sabato 29 settembre 2012

Ospedale per amico il 29 settembre: al Buzzi di Milano giochi, merende e visite alla struttura per grandi e piccini

obm

Una vera festa per bambini e familiari all’ospedale dei bambini Vittore Buzzi di Milano, sabato 29 settembre dalle ore 10,  organizzata da OBM Onlus in collaborazione con la direzione Generale degli ICP (Istituti Clinici di Perfezionamento, da cui dipendono, oltre al Buzzi, Il Cto e gli ospedali di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo).
La fanfara del III Battaglione dei Carabinieri di Milano darà il benvenuto a tutti i bambini e alle loro famiglie, concludendo il concerto con l’inno d’Italia e l’arrivo della fiaccola olimpica.
La 9° edizione dell’evento sarà infatti tutta dedicata allo sport e al movimento: basket, tennistavolo, calcio, yoga, pilates e… tanta musica e balli, grazie alla presenza di MilanoSport, Olimpia Basket Milano,  il giornalista sportivo Tiziano Crudeli, Anna Galoppo con la scuola di danza Mad 4 Fun, Be One Club e Amadà.
Durante la giornata misteriosi maghi come il Mago CasanovaDavide Mago Monello e Mago Alberto con spettacoli diversi condurranno i bambini nel mondo fantastico della magia; ilGabibbo farà ridere e ballare tutti i presenti, regalando pillole di buonumore; Dario Ballantinistupirà i presenti con le sue infinite trasformazioni, mentre Max Laudadio giocherà con i bimbi… di tutte le età!
Per tutti sarà l’occasione per conoscere tutte le eccellenze del Buzzi, tra cui il nuovo Centro di Cura per la Sordità Infantile per il quale OBM ha attivato una raccolta fondi: il sogno è di poter curare tempestivamente tutti i bambini non udenti della Lombardia. Ogni anno ne nascono circa 100.
Spazio alle forze dell’ordine: la polizia locale di Milano con il percorso di educazione stradale Ghisalandia, la Guardia di Finanza con la dimostrazione dell’Unità Cinofila, la Divisione Militare della Croce Rossa Italiana con dimostrazione di tattiche militari e di mezzi e la Croce Rosa Celestre con momenti didattici dedicati ai più piccoli.
Fondamentale il contributo dell’Associazione Panificatori di Milano e di tutte le aziende che offriranno merende a tutti i presenti.
Per altre informazioni sull’Ospedale dei bambini: www.ospedaledeibambini.it o le pagine facebook www.facebook.com/OBMOnlus –www.facebook.com/UnOspedaleperAmico

Terremoto, i sindaci: “Non sono arrivati neanche i soldi raccolti via sms”


Di Annalisa Dall'Oca

Mesi di promesse. Il 20 maggio il presidente della Regione Vasco Errani parla di tempi rapidi per i fondi. Gli fa eco due giorni dopo Mario Monti, che però viene fischiato. Il 23 giugno è ancora governatore dell'Emilia Romagna che parla di tempi rapidissimi". La stessa cosa ha fatto due giorni fa. Ma i sindaci dei paesi colpiti dal sisma sono in rivolta: "Le chiese e le case non si ricostruiscono con le promesse"


Trasparenza, fondi in arrivo, tempestività. Le promesse formulate dal commissario Vasco Erraniormai non convincono più i sindaci emiliani, alle prese con la ricostruzione post terremoto. Nonostante il piano casa, avviato il 28 agosto con un’ordinanza firmata dal presidente della Regione Emilia Romagna, il patto per le aziende e la riapertura delle scuole in strutture temporanee, prevista per il mese di ottobre, i soldi non ci sono ancora. “Non abbiamo visto un euro”, spiega il sindaco di Finale EmiliaFernando Ferioli, “arriveranno” spera Rudi Accorsi, primo cittadino di San Possidonio. I 2,5 miliardi di euro stanziati dal governo, di cui 500 milioni previsti per il 2012, a quattro mesi dal terremoto non sono ancora arrivati, così come mancano all’appello i 15 milioni di euro raccolti con quegli sms solidali che, dal 29 maggio, gli italiani hanno generosamente versato, a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma. E le casse dei comuni si svuotano velocemente.

Le promesse, infatti, non ricostruiscono le case, le chiese, i monumenti andati perduti in pochi attimi a causa della furia della terra. E la tempestività, invece, con l’arrivo dell’inverno, sarebbe essenziale. Subito dopo la prima scossa di terremoto, quella del 20 maggio, in viale Aldo MoroErrani parla di “emergenza nazionale”, annunciando provvedimenti in “tempi rapidi”. Il 22 maggio anche il presidente del consiglio Mario Monti si reca in visita nelle zone terremotate per portare “la vicinanza del governo” alle migliaia di persone sfollate, a cui il sisma ha rubato la casa, il lavoro, la città e persino i propri cari. Viene fischiato, ciononostante riesce a promettere un intervento tempestivo da parte dello Stato. Due giorni dopo, anche il ministro ai Beni culturali Lorenzo Ornaghi a Finale Emilia annuncia “dobbiamo trovare le risorse per queste zone”, e dobbiamo farlo “entro brevissimo”. Ovviamente, ricorda in quell’occasione Errani, prima dei fondi è necessario quantificare i danni. Un calcolo reso più difficile da una seconda forte scossa di terremoto, quella del 29 maggio.
A giugno, le visite istituzionali continuano nelle zone terremotate dell’Emilia, là nella bassa traModena e Ferrara, così come la “conta dei danni” necessaria a calcolare quanto sarebbe costato ricostruire quei paesi fantasma, ridotti a mere ‘zone rosse’ transennate e sfollate, riprendono. E mentre i tecnici effettuano migliaia di sopralluoghi, i sindaci continuano a lanciare appelli allo Stato. Chiedendo, a loro volta, quella “tempestività” promessa dal commissario straordinario. “Nei prossimi giorni” risponde a più riprese Vasco Errani, “in tempi rapidissimi”, assicura il 23 giugno.
 Ma per ricevere il primo, vero stanziamento statale, promesso già dal 22 maggio, i comuni devono attendere luglio. Più di 40 giorni. I 50 milioni di euro provenienti dal Fondo della Protezione civile, comunque, finiscono quasi subito. Sarebbero dovuti bastare per almeno due mesi, 60 giorni in tutto, ma dopo 40 sono già esauriti. Tanto che i sindaci emiliani sono costretti a provvedere autonomamente a tutte le spese relative all’emergenza ancora da gestire, in attesa che il primo finanziamento effettivo, i 500 milioni di euro garantiti dal D.L 74/2012, prima tranche dei 2,5 miliardi approvati dal governo, arrivi. “Senza entrate – aveva raccontato Luisa Turci, sindaco di Novi di Modena – sono obbligata a chiedere anticipazioni di cassa. Certo, non sono a costo zero. Ma è l’unico modo per ottenere liquidità immediata”.
 Ma nemmeno i 15 milioni raccolti con gli sms solidali a luglio arrivano. “Trascorsi trenta giorni dall’ultima data utile per effettuare una donazione – promettono Errani e Franco Gabrielli, capo della Protezione civile – i gestori delle compagnie telefoniche consegneranno la somma alle istituzioni, si costituirà il comitato dei garanti e poi le risorse verranno distribuite”. Una procedura già stabilita che, garantisce il numero uno della protezione civile, sarà rapidissima. Ma a quattro mesi dal terremoto, quei soldi sembrano più lontani che mai. Almeno quanto i 500 milioni promessi dallo Stato, che, conferma il sindaco di San Possidonio, “non sono ancora arrivati”. E la famosa “fase due” di cui Errani ha parlato a più riprese, aspetta in un cassetto.
Incerti anche i tempi relativi a quella che, ad agosto, sembrava una buona notizia. “Abbiamo ottenuto un risultato molto importante per i nostri cittadini, un contributo fino a 6 miliardi per gli interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino delle abitazioni civili e dei macchinari e degli immobili ad uso produttivo – annuncia Errani -. Il provvedimento è stato approvato al Senato all’interno del decreto sulla spending review, e abbiamo la piena convinzione che sarà approvato anche dalla Camera”.
E poi ci sono i 670 milioni promessi dall’Unione Europea dopo la visita del commissario alla Politica regionale Johannes Hahn, per i quali Errani si è dichiarato altrettanto “soddisfatto”, che però dovrebbero arrivare solo a gennaio 2013.
L’unica certezza, per i comuni colpiti dal terremoto, a oggi, sono le promesse. “Ieri in Regione il commissario ci ha garantito che entro venerdì prossimo arriverà il primo contributo per l’autonoma sistemazione – spiega Accorsi – perché possa essere avviata la procedura amministrativa per la liquidazione ai cittadini”.
“Entro questa settimana – ha inoltre anticipato Errani, supportato dal prefetto Gabrielli – il Consiglio dei Ministri trasformerà il protocollo relativo a 500 milioni di euro previsti dal decreto sulla spending review, in norme legislative: quindi partirà, in modo trasparente e in relazione con le banche, l’azione di liquidazione degli stati di avanzamento per quei cittadini che abbiano iniziato le opere di riparazione delle proprie abitazioni”.
Una possibile spiegazione ai ritardi accumulati mese dopo mese la offre Maurizio Marchesini, presidente di Confindustria Emilia-Romagna. “Questo – ha detto durante una puntata di Mattino cinque, in onda su Canale5 – è un Paese un po’ particolare, che affronta in maniera molto organizzata l’emergenza, con ottime strutture e un grande volontariato, ma non abbiamo procedure per la ricostruzione. Tutte le volte che succede un evento di questa portata siamo daccapo, e anche stavolta abbiamo ricominciato da zero, in più con condizioni economiche molto pesanti”. 
Ma come hanno ripetuto più e più volte, da maggio, i sindaci emiliani che da soli, almeno per ora, devono ricostruire intere città, “serve liquidità”. “Speriamo che questa volta – commentano l’ennesima promessa del commissario i primi cittadini terremotati – i soldi arrivino davvero”. 


