sabato 31 maggio 2014
giovedì 29 maggio 2014
martedì 27 maggio 2014
32 ANNI DOPO: UNA AMICIZIA LONTANA, IGNORANZA EUROPEA, INTOLLERANZA EFUTILITÁ
32 ANNI DOPO: UNA AMICIZIA LONTANA, IGNORANZA EUROPEA, INTOLLERANZA E FUTILITÁ
Sono a dir poco perplesso, anche allibito
Ognuno há la sua Storia e le sue radici.
Io, in terza generazione ho il sangue di 4 paesi, dove ho vissuto: Itália, Portogallo, Spagna e Germânia.
Una famiglia divisa a meta dalla II Guerra Mondiale, fra fascisti e comunisti, repubblicani e monarchici.
Come tutti ho fatto le mie scelte, ho combattuto con coraggio, sono stato sempre in prima línea, non mi sono tirato mai indietro, in tutto il percorso della mia vita.
Sono orgoglioso della mia onestá intellettuale che ho pagato, pago e pagheró di persona.
Ho sempre ascoltato gli altri, a volte bruciando la mia energia com persone e questioni che non meritavano tale sforzo.
Ho imparato che le realtá di ogni paese, storiche, sociali, culturali, economiche e politiche sono bem diverse da quelle che ascoltiamo in TV o leggiamo nel cartaceo: bisogna viverle e sentirle ed essere cortesemente attenti prima di giudicarle.
Oggi, pur non dimenticando o disprezzando il resto, vivo in Portogallo.
Le elezioni Europee hanno significati completamente e profondamente diversi nei vari paesi, cosi come le scelte e i risultati.
Nel secolo XXI, ho capito quanto la politica non esista veramente piú, sottomessa esclusivamente a interessi della finanza e della miríade di lobby.
L´entropia sociale é a un livello talmente alto, risultando in un´antica guerra fra le due fazioni dell´Umanitá: coloro che pensano che siamo arrivati dove dovevamo, fermare tutto, riflettere e mantenere lo status quo, sorretti da una falsa Democrazia e benessere e coloro che pensano che c´é qualcosa dopo l´homo sapiens, che cercano, sono curiosi, vogliono sperimentare, sbagliare ed evoluire.
Una lotta storica che é sul punto di distruggerci come razza Umana nel suo insieme.
Io appartengo al secondo gruppo.
In vari momenti storici, i nostri avi, sono stati chiamati a combattere in questa guerra, senza capire molte volte il perché. Oggi, siamo anche noi chiamati a combattere questa guerra, qui e ora.
Io non cerco rivoluzione, ma evoluzione. Ho espresso questo concetto, ripreso da un gruppo, diciamolo francamente, di astensionisti legati all´estrema sinistra portoghese, che hanno cambiato il loro motto da “ASTENSIONE É RIVOLUZIONE” in “RIVOLUZIONE É EVOLUZIONE”
Naturalmente non hanno capito e non conoscono ció che stá alla base del mio pensiero, per cui hanno sfruttato al meglio del loro marketing quello che cercavo di trasmettere.
Credevo in una Europa forte, prima delle Regioni, poi degli Stati com una Costituzione comune, anti proibizionista, rispettando particolarismi e culture, com un potere centrale che funzionasse come regolatore di finanze, difesa e affari esteri, incorrutibile e capace della gestione della “res publica”, i ricorsi idrici ed energetici, poi com una nuova moneta e sicuramente com tutt´altro spirito.
Le elezioni italiane per il Parlamento Europeo hanno avuto il significato che ognuno gli voglia attribuire, in molti hanno votato, pochi invece no. Pur sempre si tratta della seconda economia d´Europa, dove mio malgrado, hanno vinto i “moderati di sinistra”.
Mio malgrado non perché sia la sinistra ( come se il concetto di destra o sinistra di ideologie passate possa essere minimamente applicato oggi o a queste persone), ma perché si tratta dei “moderati”…
Chi festeggia una vittoria che gli manca da vent´anni (chissá perché…) altri che giustificano la sconfitta, aspettando una nuova stagione e allenatore…esattamente in termini calcistici!
I moderati, di destra e sinistra, che per quattro spiccioli continuano a fare accordi fra di sé con coloro che in Francia e Germânia vivono ancora una falsa prosperitá, decidendo chi sbarca a Lampedusa in nome di una ipocrita solidarietá!
Ma non si chiedono nemmeno come bloccare i 200 milioni che dal Centro África premono per entrarei n Europa da un momento all´altro!
L´ignoranza sulla realtá dei paesi che compongono l euro e la EU é totale e posso assicurare che non gli interessa minimamente!
