martedì 25 gennaio 2011

Caffè amaro ai bar comunali Due chiusi, l'altro in sospeso

Villa Forno ed Om rimangono bloccati. E nel frattempo l'amministrazione lancia il bando di gara per trovare il gestore della caffetteria del futuro centro culturale "Il Pertini".

Cinisello Balsamo, 25 gennaio 2011 – Per un bar in arrivo, ce ne sono due mancanti. E il Comune è alla ricerca di soggetti interessati a gestire la caffetteria del futuro centro «Il Pertini». Il colosso cinisellese, in fortissimo ritardo per quel che riguarda i tempi di consegna dei lavori, non sarà solo un polo culturale, ma anche un luogo di incontro e aggregazione: al pian terreno infatti, dove sono state create la hall di ingresso e l’area giornali, riviste e Internet, è previsto uno spazio da destinare a bar caffetteria.
L’amministrazione ha pubblicato una dichiarazione di interesse rivolta a imprenditori o società che abbiano già esercitato attività analoga da almeno tre anni e realizzato nel triennio 2008/2010 un fatturato annuo non inferiore a 250 mila euro. La concessione avrà una durata di quattro anni: le offerte dovranno pervenire entro le ore 12 del 28 febbraio all’Ufficio protocollo del Comune. Ma per un bar che è in arrivo, anche se in ritardo, la storia cinisellese racconta di altre due attività che per un motivo o per un altro sono mancate o tardano a venire.
E questo, oltre a rappresentare un’opportunità in meno per i cittadini e in particolare per i giovani, rappresenta uno «zero» negli introiti delle casse comunali. Il bar di Villa Forno non è ancora pronto, nonostante l’edificio sia stato inaugurato (ospita i corsi post laurea dell’Università Bicocca) più di un anno fa: dal municipio dicono che sono in corso gli ultimi lavori di allestimento del bancone e che entro marzo l’attività dovrebbe aprire i battenti con una serie di iniziative culturali per l’estate. La concessione con i gestori ha durata di otto anni: la base d’asta del canone annuo era di 15mila euro.
Altra zona, altra storia: per l’ex Om di via Sant’Ambrogio le sorti sembrano ancora oscure. È in corso la procedura di liquidazione dopo il fallimento dell’attività, ma qui lo smacco per il Comune è doppio: non solo infatti non si stanno incassando i soldi dell’affitto (bisognerà attendere la fine della procedura di liquidazione per fare un nuovo bando e trovare nuovi proprietari), ma oltretutto nelle casse comunali resta ancora un buco, di cui non si è mai conosciuta la reale entità, per l’affitto mai versato dai vecchi gestori. Il locale era affidato alla cooperativa sociale I Gelsi, che lo dava in gestione: l’affitto, riconosciuto il tema sociale dell’accordo, era di 10mila euro annui.
di Andrea Guerra

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