fonte: Il Fatto Quotidiano

venerdì 28 settembre 2012

Omega-3 dal pesce: non sono salutari. Moltissimi studi scientifici lo sostengono. Meglio quelli dei vegetali.


Sul blog del dott. Neal Barnard (www.pcrm.org), il presidente dell'associazione dei Medici per una Medicina Responsabile, è apparso pochi giorni fa un interessante commento che sottolinea come gli acidi grassi omega 3 provenienti dal pesce, cioè il DHA e l'EPA (omega-3 a lunga catena), frequentemente utilizzati come integratori sotto forma di capsule di olio di pesce, e che ricordiamo NON sono nutrienti essenziali , non siano nemmeno quel toccasana che molti ritengono, ma anzi, oltre a non essere utili, possono anche risultare dannosi.
Presentiamo il commento del dott. Barnard, con l'aggiunta di approfondimenti e ulteriori commenti a cura della dottoressa Luciana Baroni, presidente di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana.
Gli acidi grassi omega-3 del pesce sono correlati al rischio di cancro alla prostataGrazie a un nuovo studio pubblicato sull'American Journal of Epidemiology (Brasky, 2011), le persone ci penseranno ora due volte prima di assumere capsule di olio di pesce - o di mangiare pesce. Risulta infatti che gli uomini con maggiori livelli di ematici di DHA sono a maggior rischio di sviluppo di cancro alla prostata. I ricercatori hanno esaminato i 3.461 partecipanti al Prostate Cancer Prevention Trial, uno studio sulla prevenzione del cancro alla prostata, e hanno riscontrato come i soggetti con i più alti livelli di DHA nel sangue avessero una probabilità di sviluppare una forma aggressiva di cancro alla prostata di due volte e mezza superiore rispetto ai soggetti con i livelli ematici più bassi.
Gli acidi grassi omega-3 del pesce sono correlati al rischio di aritmie cardiache e non prevengono il cancroMolti studi recenti hanno dimostrato che le promesse pubblicitarie dell'olio di pesce non sono mai state mantenute. Nello specifico, non è di aiuto ai malati di cuore, non serve contro la malattia di Alzheimer, non previene la depressione, e, almeno fino ad ora, non rende i bambini più intelligenti.
Già nel 2005 uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA) evidenziava come, nonostante le supposte proprietà antiaritmiche dell'olio di pesce, in realtà la supplementazione con questo tipo di integratore poteva aumentare il rischio di aritmie cardiache in alcuni pazienti (Raitt, 2005). L'anno successivo, la stessa rivista pubblicava una rassegna sistematica di 38 studi scientifici che avevano valutato gli effetti del consumo degli acidi grassi omega-3 sul rischio di cancro, dalla quale emergeva che l'olio di pesce è inefficace nella prevenzione del cancro (MacLean, 2006).
Gli acidi grassi omega-3 del pesce non sono in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari
Nello stesso anno, compariva anche sul British Medical Journal una rassegna sistematica con le stesse finalità, che, in sintonia con la precedente, confermava non solo che non vi era evidenza di un effetto protettivo della supplementazione con integratori a base di omega-3 a lunga catena sul rischio di cancro, ma nemmeno che questi risultino in grado di ridurre la mortalità totale e gli eventi cardiovascolari (Hooper, 2006).
Gli acidi grassi omega-3 del pesce non risultano protettivi nei confronti dello sviluppo dell'insufficienza cardiacaStudi successivi confermavano poi l'assenza di un evidente benefico effetto di questi acidi grassi sulla salute cardiovascolare: nel 2009 l'analisi di oltre 5.000 soggetti nell'ambito del Rotterdam Study portava i ricercatori a concludere che l'assunzione di pesce o di integratori di EPA e DHA non risulti protettiva nei confronti dello sviluppo di insufficienza cardiaca (Dijkstra, 2009). Nel 2010 il New England Journal of Medicine riportava i risultati di uno studio condotto su poco meno di 5.000 pazienti che avevano già sofferto infarto miocardico, dal quale emergeva l'assenza di differenze significative nell'incidenza di nuovi eventi cardiovascolari tra coloro che consumavano integratori di omega-3 e il gruppo di controllo che aveva ricevuto un placebo, oltre alla terapia farmacologica standard (Kromhout, 2010).
Gli acidi grassi omega-3 del pesce correlati all'insorgenza del diabete di tipo 2Inoltre, a sorpresa, uno studio condotto dai ricercatori dell'Harvard School of Medicine ha trovato una correlazione tra assunzioni di pesce e di supplementi a base di acidi grassi omega-3 a lunga catena e il diabete di tipo 2.
Gli acidi grassi omega-3 del pesce correlati all'insorgenza del diabete mellitoSeguendo 195.204 adulti per un periodo di 14-18 anni, i ricercatori hanno evidenziato come ad un maggior consumo di pesce e integratori di acidi grassi omega-3 a lunga catena corrispondesse un maggiore il rischio di sviluppare il diabete mellito (Kaushik, 2009).
Gli acidi grassi omega-3 del pesce non migliorano le funzioni cerebrali negli anzianiNel frattempo, i produttori di olio di pesce hanno puntato tutte le loro speranze sulle funzioni cerebrali. Forse l'olio di pesce vi renderà più intelligenti, hanno pensato. Ma l'anno scorso, la ricerca in questo campo di applicazione ha distrutto anche questa speranza. A un gruppo di 867 anziani è stato assegnato, in modo casuale, un integratore di olio di pesce contenente elevate quantità di DHA ed EPA o un placebo (una pillola senza alcun supposto contenuto attivo) a base di olio di oliva. Dopo due anni, gli anziani che consumavano l'integratore di acidi grassi omega-3 a lunga catena non hanno mostrato alcun beneficio aggiuntivo, sulle funzioni cognitive, rispetto ai soggetti che assumevano l'olio di oliva (Dangour, 2010).
Gli acidi grassi omega-3 del pesce non migliorano lo sviluppo cognitivo dei nascituriUno studio successivo pubblicato sul JAMA ha confermato che i supplementi di omega-3 (in questo caso, DHA) non sono in grado di rallentare la progressione del declino mentale e dell'atrofia cerebrale nei malati di Alzheimer (Quinn, 2010). Né, dall'altro lato dello spettro dell'età, i neonati sembrano ottenere benefici. Infatti un altro studio pubblicato sempre su JAMA ha mostrato che il consumo di olio di pesce ricco di DHA delle donne in gravidanza non migliora il successivo sviluppo cognitivo dei nascituri nel corso dell'infanzia e nemmeno l'incidenza di depressione post-partum della madre (Makrides, 2010).
ConclusioniQuesti dati portano quindi a considerare l'olio di pesce come il falso elisir di lunga vita degli imbonitori del passato. La nuova, ennesima segnalazione che collega i livelli ematici di DHA al cancro alla prostata (Brasky, 2011) è un motivo in più per evitare il pesce e gli integratori di olio di pesce.
Gli acidi grassi omega-3 del pesce (DHA ed EPA) NON sono nutrienti essenziali. Il nostro organismo può infatti produrre gli acidi grassi omega-3 a lunga catena, cioè quelli presenti nel pesce, a partire dal loro precursore naturale, l'acido alfa-linolenico, l'unico acido grasso omega-3 essenziale, il quale deriva da fonte vegetale (semi di lino, noci, soia).
Questo meccanismo permette all'organismo di regolare le quantità di acidi grassi a catena più lunga, cioè DHA ed EPA, sulla base delle sue necessità, evitando quindi di doversi cimentare con elevate quantità di questi grassi che, come deriva da questo breve commento, risultano, se non dannosi per la salute, sicuramente inefficaci e comunque dannosi al portafoglio non solo dei consumatori ma anche del Sistema Sanitario Nazionale, dal momento che vengono forniti gratuitamente sotto forma di farmaco ad alcune categorie di pazienti.
Fonte:
Blog di Neal Barnard, Omega-3 Fatty Acids Linked to Prostate Cancer Risk, 27 aprile 2011 (con approfondimenti e commenti aggiuntivi di Luciana Baroni).
Reference degli studi citati:
Brasky TM, Till C, White E, et al. Serum phospholipid fatty acids and prostate cancer risk: results from the Prostate
Cancer Prevention Trial. Am J Epidemiol. Published ahead of print April 24, 2011. doi: 10.1093/aje/kwr027.
Raitt MH, Connor WE, Morris C, et al. Fish oil supplementation and risk of ventricular tachycardia and ventricular
fibrillation in patients with implantable defibrillators: a randomized controlled trial. JAMA. 2005;293:2884-2891.
MacLean CH, Newberry SJ, Mojica WA, et al. Effects of omega-3 fatty acids on cancer risk: a systematic review.
JAMA. 2005;295:403-415.
Hooper L, Thompson RL, Harrison RA, et al. Risks and benefits of omega-3 fats for mortality, cardiovascular
disease, and cancer: systematic review. BMJ. 2006;332:752-760.
Dijkstra SC, Brouwer IA, van Rooij FJA, Hofman A, Witteman JCM, Geleijnse JM. Intake of very long chain n-3 fatty
acids from fish and the incidence of heart failure: the Rotterdam Study. Eur J Heart Fail. 2009;11:922-928.
Kromhout D, Giltay EJ, Geleijnse JM. n-3 fatty acids and cardiovascular events after myocardial infarction. N Engl J
Med. 2010;363:2015-2026.
Kaushik M, Mozaffarian D, Spiegelman D, Manson JE, Willett WC, Hu FB. Long-chain omega-3 fatty acids, fish
intake, and the risk of type 2 diabetes mellitus. Am J Clin Nutr. 2009;90:613-620.
Dangour AD, Allen E, Elbourne D, et al. Effect of 2-y n3 long-chain polyunsaturated fatty acid supplementation on
cognitive function in older people: a randomized, double-blind, controlled trial. Am J Clin Nutr. 2010;91:1725-1732.
Quinn JF, Rama R, Thomas RG, et al. Docosahexaenoic acid supplementation and cognitive decline in Alzheimer
disease. JAMA. 2010;304:1903-1911.
Makrides M, Gibson RA, McPhee AJ, et al. Effect of DHA Supplementation During Pregnancy on Maternal
Depression and Neurodevelopment of Young Children. JAMA. 2010;304:1675-1683.
Fonte dell'articolo: www.scienzavegetariana.it

Grecia, ormai anche i poliziotti scioperano e fanno i cortei. Oggi la stangata di Samaras


Il giorno dopo lo sciopero generale che ha paralizzato il paese la Grecia già pensa al prossimo, che probabilmente si terrà ai primi di ottobre. Oggi a scendere in piazza sono addirittura i poliziotti. Nel giorno in cui il Governo darà la stoccata finale ai tagli portando l’età della pensione a 67 anni e martoriando gli stipendi dei dipendenti pubblici, sindacalisti e membri dell'Associazione dei Poliziotti dell'Attica, si sono trovati fuori dalle sedi dei tre partiti della maggioranza governativa - Nea Dimokratia (centro destra), Pasok (socialista) e Sinistra Democratica - per esprimere la loro rabbia nei confronti dei tagli agli stipendi e alle pensioni, previsti dal piano di austerita' messo a punto dal Governo in collaborazione con i creditori internazionali del Paese.
Samaras sta progettando un taglio di 13,5 miliardi di euro per il biennio 2013–2014, possibilmente prima della riunione dell'Eurogruppo, in calendario per l'8 ottobre prossimo. Le misure del pacchetto saranno al centro del vertice di maggioranza in programma per questa mattina. Secondo le prime anticipazioni di stampa, il pacchetto comporta, fra l'altro, l'abolizione della tredicesima e della quattordicesima mensilita' per gli impiegati statali, nuovi tagli alle pensioni al di sopra di 1.000 euro, innalzamento dell'eta' pensionabile ai 67 anni, dai 65 attuali, e la cassa integrazione per 15mila dipendenti statali per i prossimi due anni. Ad incrociare le braccia oggi e domani saranno anche i dipendenti del ministero delle Finanze. Syriza ha partecipato ieri al corteo che ha visto sfilare quasi 50mila persone. “La Grecia – ha dichiarato Alexis Tsipras, segretario del partito - non potrà essere trasformata in un enorme cimitero sociale".
Intanto, nella 'Troika' dei creditori internazionali della Grecia, costituita da Ue, Fmi, e Bce, è scontro sulle soluzioni per risolvere la crisi ellenica, con l'istituto di Washington che spinge per una ristrutturazione del debito detenuto dai paesi europei, mentre Bruxelles preferirebbe concedere ad Atene piu' tempo per applicare le misure di austerita' concordate in cambio degli aiuti.