In Portogallo, appena uscito dalle grinfie Troika, che in tre anni si é rubata, autenticamente, tutto quelo che poteva, il cui risultato é stato una bella esperienza del nuovo tipo di Ordine che si pretende e laboratório euro
Con le frontiere piú antiche d´Europa, la 6ª língua piú parlata al mondo, la piú grossa riserva d´oro, di cui non si puo vendere neanche un grammo, dove lo stipendio mínimo é di 460 euro e 80% delle famiglie vivono con meno di 1000 euro al mese (e devono considerarsi fortunati), una macchina per lavorare costa il 40% in piú che in Itália, dove sono state chiuse il 30% di farmacie, ristoranti, com un IVA del 23% che a breve sará aumentato, la realtá é tutt´altra cosa.
Non esiste piú industria, agricoltura, pesca o qualuqnque attivitá produttiva che non sia controllata da una multinazionale…nessun tessuto impresariale, dove 20% dei giovani hanno dovuto lasciare l´Universitá perché i genitori non possono piú pagarla…30% di disoccupati e un Ministro che há dato una bellissima soluzione…emigrate!
Sul Portogallo ho cercato di far passare questo messaggio ad alcuni amici italiani e forse, ingenuamente, pensavo potessero capire una differente realtá….nulla!
Scritto due linee sul murale di un´amica e collega alle medie sull´argomento Portogallo, che festeggiava la “sua vittoria” in Itália, ho ricevuto questo:
“Santiddio benedetto mi mancava il complottista! Che giornata! Ma questi sproloqui, per favore, potete scriverli sulle vostre bacheche? Voglio dire: ho perso per 20 anni ma non sono andata a rompere le balle a nessuno! E fatemi godere la vittoria senza guastarmela con vaneggiamenti!”
Alla domanda se si riferiva a me
“”Scusa Manuel Faliero Lassi ma certo mi riferisco al tuo post. Ho tolto dal mio muro minchiate grilline, minchiate fasciste e ora, appena sarò al pc, toglieró anche le minchiate complottiste. E a chi mi accusa di rifiutare il dialogo rispondo che è vero. Non sono interessata a dialogare con grillini, fascisti, complottisti ecc...andate a dialogare con qualcun altro. Grazie!”
Non perdo tempo e cito:
Cara ……., mi riferivo unicamente a un popolo che é stato umiliato e dimenticato e che non ha da mangiare punto. Non ti dare premura che ritiro d´immediato i post...mi spiace, fa niente...ciao e grazie
Dico, in veritá, che perl a prima volta mi hanno appioppato il termine complottista.
Alla lettera, potevo rispondere che di Renzi o Berlusconi, Grillo ed altro, da queste parti non gli ne puó importare un cavolo…
Qui non c´era nessuno per chi votare! Il 66,10% há mandato a quel paese sia i moderati di centro destra, sia queli di sinistra, come il buon partito comunista o chiunque altro.
Allora attenta cara amica moderata di sinistra…qui pensiamo dire ciao definitivamente a questa Europa, dei moderati in paesi ricchi, com una semplice mossa….grazie e arrivederci e tenetevi l´euro! Se l´Islanda é sopravissuta anche qui ce la faremo! Poi Berlusconi e Renzi o chi per loro possono fare tanti incontri com la Merkel, Hollande e compagnia…ma sai cosa sará successo allora? Sará finita, forse peggio per voi che per noi.
Intanto godetevi il Mondiale e le vacanze, il ristorante, che questo complottista non vi vuole rovinare, dormite sonni tranquilli, mentre noi cercheremo di mettere qualcosa a tavola!
Grazie per tutta questa mancanza di solidarietá, che avete in abbondanza nelle occasioni politicamente corrette, ancor piú ci date ragione per non aver votato!
Per legge nessuno ci há sentito in referendum su questa Europa…sará che ora con il 66,10% abbiamo qualche leggitimitá per dire basta?
Felice per questo 66,10%, una sbeffa a questa Europa! Ora di fare i conti, ma quelli giusti!
L´Universo mi salvi dall´odio e menefreghismo dei moderati
Un punto di orgolio nazionale, qui si muore di fame, ma riusciremo!
“…As armas, sobre a Terra e sobre o Mar…”
Viva il Portogallo!
Sono a dir poco perplesso, anche allibito
Ognuno há la sua Storia e le sue radici.
Io, in terza generazione ho il sangue di 4 paesi, dove ho vissuto: Itália, Portogallo, Spagna e Germânia.
Una famiglia divisa a meta dalla II Guerra Mondiale, fra fascisti e comunisti, repubblicani e monarchici.
