigate Rosse. Le forze dell'ordine non sono preocccupate: una bravata

Scritte di minaccia contro Marchionne a Sesto
Scritte di minaccia contro Marchionne a Sesto
Sesto San Giovanni, 14 gennaio 2011 – Il colore è rosso, il tratto indeciso e i simboli che li accompagnano sono noti a tutti. Sono scritte che non destano preoccupazione tra le forze dell’ordine ma che hanno comunque colpito cittadini e politici di Sesto San Giovanni, quelle apparse nella notte tra mercoledì e giovedì sui muri della città. «Marchione muori!» e «Marchione Crepa» le parole dipinte su un palazzo in via Giovanna D’Arco, davanti all’ingresso secondario del liceo Erasmo Da Rotterdam, e sulla ex Casa degli operai, in via Acciaierie.
Accanto alle scritte, simboli fin troppo noti in una città che ha vissuto sulla propria pelle gli anni di piombo: una stella a cinque punte cerchiata, la falce e il martello e la sigla Br-Pcc. In molti ieri mattina hanno segnalato il fatto alle forze dell’ordine, che sono intervenute immediatamente per verificare la natura delle scritte. Secondo gli inquirenti, che sono al lavoro per cercare di risalire all’autore, l’episodio non dovrebbe essere legato a una rivendicazione di stampo terroristico, ma a un semplice vandalismo.
A pensarlo sono anche gli «anziani» della città, coloro che hanno vissuto nelle fabbriche e nelle strade gli anni delle Brigate Rosse a Sesto San Giovanni. «I veri brigatisti non farebbero mai un errore così macroscopico» hanno commentato in molti ieri mattina guardando le scritte, dove il cognome dell’amministratore delegato del gruppo Fiat Sergio Marchionne è riportato con una sola “n”. Anche se cittadini e politici sestesi sono convinti che il fatto sia frutto di una bravata e non sia attribuibile a una vera rivendicazione, è sembrato a tutti singolare che le scritte siano apparse proprio nel giorno in cui si è aperto nell’azienda piemontese il tanto atteso referendum tra i lavoratori sull’accordo sottoscritto lo scorso 23 dicembre da diverse sigle sindacali esclusa la Fiom.
Quello che fa pensare, è che le scritte siano apparse proprio a Sesto San Giovanni, la ex Stalingrado d’Italia, la città delle fabbriche, ricordata per i tragici omicidi di Renato Briano, direttore centrale del personale della Ercole Marelli, e di Manfredo Mazzanti, direttore della Falck Unione, entrambi morti per mano delle Brigate Rosse, ricordati proprio qualche settimana fa con una serie di iniziative promosse dal comune di Sesto. Ma anche per aver dato i natali al brigatista Walter Alasia, che sempre a Sesto morì in uno scontro a fuoco con la polizia in cui caddero anche il maresciallo Sergio Bazzega e il vicequestore di Sesto San Giovanni Vittorio Padovani.
Le scritte apparse nella notte tra mercoledì e giovedì sembrano, però, non avere a che fare con la storia degli anni di piombo, come non sembrano essere legate con i fatti del 2007, quando al centro sociale «La Fucina» erano apparsi manifesti con scritte che, quella volta si, erano ricollegabili alle nuove Br e che fecero scattare una vasta operazione della polizia che portò all’arresto di una decina di presunti terroristi.
di Chiara Giaquinta

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