Poesia di Filippo Tommaso Marinetti - Dominare -


Poesia di Filippo Tommaso Marinetti -
Dominare -

Dominare
straripare d'azzurro e di silenzio 2 minuti
strada scendere
scendere
scendere
scendere
scendere
salire
scendere scendere
pianerottolo d'un torrente
scendere ancora
ancora fuga dalle colline e vallate
subitaneo ottenebrarsi dei contrafforti dei Rodopi
a picco sotto i piedi dell' aviatore tra 2
chiarori di fiumi.

giovedì 27 settembre 2012

Breve storia del nome Italia in 30 punti


Estratto dal libro sul nome Italia.
Capitolo 3 – Breve storia del nome Italia in 30 punti
(gli argomenti sono espansi nel capitolo 6)

1 - Il nome Italia inizia ad essere usato nel sesto secolo avanti Cristo e si riferisce solo alla regione che oggi chiamiamo Calabria.
2 - Nel quinto secolo a.C. lo storico Antioco di Siracusa scrive un saggio sull'Italia, che comprende già tutte le regioni meridionali, e fa derivare il suo nome da un leggendario Re Italo.
3 - Nel terzo secolo avanti Cristo il nome Italia si è già esteso alle regioni del Centro e comprende così l'intera penisola, intesa nel senso geografico del termine.

Estensione del nome Italia
Immagine tratta da: “Italia fisica”, Touring Club Italiano, 1957

4 - Secondo alcuni autori Romani del secondo secolo avanti Cristo, il nome Italia comprende anche le regioni del nord. Le Alpi infatti sono le montagne più alte d'Europa e rendono l'Italia quasi un'isola rispetto al resto del continente.
5 - Intorno al 90 a.C. gli Italici coniano la prima moneta della storia su cui figuri il nome ITALIA, iscritto nei caratteri romani che usiamo ancora oggi. Nell'88 a.C. gli Italici ottengono la cittadinanza romana.

Prima moneta Italia

6 - Nell'81 a.C. Silla attribuisce al nome Italia un significato politico ufficiale, che comprende le regioni peninsulari e la Liguria.
7 - Nel 45 a.C. Giulio Cesare include nel territorio d'Italia le altre regioni del nord.
8 - Nel 27 a.C. l'imperatore Cesare Ottaviano Augusto suddivide l'Italia in 11 regioni (v. punto 99). Pochi anni dopo lo storico e geografo Strabone afferma: "tutti gli Italiani sono ormai Romani". Il resto dell'Impero Romano è suddiviso in province, che non hanno la cittadinanza romana. La Sicilia, la Sardegna e la Corsica per adesso rimangono ancora province esterne all'Italia. In quest'epoca Virgilio scrive l’Eneide, in cui celebra l’Italia e le origini di Roma (v. punto 181). Sopra l’attuale Principato di Monaco i Romani costruiscono il Trofeo della Turbia, dove si legge l'iscrizione: "Huc usque Italia, abhinc Gallia" (“Fin qui l'Italia, da qui la Gallia”).