Come tutti ho fatto le mie scelte, ho combattuto con coraggio, sono stato sempre in prima línea, non mi sono tirato mai indietro, in tutto il percorso della mia vita.
Sono orgoglioso della mia onestá intellettuale che ho pagato, pago e pagheró di persona.
Ho sempre ascoltato gli altri, a volte bruciando la mia energia com persone e questioni che non meritavano tale sforzo.
Ho imparato che le realtá di ogni paese, storiche, sociali, culturali, economiche e politiche sono bem diverse da quelle che ascoltiamo in TV o leggiamo nel cartaceo: bisogna viverle e sentirle ed essere cortesemente attenti prima di giudicarle.
Oggi, pur non dimenticando o disprezzando il resto, vivo in Portogallo.
Le elezioni Europee hanno significati completamente e profondamente diversi nei vari paesi, cosi come le scelte e i risultati.
Nel secolo XXI, ho capito quanto la politica non esista veramente piú, sottomessa esclusivamente a interessi della finanza e della miríade di lobby.
L´entropia sociale é a un livello talmente alto, risultando in un´antica guerra fra le due fazioni dell´Umanitá: coloro che pensano che siamo arrivati dove dovevamo, fermare tutto, riflettere e mantenere lo status quo, sorretti da una falsa Democrazia e benessere e coloro che pensano che c´é qualcosa dopo l´homo sapiens, che cercano, sono curiosi, vogliono sperimentare, sbagliare ed evoluire.
Una lotta storica che é sul punto di distruggerci come razza Umana nel suo insieme.
Io appartengo al secondo gruppo.
In vari momenti storici, i nostri avi, sono stati chiamati a combattere in questa guerra, senza capire molte volte il perché. Oggi, siamo anche noi chiamati a combattere questa guerra, qui e ora.
Io non cerco rivoluzione, ma evoluzione. Ho espresso questo concetto, ripreso da un gruppo, diciamolo francamente, di astensionisti legati all´estrema sinistra portoghese, che hanno cambiato il loro motto da “ASTENSIONE É RIVOLUZIONE” in “RIVOLUZIONE É EVOLUZIONE”
Naturalmente non hanno capito e non conoscono ció che stá alla base del mio pensiero, per cui hanno sfruttato al meglio del loro marketing quello che cercavo di trasmettere.
Credevo in una Europa forte, prima delle Regioni, poi degli Stati com una Costituzione comune, anti proibizionista, rispettando particolarismi e culture, com un potere centrale che funzionasse come regolatore di finanze, difesa e affari esteri, incorrutibile e capace della gestione della “res publica”, i ricorsi idrici ed energetici, poi com una nuova moneta e sicuramente com tutt´altro spirito.
Le elezioni italiane per il Parlamento Europeo hanno avuto il significato che ognuno gli voglia attribuire, in molti hanno votato, pochi invece no. Pur sempre si tratta della seconda economia d´Europa, dove mio malgrado, hanno vinto i “moderati di sinistra”.
Mio malgrado non perché sia la sinistra ( come se il concetto di destra o sinistra di ideologie passate possa essere minimamente applicato oggi o a queste persone), ma perché si tratta dei “moderati”…
Chi festeggia una vittoria che gli manca da vent´anni (chissá perché…) altri che giustificano la sconfitta, aspettando una nuova stagione e allenatore…esattamente in termini calcistici!
I moderati, di destra e sinistra, che per quattro spiccioli continuano a fare accordi fra di sé con coloro che in Francia e Germânia vivono ancora una falsa prosperitá, decidendo chi sbarca a Lampedusa in nome di una ipocrita solidarietá!
Ma non si chiedono nemmeno come bloccare i 200 milioni che dal Centro África premono per entrarei n Europa da un momento all´altro!
L´ignoranza sulla realtá dei paesi che compongono l euro e la EU é totale e posso assicurare che non gli interessa minimamente!
In Portogallo, appena uscito dalle grinfie Troika, che in tre anni si é rubata, autenticamente, tutto quelo che poteva, il cui risultato é stato una bella esperienza del nuovo tipo di Ordine che si pretende e laboratório euro
Con le frontiere piú antiche d´Europa, la 6ª língua piú parlata al mondo, la piú grossa riserva d´oro, di cui non si puo vendere neanche un grammo, dove lo stipendio mínimo é di 460 euro e 80% delle famiglie vivono con meno di 1000 euro al mese (e devono considerarsi fortunati), una macchina per lavorare costa il 40% in piú che in Itália, dove sono state chiuse il 30% di farmacie, ristoranti, com un IVA del 23% che a breve sará aumentato, la realtá é tutt´altra cosa.
