Sesto San Giovanni, 20 gennaio 2011 - Non sono paesi per giovani, quelli del Nord Milano: perché comprarsi oggi un angolo di indipendenza nuovo di zecca tra Cusano e Milano costa almeno 2.700 euro al metro quadro. Con le debite differenze, tra Comune e Comune, tra centro e periferia, il prezzo rimane comunque proibitivo per una generazione senza certezze né lavoro.
Va meglio con le case datate (si scende intorno ai 1.850 euro al metro quadro), ma la morale è una: difficile uscire dal nido, tocca fare i «bamboccioni» per forza. Andando in giro per le vetrine delle agenzie immobiliari di Sesto infatti, in compagnia di Ilaria La Malfa, professione interprete, una laurea in lingue in tasca e 1.300 euro in busta paga (neanche male, visti i tempi) trovare una soluzione abbordabile è difficilissimo, impossibile senza fare affidamento sull’appoggio dei genitori.
«È ormai raro che gli acquirenti sotto i 35 anni si presentino da soli alla trattativa — spiega Andrea Di Dedda, titolare dell’agenzia So.G.Im. in piazza Petazzi —. Dietro ci sono sempre mamma e papà a dare le garanzie». E come fare altrimenti? I monolocali che propone a Ilaria, tutti concentrati nella aree periferiche di Sesto — «costano meno e comunque non mancano di servizi» — espongono prezzi che vanno dai 90mila ai 110mila euro. Considerato che al momento della richiesta del mutuo, il 20 per cento del valore dichiarato dell’immobile bisogna averlo già in cassa, un ragazzo deve fare affidamento su risparmi che si aggirano sui 20mila euro: non proprio la consuetudine.
«Le banche sbagliavano prima a erogare mutui al 100 per cento; sbagliano oggi a essere così rigide prima di concedere un prestito — chiosa Di Dedda —. Con queste regole i giovani non possono neanche sognarsi di avvicinarsi a un acquisto». Lo confermano anche Luisa e Daniele Santello, della storica agenzia Stella in via Oriani: anche loro puntano il dito sull’allarme lavoro. «Senza certezze di impiego, come possono i giovani d’oggi avviare trattative per comprare casa?», fanno eco i due. I conti sono presto fatti: se Ilaria e il suo fidanzato volessero andare a vivere insieme, per un bilocale senza troppe pretese dovrebbero aspettarsi una spesa media di 150mila euro.
Al massimo l’80 per cento lo dà la banca, 30mila devono essere già sul conto corrente. «Ma il problema sono tutti i costi collaterali — elencano Luisa e Daniele —. Spese notarili, imposte catastali e di registro, perizie, certificati, polizze assicurative, l’emolumento per l’agenzia: all’incirca altri 20-30mila euro».
Invece che gettare la spugna però, i due suggeriscono di pensare a un affitto come primo passo per uscire di casa. Concorda anche Roberta Bellarte, dell’Immobiliare Kappa in piazza Resistenza, che però avverte: «Può sembrare una maniera “light” all’apparenza, ma anche la locazione ha le sue spese iniziali di avviamento: l’anticipo delle mensilità; la verifica della solvibilità in banca». Procedure che nuovamente ostacolano i più giovani come Ilaria. «Il problema sono gli stipendi di oggi: non permettono di mettere da parte i risparmi per partire», conclude Roberta. Ci vogliono i genitori alle spalle. Alla faccia della ricerca dell’indipendenza: in trasferta sì, ma pur sempre «bamboccioni».
di Luca Zorloni
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