Regioni di Augusto

9 - Nel 77 d.C. Plinio il Vecchio descrive l'Italia nel libro III della sua Naturalis Historia e afferma: "Questa è l'Italia sacra agli dei" (v. punto 183).
10 - Nell'anno 292 dopo Cristo viene formata la "Diocesi Italiciana", che comprende anche la Sicilia, la Sardegna e la Corsica.
11 - Nel quinto secolo d.C. l'Impero Romano collassa sotto le invasioni barbariche e si riduce alla sola Italia. Nel 476 d.C. Odoacre pone fine all'Impero e si dichiara Re d'Italia: inizia il Medio Evo. Nel 493 l'ostrogoto Teodorico destituisce Odoacre e diventa Re d'Italia al suo posto.
12 - Tra il 535 e il 553 Giustiniano, Imperatore Bizantino, riconquista l'Italia e afferma: "Italia non provincia sed Domina provinciarum" ("L'Italia non è una provincia ma è la Signora delle province").
13 - Nel 568 i Longobardi invadono gran parte dell'Italia, che così perde la sua unità territoriale e nei decenni successivi si ritrova spezzettata tra Bizantini (con capitale Ravenna) e Longobardi (con capitale Pavia). Rimangono possedimenti bizantini la Romagna, l'Istria, le Marche, la zona di Roma, gran parte del Sud, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica. Diventano Longobarde la maggior parte del nord (tranne la Romagna e l'Istria), la Toscana, il Ducato di Spoleto e il Ducato di Benevento (quest’ultimo comprende l'Abruzzo, la parte interna della Campania e la Lucania).
14 - Nell'800 Carlo Magno costituisce il Sacro Romano Impero, che comprende il Regno d'Italia. L'Impero però inizia presto a perdere territori: tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo il Sacro Romano Impero comprende solo la Germania con poche aree limitrofe e con l'Italia centro-settentrionale. Per giunta diverse città italiane rivendicano la loro autonomia: nascono così i Liberi Comuni e le Repubbliche Marinare. Nel 1176 la Lega Lombarda, formata da varie città del nord ed appoggiata dal Papa e dalla Sicilia, sconfigge temporaneamente l'imperatore Federico Barbarossa.
15 - Intorno al 1220 l'Imperatore Federico II di Svevia, nipote del Barbarossa, diventa Re d'Italia e di Sicilia. Alla sua corte di Palermo nasce la "Scuola Siciliana", che costituisce la prima scuola poetica della letteratura italiana. I poeti siciliani non scrivono in latino, che ormai pochi capiscono, bensì in "lingua volgare", quella del popolo (anche se molto ripulita). Il risultato è una lingua simile all'italiano attuale, che verrà ripresa dai poeti dello Stil Novo, tra cui Dante.
16 - Dante Alighieri si propone di definire un "volgare illustre" comune a tutte le regioni d'Italia, e per far questo estrae il meglio dagli autori che avevano scritto in volgare fino ad allora. Nel "De Vulgari Eloquentia" egli descrive le 14 principali parlate regionali d’Italia ed evidenzia le caratteristiche comuni su cui deve fondarsi l'unico "volgare illustre" (punti 40; 41; 156; 157). Nella "Divina Commedia" e in altri scritti Dante lascia in eredità un patrimonio vastissimo ed esemplare del "volgare illustre". Perciò il suo lavoro risulta completo sia da un punto di vista teorico che pratico e di fatto codifica la lingua italiana. In alcuni suoi scritti egli descrive anche la triste situazione in cui trova l’Italia nella sua epoca (v. punti 63 e 183).
17 - A partire dal 1300, il "volgare illustre" di Dante, cioè la lingua italiana, si diffonde sempre più, e intorno al 1500 inizia a sostituire il latino come lingua ufficiale dei vari Stati Italiani.
18 - Nel 1503 vi è la Disfida di Barletta: 13 cavalieri italiani sfidano 13 cavalieri francesi che avevano denigrato gli italiani. L'episodio è riportato da Guicciardini nella "Storia d'Italia" (1535-1539) ed è celebrato da Massimo D’Azeglio nel romanzo "Ettore Fieramosca da Capua" (1833) . La disfida si conclude con una schiacciante vittoria degli italiani (v. punti 124 e 125).
19 – L’arte italiana durante l'Umanesimo e il Rinascimento (e più in generale dal 1300 fin oltre il 1600) produce opere di bellezza ineguagliabile. Tra i colossi della pittura, della scultura e dell’architettura possiamo ricordare Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Palladio, Caravaggio, Bernini. Oggi l'Italia possiede il 60% del patrimonio artistico mondiale! Tutte le altre nazioni messe assieme (tra cui figurano nomi come Grecia, Egitto, India, Cina, Francia, Spagna...) posseggono il restante 40%. L’Italia è anche la nazione col maggior numero di luoghi dichiarati dall’UNESCO "Patrimonio dell'umanità", in totale 39, ma è seguita a ruota dalla Spagna, con 37. Tornando al Rinascimento, Leonardo fu anche matematico e ingegnere e dev’essere considerato il predecessore di Galileo Galilei, fondatore della scienza moderna. Tra i filosofi è inevitabile ricordare Giordano Bruno e Tommaso Campanella, la cui importanza risulta decisiva per la nascita della filosofia moderna. Il Rinascimento Italiano conta anche molti importanti matematici.
20 - Nei primi decenni del 1600 inizia un certo declino per l'Italia, che era stata per 15 secoli il faro della civiltà europea (v. punto 133). Altre nazioni invece progrediscono rapidamente verso alti livelli di civiltà e benessere (soprattutto Francia, Inghilterra, e Stati Germanici). Uno dei primi sintomi della decadenza si trova in una lettera che il filosofo Tommaso Campanella (Stilo, Calabria, 1568 - Parigi 1639) scrive nel 1592 al giovane Galileo Galilei (Pisa 1564 - Firenze 1642). Campanella commenta in questo modo il successo del modello astronomico del Polacco-Tedesco Copernico: "è gran vergogna che ci vincan le nazioni che noi avemo di selvagge fatte domestiche". Campanella sottolinea però che Copernico aveva studiato a Ferrara.
21 - Nonostante la decadenza culturale e civile dell'Italia, nel diciassettesimo secolo la lingua italiana si afferma come la lingua standard della musica. Ancora oggi la maggior parte dei termini utilizzati dai musicisti di tutto il mondo sono in italiano (malgrado l'incalzare della lingua inglese nella musica moderna). V. punti 54; 167; 168.
22 - Alla fine del '700 si manifestano i primi segni del Risorgimento Italiano. Nel 1797 a Reggio Emilia uno degli Stati satelliti creati in Italia da Napoleone, la Repubblica Cispadana, adotta la bandiera tricolore, che poi diventerà la bandiera d'Italia. Vengono considerati primi segni del Risorgimento Italiano anche la Repubblica Romana (1798) e la Repubblica Partenopea (1799).
