sabato 15 gennaio 2011

Milano: dopo la sentenza del Tribunale assegnate le prime case popolari ai rom di via Triboniano

Milano: dopo la sentenza del Tribunale assegnate le prime case popolari ai rom di via Triboniano
MILANO, 14 GENNAIO - Molte polemiche aveva suscitato la decisione dell’amministrazione comunale di bloccare l’assegnazione delle case popolari ai nomadi di via Triboniano prevista da accordi firmati con le associazioni 'Casa della carita'', 'Ceas' e 'Consorzio Farsi Prossimo'. Un diniego che aveva portato un ricorso da parte di dieci famiglie del campo rom sgombrato. Dopo la recente sentenza, in cui il tribunale civile di Milano ha stabilito l'obbligo da parte dell’amministrazione comunale di assegnare le case popolari ai rom, due nuclei famigliari hanno già preso possesso delle abitazioni a canone convenzionato.

Sono dieci le famiglie di nomadi che hanno avuto ragione nella causa civile in primo grado contro il sindaco Letizia Moratti, il ministro Roberto Maroni e il prefetto Gianvalerio Lombardi. Il 20 dicembre scorso, infatti, il giudice Roberto Bichi, ha accolto il ricorso e ha stabilito che le suddette famiglie possono entrare nelle case popolari entro il 12 gennaio, sulla base della intesa del maggio 2010 tra Prefettura, Comune e alcune onlus, tra cui la Casa della Carità, con la quale era stato deciso un piano di aiuto per l'inserimento abitativo dei rom.
Oggi, davanti al collegio del tribunale civile di Milano (Miccichè, Bernardini, Dorigo), si è svolta l’udienza per discutere il reclamo del Comune di Milano contro l’ordinanza di Bichi. I legali dell'amministrazione comunale, Maria Rita Surano e Sabrina Maria Licciardo, hanno chiesto di “revocare o comunque riformare l'ordinanza” sostenendo che spetterebbe alla Casa della Carità l'assegnazione degli alloggi e non alle amministrazioni citate in giudizio.
I giudici della prima sezione civile si sono riservati di prendere nei prossimi giorni una decisione in merito.
Sulla vicenda c'è anche un'inchiesta penale, aperta dalla procura di Milano, per valutare eventuali comportamenti di discriminazione razziali. «È assurdo che si parli di discriminazione “, hanno commentato gli avvocati Maria Rita Surano e Sabrina Maria Licciardo, “visto che il Comune sta portando avanti progetti speciali proprio legati alle famiglie rom”.
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