Un fantasma si aggira sulle primarie del Pd a Napoli e a Bologna, vinte da candidati dell’establishment locale del partito, con grande scorno di quelli calati dalla segreteria nazionale e dei vendoliani (a quanto sembra si è già chiusa la breccia di Pisapia). Il fantasma ha gli occhi a mandorla e – come ha detto Walter Veltroni – “in tv ho visto file di cinesi che andavano a votare: o sono cinesi democratici o c’è qualcosa che non va. Se c’è una piccola ombra si vada sino in fondo”.
A vederli, questi immigrati che intruppati e contenti si sono messi in fila di buon ora per votare e dare un senso a queste Primarie, che un senso ce l’hanno sempre meno, non si può che provare un moto di simpatia. Come pure per i rumeni, i filippini o per tutti quegli immigrati che ancora credono al valore della democrazia, mentre padroni e padrini del Pd si scannano per guadagnarsi l’ultimo voto.
“Se se movono i cinesi…”, diceva Albertone, sarà una bella grana per quei candidati incapaci di sfondare nelle chinatown sempre più popolose delle città italiane. Ma dopo aver ascoltato le preoccupazioni di Veltroni, e avendo intuito che l’ex segretario del Pd ritiene che sia in corso una cospirazione, ci siamo chiesti chi, in Italia, sarebbe in grado di mobilitare le masse del Celeste Impero per far vincere questo o quell’altro candidato democratico.
La risposta è abbastanza semplice. Non sappiamo a Napoli, ma a Bologna, è sicuro, un uomo capace di far sognare Piazza Maggiore come se fossimo a Pechino c’è. Anche lui ha gli occhi a mandorla e lo chiamano “il Cinese” ricordando la sua giovanile militanza maoista nelle fila del movimento studentesco, prima di passare alla CGIL, diventarne segretario generale e infine essere eletto a sindaco del capoluogo emiliano. Caro Veltroni, non ci voleva poi così tanto per scoprire che lo sponsor dei cinesi alle primarie bolognesi è stato Sergio Cofferati.
Nessun commento:
Posta un commento