23 - Nel 1802 Napoleone si proclama Presidente d’Italia, e poi Re nel 1805. Ma il suo Regno d'Italia comprende solo il Nord e dura pochi anni. Nel 1814 lo stesso Napoleone, prigioniero all'isola d'Elba, dichiarerà di voler riunificare l'Italia (v. punto 139).
24 - Nel 1814 Gioacchino Murat, Re di Napoli e cognato di Napoleone, nel "Proclama di Rimini” inneggia all'unificazione e all'indipendenza d'Italia (v. punti 140 e 141). Ma pochi mesi dopo, la Restaurazione ad opera del Congresso di Vienna riporta tutto come prima. Il ministro austriaco Metternich spegne le speranze dei patrioti italiani con un'affermazione che oggi viene spesso abbreviata in questi termini: "L'Italia è solo un'espressione geografica". In realtà l’affermazione originale di Metternich è più completa e meno drastica (v. punto 143).
25 - Per non dare un'impressione di parte, la nostra panoramica storica salterà gran parte del Risorgimento, che in senso stretto dura dal 1847 al 1870, ma in senso lato si può estendere dal 1797 al 1918. Dovremo comunque riportare alcuni fatti fondamentali e fare alcune precisazioni significative su alcuni fatti oggi spesso dimenticati (punti 25-28 e 145-148).
25 – Nel 1848 i milanesi si ribellano ai dominatori Austriaci e riescono a scacciarli dalla città (Cinque giornate di Milano). Subito dopo il Piemonte intraprende la prima guerra di Indipendenza contro l'Austria per liberare tutto il Lombardo-Veneto, ma gli Austriaci hanno il sopravvento e riconquistano anche Milano. Questa guerra rimane comunque un caposaldo del Risorgimento, sia per il coinvolgimento del popolo lombardo, sia perché vi partecipano volontari di altre regioni italiane, tra cui spiccano Toscana e Campania (v. punto 145).
26 - Nella seconda guerra di Indipendenza, combattuta nel 1859 contro l'Austria e col sostegno della Francia di Napoleone III, il Piemonte conquista la Lombardia e annette altre regioni del Centro-Nord. Nel 1860 la spedizione dei Mille, guidata da Garibaldi, conquista il Meridione d'Italia. Qualcuno oggi crede che i Mille fossero quasi tutti Settentrionali; in effetti vi erano moltissimi lombardi e veneti, ma erano rappresentate tutte le regioni d'Italia. I meridionali erano almeno duecento (v. punto 146).
27 - Nel 1861 a Torino viene proclamato il Regno d'Italia (che non comprende ancora Roma e le Venezie). Nel 1866, con la Terza Guerra d'Indipendenza, l'Italia conquista il Veneto (ma non Trento e Trieste). Quindi nel 1870 conquista Roma, che diventa Capitale d’Italia.
28 – Nei decenni successivi gli "irredenti" di Trento e Trieste, città rimaste sotto il dominio austriaco, aspirano al congiungimento con l'Italia. Questo porterà l'Italia ad entrare nella Prima Guerra Mondiale (1915) e a conquistare questi territori.
29 – Prima guerra mondiale: la data della vittoria è il 4 Novembre 1918. Oltre a Trieste e al Trentino, l'Italia ottiene il Carso e l'Istria, dove vivono delle minoranze Slave, e il cosiddetto Alto Adige, che in realtà è una provincia austriaca a tutti gli effetti, chiamata Sud-Tirolo: si tratta dell’attuale provincia di Bolzano (v. punto 149).
30 - In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 l'Italia subisce dei tagli territoriali, molto piccoli ad Ovest, a favore della Francia (Briga, Tenda e piccolissime altre zone), ma notevoli ad Est, a favore della Jugoslavia (Carso, Istria, Dalmazia). V. punto 150.

http://italia.onwww.net/italia/brevestorianomeitalia.htm


SPAGNA CHIAMA ITALIA In piazza contro i banksters

di Ernesto Ferrante
Le genti di Spagna, Grecia e Portogallo scendono in piazza per dire no alle manovre lacrime e sangue varate dagli sguatteri governativi al servizio dei Banksters.
Gli italiani invece continuano al massimo a frignare come bambini a cui è stato strappato dalle mani il giocattolino preferito. Si guardano ad occhi sgranati le immagini provenienti dalle maggiori città di quei lembi d’Europa sprezzantemente ribattezzati Pigs, come fossero cronache marziane. Il tirare a campare di marca italiota funge da callo e alle bastonate montiane si reagisce inarcando ancora di più la schiena, per riceverle meglio.
Eppure il baratro è a pochi passi, come il vicino della porta accanto. Basta dare un’occhiata anche rapidissima al Rapporto Svimez 2012, per rendersene conto. Se il Nord annaspa, il Sud è già ai rantoli, tra desertificazione industriale e segregazione occupazionale. I consumi non crescono da quattro anni, la disoccupazione reale supera il 25% e lavora meno di una giovane donna su quattro. Dal 2007 al 2011, l’industria meridionale ha perso 147 mila unità (-15,5%), il triplo del resto del Paese (-5,5%), e ha accelerato la fuga verso un Nord non più in salute di tanti giovani. Nel 2011 i pendolari di lungo raggio sono stati quasi 140 mila (+4,3%), dei quali 39mila in possesso di laurea. Ma non finisce qui. Per fine anno si dovrà prendere nota di altri disastrosi crolli: quelli del Pil (- 3,5%), dei consumi (-3,8%) e degli investimenti (-13,5%).
Di questo passo, ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio che separa il Mezzogiorno dal Settentrione. E la crisi assume i contorni del dramma in grandi regioni come la Campania che batte tutti nella corsa alla miseria con il Pil pro capite più basso (16.448 euro).
Il cappio al collo dei cittadini tartassati si stringe ogni giorno di più e la criminale frantumazione delle dorsali industriali di Campania, Puglia e Sicilia, sta facendo aprire voragini di disperazione in territori già lacerati socialmente anche per la forte presenza dei cartelli criminali. La gravità della situazione è cosa nota, ma la rabbia non riesce a tradursi in reazione ed il possibile fronte di lotta continua ad essere spaccato da chiese particolari e distinguo residuali. Non è guardando le istantanee delle proteste in casa altrui che si può cambiare il corso degli eventi. Le bacchette magiche non esistono. Occorre mettere in moto gambe e cervello, facendo rete, rompendo il cordone invisibile dell’ignavia e della rassegnazione. I Libertadores, diceva tale Ernesto Guevara de la Serna, detto el Che, non esistono. Sono i popoli che si liberano da sé. Come stanno provando a fare in Spagna, in Grecia, in Portogallo; come dovrebbe accadere anche da noi...

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=16981

Scandalo Chiesa tedesca: se non paghi niente sacramenti, nemmeno in caso di morte


In Germania la Chiesa, in seguito al crollo dei versamenti dell’8×1000, esce allo scoperto in un modo che sfiora il grottesco.
D’ora in poi se volete considerarvi cristiani dovete pagare. Altrimenti non avrete diritto ai sacramenti, neppure in caso di morte. Infatti chi non dimostra di aver barrato l’opzione in favore della chiesa nella dichiarazione dei redditi non potrà alla sua morte avere un funerale cristiano.
Ma Cristo non aveva detto che anche i più poveri e diseredati erano comunque figli di Dio?
Da quando per essere tali occorre la patente fiscale?

Germania/ Altolà della Chiesa cattolica: niente sacramenti senza l’8×1000
Venerdì, 21 settembre 2012 – 17:15:00
Chi non versa l’8 per mille alla Chiesa non è più cattolico e non puo’ avere accesso ai sacramenti, compreso il funerale religioso: è la dura presa di posizione assunta dalla Conferenza episcopale della Germania con l’avallo del Vaticano in risposta alla fuga dei cattolici tedeschi dal pagamento del contributo. A partire da lunedì prossimo chiunque dichiarerà la sua uscita dalla comunita’ ecclesiastica di appartenenza, risparmiandosi così il pagamento dell’8 per mille, si porrà al di fuori della Chiesa cattolica.
Nel documento reso noto a Berlino si sottolinea che l’uscita formale dalla Chiesa costituisce “una grave mancanza nei riguardi della comunità ecclesiale”. “Chi per qualunque motivo dichiara davanti all’autorità civile la propria uscita dalla Chiesa”, e’ scritto nel documento, “viene meno all’obbligo di appartenenza alla comunità ecclesiastica e a quello di consentire alla Chiesa con il suo contributo finanziario di assolvere alle proprie mansioni”.
Chi non paga l’8 per mille non verrà più considerato cattolico e non potrà dunque più avere accesso ai sacramenti, come la confessione, l’eucarestia, ne’ potra’ piu’ essere padrino di battesimo. In caso di morte, poi, gli verra’ negato il funerale religioso, anche se non verra’ automaticamente scomunicato. Con questa misura la Chiesa cattolica cerca di arginare il crescente rifiuto di contribuire al suo sostentamento, ai quali basta una semplice dichiarazione alla cancelleria di un tribunale per essere esentati dal pagamento.

Negli ultimi tempi il fenomeno ha assunto grazie alla crisi una dimensione sempre piu’ considerevole, anche per i credenti di fede evangelica, che per risparmiare decidono di uscire dalla Chiesa di appartenenza. Finora le conseguenze sul piano ecclesiastico erano praticamente nulle, mentre adesso chi esce si vedra’ rifiutare ogni tipo di sacramento. Dal 1990 in poi oltre 100mila tedeschi all’anno hanno voltato le spalle alla Chiesa cattolica, mentre nel 2011 e’ stato toccato il record di 126.488 autoesclusioni.
Per tentare di arginare il fenomeno la Chiesa cattolica intende agire in futuro anche in maniera attiva, inviando a chiunque ha dichiarato al tribunale la propria uscita una lettera di invito a parlarne con il proprio parroco. Nel colloquio si cerchera’ di convincere l’eventuale pecorella smarrita a ripensarci e a tornare all’ovile.

Fonte: iconicon.it/blog - tratto da stampalibera.com

Infografica: ecco quanto ci costano i Consigli Regionalio i Consigli Regionali

i costi dei politici regione per regione seconda

mercoledì 26 settembre 2012

Cassazione: carcere per Sallusti Lui: no misure alternative, ci vado


Roma - (Adnkronos/Ign) - Confermati i 14 mesi di reclusione senza condizionale per diffamazione. Negate anche le attenuanti generiche. Rassegnate le dimissioni all'editore. Santanchè: "Italiani scendano in piazza, questo Paese fa schifo". Siddi: "Siamo tutti Sallusti". Feltri: "Diffamazione legge fascista". Per la pubblica accusa di Piazza Cavour occorreva celebrare un nuovo processo sulla concessione delle attenuanti generiche. La difesa del giudice Cocilovo: ''Preso di mira da 'Libero', la libertà di espressione non è assoluta''

Controllate le vostre bollette!


Di seguito pubblichiamo un post ripreso dalla pagina Facebook di Inaatc Istituto Nazionale Antiusura:

AVVISO IMPORTANTE CHE CREDO POSSA FARVI RISPARMIARE SOLDI E AVERE ANCHE UN RIMBORSO PER QUELLO CHE EVENTUALMENTE AVETE PAGATO IN PIU' IN QUESTI ANNI.... Se avete la dicitura "Uso domestico non residente con Tariffa D3 bioraria transitoria" .... vi stanno facendo pagare il 30% in più di quello che dovreste pagare... NEL CASO, SAPPIATE CHE VI DEVONO RIMBORSARE I SOLDI!!! La solita TRUFFA LEGALIZZATA... E NOI PAGHIAMO!!!!! NEL CASO AVETE QUELLA SCRITTA E SIETE RESIDENTI, ANDATE IN COMUNE VI FATE FARE UNO STORICO DI RESIDENZA, LO INVIATE VIA FAX A ENEL E CHIEDETE IL RIMBORSO PER TARIFFA RESIDENZA.... FINO A 10 ANNI DI SICURO RETROATTIVA!!! FATE GIRARE...


fonte: Inaatc Istituto Nazionale Antiusura

Fiorito in pensione a 50 anni con 4mila euro al mese Dall'inchiesta spunta che gli pagavamo pure il mutuo della villa

Fiorito in pensione a 50 anni
con 4mila euro al mese

IL PIANO FALCK CHE FINE HA FATTO?



IL PIANO FALCK CHE FINE HA FATTO? 
COSA STA ACCADENDO 
O NON STA ACCADENDO
SULLE EX AREE INDUSTRIALI. IL SILENZIO 
E L'ASSENZA PUBBLICA DELLE ISTUZIONI 
E DEI POLITICI
cell. 340 3458165 - 331 8786254

martedì 25 settembre 2012

Tre nipoti e un maggiordomo

Le Regioni? Un disastro da eliminare. Il malessere di cui si era accorto Giorgio Almirante


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Le Regioni ? Un disastro da eliminare. La cronaca quotidiana della politica s’arricchisce sempre più di scandali, cresce sempre più un malessere che ci piomba addosso con tutte le negatività di una politica che perde la via maestra dei valori per cui si dovrebbe lottare. Registriamo fatti che colpiscono al cuore il sistema politico amministrativo italiano. Un sistema che costruito sotto la maschera del buon funzionamento amministrativo del territorio e in nome di false autonomie regionali, oggi è alla resa dei conti manifestando tutto il suo fallimento non solo in termini politici ed amministrativi, ma anche e soprattutto in termini morali e democratici. Le ultime notizie sulla Regione Lazio  purtroppo non sono le uniche perchè  veniamo a conoscenza di una storia che si ripete da anni in molte regioni d’Italia. Sono fatti che ci danno la misura esatta del disastro politico, amministrativo ed economico prodotto dalle Regioni, un disastro annunciato anni fa in Parlamento da coloro che si opposero strenuamente alla nascita delle Regioni . Oggi ci si accorge , con tanti anni di ritardo, di un malessere che in tempi lontani , negli anni 60 del secolo scorso, un deputato del Parlamento GIORGIO ALMIRANTE, eletto nelle liste del MSI, denunciò preannunciando tutto lo scenario che oggi si presenta agli Italiani.
Ricordo una durissima battaglia in Parlamento, condotta sia al Senato che alla Camera solo ed esclusivamente dalla pattuglia del MSI, il partito fuori dai giochi dell’arco costituzionale e isolato dai cosiddetti democratici. Fu scritto a chiare lettere che riconosciuta l’autonomia speciale alle Regioni della Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, per motivi storici e politici, non era il caso di allargare il diritto all’autonomia al resto d’Italia.
Si sarebbero verificate anomalie non solo politiche amministrative, ma anche e soprattutto di natura economica con danni per la buona e sana politica e soprattutto per gli Italiani . Fu condotta una dura azione di ostruzionismo al varo della legge, ma vinsero i condottieri del grande carrozzone del secolo “le Regioni”. Con la nascita delle Regioni i Partiti riuscirono a soddisfare le loro esigenze di potere governativo nel territorio, come se non bastasse quello delle Province.
Non ci fu distinzione tra Centro, Sinistra e liberali in merito alla volontà di istituire le Regioni in tutto il territorio nazionale che fu spartito tra democristiani, comunisti liberali e socialisti, mentre Almirante con i suoi deputati fece una campagna di opposizione nelle piazze, in Parlamento ad una legge che sicuramente avrebbe aperto le porte allo spreco e all’uso improprio delle risorse economiche dello Stato. Già allora si sapeva che i costi per le Regioni sarebbero stati nel tempo superiori alle effettive risorse per la loro copertura.
Tuttavia non si pensava mai che nel terzo millennio l’uso delle risorse sarebbe stato indiscriminato, volgarmente sperperato e soprattutto legalizzato da regole, leggi e leggine di competenza regionale. In questi giorni si parla spesso di abolizione delle Province , ma nessuno mai si sogna di eliminare le Regioni, divenute vere grandi carrozzoni di arricchimento per un esercito di eletti nei vari Consigli.
Se si pensa che un deputato Regionale del Lazio ha un emolumento pari a € 11.000 più le somme messe a disposizione del gruppo e altre migliaia di euro, ci viene da chiedersi a che cosa servono le Regioni se poi i servizi in gran parte sono di competenza dei Comuni? O se la competenze delle strade non statali è di competenza della Provincia?
Se oggi apprendiamo che mediamente un Consigliere Regionale incassa poco più di 100.000 € l’anno, e i problemi della sanità, del turismo e dell’economia locale vanno alla malora per deficienza di mezzi finanziari, ci viene da chiedersi a cosa serva la Regione? Perchè eliminare la Provincia e non la Regione? Se si vuole dimagrire perché lo Stato è in difficoltà e perché la crisi è ancora lontana dall’ essere risolta, necessita ritornare al passato tagliando definitivamente il parassita nazionale che è la Regione.
D’altra parte i padri costituenti nel 1946 non si sognarono minimamente di includere nella Costituzione Nazionale le regioni come Enti autonomi fatta eccezione per la Sicilia, la Sardegna, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. Subito dopo il Referendum del 2 giugno 1946 l’Italia si è dato un impianto costituzionale di Repubblica dividendo il territorio sul piano amministrativo in Province Regionali comprendendo un certo numero di Comuni, e concedendo lo statuto speciale per la loro autonomia a poche Regioni .
Se per La Sicilia, la Sardegna, il Trentino Alto Adige il riconoscimento non fu soltanto un atto dovuto ma anche un segno deterrente per controbattere i movimenti separatisti in fermento in quelle Regioni, non credo che per le altre regioni ci fossero motivazioni valide. In verità pur di varare una legge che favoriva il parlamentarismo in po’ ovunque nella Nazione le motivazioni furono ben diverse e cioè, in nome di una maggiore democrazia partecipativa, si vollero creare i carrozzoni dei partiti in un sistema oggi fortemente incrinato e morente e sull’orlo del fallimento totale.
Oggi la nostra attenzione si è fermata sulle note vicende del Lazio, ma non dimentichiamo la Sicilia divenuta un vero colabrodo finanziario, per non parlare della Lombardia o della Campania, della Puglia e così via. Tutti ci concentriamo sui personaggi scellerati che hanno prodotto un saccheggio legalizzato e prodotto dal primo giorno in cui furono istituite le Regioni, ma pochi riflettono sulla causa che a mio parere è figlia del sistema voluto dalla partitocrazia degli anni 60 del 1900 e ingrassata dai novelli autonomisti di tutte le risme. Senza fare calcoli, possiamo dire che il marcio sta alla base dei parlamenti regionali che legiferano sui bilanci della Regione che stanziano somme ingenti a disposizione dei gruppi e dei singoli deputati per cui si arriva a superare anche centinaia di migliaia di euro per ogni deputato oltre alle varie indennità di carica.
In Sicilia vige una legge che dà tra i tanti appannaggi con danaro contante, somme non indifferenti ai gruppi consiliari per finanziare la campagna elettorale del deputato uscente. Tutto questo concede una posizione privilegiata rispetto agli altri candidati della stessa lista proprio per avere a disposizione risorse finanziarie provenienti dal denaro pubblico e così viene mortificata la democrazia e la parità tra i concorrenti.
Mentre il Governo Monti studia piani d’intervento in campo fiscale sulla testa dei cittadini il Parlamento non fa nulla per azzerare i miliardi di euro di una spesa pubblica che non è fatta solo dalle auto blu, ma anche e soprattutto dall’enorme calderone dei consiglieri regionali con un bilancio estremamente oneroso.
Oggi sono maturi i tempi in cui non ha senso l’autonomia regionale anche della stessa Sicilia perché dando maggiore potere alle Province e ai Comuni che riescono più e meglio nel territorio. Via le regioni , via il vergognoso giro di miliardi gestiti dai Consiglieri regionali , e maggiore forza alla Provincia , al Comune per riprendere il cammino della buona politica diretta alla gestione del territorio strettamente legato all’ente che più di un carrozzone grasso e spendaccione.
La Regione va abolita per rilanciare la Provincia e il Comune a stretto contatto con i suoi cittadini.
Gaetano Masaracchio

Dio, patria e famiglia? Ci servono ancora, eccome

Religione, comunità e "sangue": tre valori su cui si sono fondate le civiltà. Ma che da tempo sono pesantemente in crisi. Eppure più necessari che mai
di Marcello Veneziani

Abbiamo perso il cielo sulla nostra testa, la terra sotto i nostri piedi e il sangue dentro il nostro cuore.







Tre immagini emotive per raccontare la perdita reale dei principi di vita su cui si fondava il mondo di ieri, personale e comunitario.Vorrei parlarvi di Dio, patria e famiglia, anche se ne sono fuori. Difendo il loro ricordo e il loro valore, ma ho perso anch'io consuetudine di vita. Di fronte al loro perire – di morte innaturale – non trovo sostituti degni e veri, e da quel triplice vuoto che non si riempie io vorrei partire. Vorrei parlarvi di Dio, patria e famiglia non come si fa in un saggio storico o filosofico, politico o sociologico, ma con tutto il cuore e la mente tesa, come di una cosa che ci riguarda da vicino e ci coinvolge interamente. Un saggio di pensiero popolare che cerca la sua dimensione spirituale nella realtà. Vorrei parlarvene non attraverso i luoghi comuni, quelli più antichi di chi li elogia e quelli più recenti di chi li disprezza. Non voglio tesserne l'elogio funebre o il necrologio onesto. Io vorrei capire quale molla spinse ad aggrapparsi così a lungo a quei tre cardini, come fu intenso e corposo il loro amalgama uno e trino, quale molla ha poi spinto ad affossarli, e cosa resta ora, oltre il rimpianto e la maledizione della loro ombra. E intravedere cosa può sorgere oltre la loro presenza e il loro declino.Vorrei parlarvi di Dio, patria e famiglia perché so di parlare a ciascuno di voi delle esperienze che più ci toccano: quella di scommettere o meno su Dio, su una fede, su una religione fatta anche di pratiche, devozione e storie. Quella di partecipare alla sorte del paese natio, sentirsi legati a una comunità e sentire un luogo come la nostra casa. E infine quella di riconoscere le proprie origini in una famiglia: la propria infanzia, gli affetti più duraturi, le nascite e i lutti. Tutto ciò che di più significativo abbiamo vissuto passa dal rapporto d'amore, conflitto o dipendenza rispetto a quel triplice legame.Parlare di Dio, patria e famiglia è dire del nostro essere al mondo. Non è solo un discorso teologico o politico, sentimentale o affettivo, biologico o spirituale, perché fra quei tre riferimenti primari scorre la nostra umanità intera e scorrono i nostri legami con la vita e la paura della morte, la parabola dei nostri anni dalla prima infanzia alla vecchiaia, i nostri soliloqui e i nostri più intensi colloqui, la nostra singolarità e la nostra universalità tramite le comunità. La verità della nostra condizione e le nostre più grandi menzogne ruotano intorno a essi. Non è dunque un motto, un grido di guerra o di propaganda politica, ma è il destino di una vita che si affida al cielo, alla terra e al seme.
Qualcuno dirà che c'è l'amore libero, c'è l'amicizia, c'è il lavoro individuale e sociale, c'è l'umanità intera e ci sono mille altre cose che non passano necessariamente da Dio, dalla patria e dalla famiglia. Ha ragione, ma nessuna come queste tre risponde – in modo adeguato o inadeguato lo dirà poi ciascuno – alla nascita, alla vita e alla morte in rapporto a un luogo e a un tempo. Ci sono passaggi ulteriori, però il nostro sé originario si trova a dover fare i conti con il luogo in cui è nato e cresciuto, con i suoi geni, con le persone da cui è nato o con cui è vissuto, o che egli ha fatto nascere, e infine con l'umana esigenza di rispondere alla domanda: finisce tutto qui o c'è dell'altro oltre me, le cose, il caos, il caso? Sono come altezza, lunghezza e profondità, le misure che dettero solidità alla nostra vita e che ora ne attestano l'evanescenza.
Già vedo la smorfia di sarcasmo e sufficienza su Dio, patria e famiglia. Molti si sentono superiori a quel trito passato e a quei superati pregiudizi. Ma non si rendono conto di quanto quei fantasmi giganteschi pesino sulle loro fughe, sulle loro spettrali solitudini, sulle loro meschinità. Dico loro, dovrei dire nostre. Il fatto è che ci siamo liberati di quei pregiudizi tramite un altro pregiudizio, la convinzione a priori che fossero «superati», a volte confondendo le forme di rappresentazione che sono figlie del proprio tempo con la fonte da cui scaturivano. In tal modo, bollandole come superate, nel nome di uno storicismo a sua volta rancido, non le abbiamo affrontate, capite e digerite. Le abbiamo solo evitate, non riuscendo però a evitare le ombre che si allungano sulla nostra vita. E la notte risalgono come fantasmi, voragini e colpose orfanità, e cospirano col nostro presente malessere.È difficile valicare, o addirittura sgretolare, il muro di ovvietà che impedisce di pensare a Dio, patria e famiglia. È rimasto in piedi lo slogan ternario, ma con funzione inversa: ieri serviva a sancire un ordine rispettoso di certezze e pregiudizi, oggi serve a respingerlo a priori, consegnandolo al folclore imbalsamato del passato. È difficile, mi rendo conto, sottrarre il tema all'ovvietà dei riflessi condizionati, ieri devoti e oggi repellenti. È difficile restituire vita e pensiero a un corpo rigido, su cui si è depositata la muffa. È difficile, ma è più che benefico ripensarci, forse necessario.

lunedì 24 settembre 2012

Nossa (Sel): “Anche a Sesto un registro dei testamenti biologici”

nossa

Dal consigliere comunale di Sel (Sinistra ecologia libertà) di Sesto San Giovanni, Moreno Nossa, riceviamo e pubblichiamo:
Riteniamo che l’istituzione nel nostro comune di un registro dei testamenti biologici sia necessaria, affinche’ vengano soddisfatte le numerose richieste legate alle problematiche di cui e’ oggetto la mozione che abbiamo presentato in Consiglio Comunale.
Il testamento biologico, e’ l’atto di una persona capace di intendere e volere, che si propone di far conoscere le proprie decisioni circa le terapie ed i trattamenti sanitari che desidera le vengano praticati o non praticati nel caso in cui perdesse la capacita’ di esprimere direttamente la propria volonta’.
Per far acquisire rilievo pubblico a questi documenti, viene richiesto che siano redatti per iscritto, senza che possa sorgere alcun dubbio sull’identita’ e sulla capacita’ di chi li sottoscrive, fermo restando il diritto di cambiare e/o revocare le disposizioni in qualsiasi momento.
Il legislatore deve predisporre per coloro che lo richiedano, una procedura di deposito e/o registrazione a in’istituzione pubblica.
La volontà di tutelare i diritti di ogni singola persona a compiere le proprie scelte in piena libertà, favorendo ed estendendo i diritti civili e consentendo ai cittadini di poter far valere il diritto all’autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vita.
Pur riconoscendo l’estrema delicatezza delle questioni che riguardano i trattamenti clinici di fine vita, sia dal punto di vista etico-scientifico, sia sotto l’aspetto ancor più sensibile dei convincimenti religiosi, con il registro comunale s’intende raccogliere, su base volontaria, le intenzioni di chi, nell’eventualità di trovarsi in condizione d’incapacità di esprimere il diritto ad acconsentire o non acconsentire alle cure proposte, non vuole essere soggetto a un accanimento terapeutico.
Il registro servirà dunque a certificare il desiderio di chi firma di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vitaIn particolare servirà come prova, contro eventuali contestazioni, della volontà di chi sì è registrato di non essere sottoposto a ventilazione o alimentazione forzata nel caso di una malattia o di un incidente che comporti lo stato vegetativo”.
In gioco vi e’ la dignita’ della persona umana nella fase terminale della sua esistenza. I diritti civili non sono un bene secondario. Il nostro compito e’ creare diritti e renderli esigibili ed accessibili“.
Moreno Nossa – Consigliere Comunale
Maurizio Merlotti – Portavoce del Comitato a sostegno di Moreno Nossa