Non esiste piú industria, agricoltura, pesca o qualuqnque attivitá produttiva che non sia controllata da una multinazionale…nessun tessuto impresariale, dove 20% dei giovani hanno dovuto lasciare l´Universitá perché i genitori non possono piú pagarla…30% di disoccupati e un Ministro che há dato una bellissima soluzione…emigrate!
Sul Portogallo ho cercato di far passare questo messaggio ad alcuni amici italiani e forse, ingenuamente, pensavo potessero capire una differente realtá….nulla!
Scritto due linee sul murale di un´amica e collega alle medie sull´argomento Portogallo, che festeggiava la “sua vittoria” in Itália, ho ricevuto questo:
“Santiddio benedetto mi mancava il complottista! Che giornata! Ma questi sproloqui, per favore, potete scriverli sulle vostre bacheche? Voglio dire: ho perso per 20 anni ma non sono andata a rompere le balle a nessuno! E fatemi godere la vittoria senza guastarmela con vaneggiamenti!”
Alla domanda se si riferiva a me
“”Scusa Manuel Faliero Lassi ma certo mi riferisco al tuo post. Ho tolto dal mio muro minchiate grilline, minchiate fasciste e ora, appena sarò al pc, toglieró anche le minchiate complottiste. E a chi mi accusa di rifiutare il dialogo rispondo che è vero. Non sono interessata a dialogare con grillini, fascisti, complottisti ecc...andate a dialogare con qualcun altro. Grazie!”
Non perdo tempo e cito:
Cara ……., mi riferivo unicamente a un popolo che é stato umiliato e dimenticato e che non ha da mangiare punto. Non ti dare premura che ritiro d´immediato i post...mi spiace, fa niente...ciao e grazie
Dico, in veritá, che perl a prima volta mi hanno appioppato il termine complottista.
Alla lettera, potevo rispondere che di Renzi o Berlusconi, Grillo ed altro, da queste parti non gli ne puó importare un cavolo…
Qui non c´era nessuno per chi votare! Il 66,10% há mandato a quel paese sia i moderati di centro destra, sia queli di sinistra, come il buon partito comunista o chiunque altro.
Allora attenta cara amica moderata di sinistra…qui pensiamo dire ciao definitivamente a questa Europa, dei moderati in paesi ricchi, com una semplice mossa….grazie e arrivederci e tenetevi l´euro! Se l´Islanda é sopravissuta anche qui ce la faremo! Poi Berlusconi e Renzi o chi per loro possono fare tanti incontri com la Merkel, Hollande e compagnia…ma sai cosa sará successo allora? Sará finita, forse peggio per voi che per noi.
Intanto godetevi il Mondiale e le vacanze, il ristorante, che questo complottista non vi vuole rovinare, dormite sonni tranquilli, mentre noi cercheremo di mettere qualcosa a tavola!
Grazie per tutta questa mancanza di solidarietá, che avete in abbondanza nelle occasioni politicamente corrette, ancor piú ci date ragione per non aver votato!
Per legge nessuno ci há sentito in referendum su questa Europa…sará che ora con il 66,10% abbiamo qualche leggitimitá per dire basta?
Felice per questo 66,10%, una sbeffa a questa Europa! Ora di fare i conti, ma quelli giusti!
L´Universo mi salvi dall´odio e menefreghismo dei moderati
Un punto di orgolio nazionale, qui si muore di fame, ma riusciremo!
“…As armas, sobre a Terra e sobre o Mar…”
Viva il Portogallo!
sabato 24 maggio 2014
Partiti che sono partiti e movimenti che non si muovono I puntata- Ladestra ai giorni nostri
Partiti che sono partiti e movimenti che non si muovono
I puntata- La destra ai giorni nostri
L’area politica che veniva chiamata destra,quella identitaria, dai dogmi di un falso del bipolarismo, si trova costretta a guardare ad altri non essendoci più un partito di riferimento.
Chi ha già scelto di essere cameriere invocando il “voto utile”.Quello stesso voto che li ha condannati a restare fuori dal parlamento, invocato in passato contro di loro dallo stesso padrone che oggi hanno deciso di servire, sostenendo un partito ( Forza Italia ) che sta nel PPE, che vota a favore dell’abolizione del reato di clandestinità, che approva il Fiscal Compact, che a seconda della bisogna è la stampella del governo non eletto dai cittadini. Renzi, che si dichiara contrario ad uscire dall’Euro, un partito che, per anni è stato al governo, e ancora si presenta con il libro dei sogni promettendo di fare ciò che non è riuscito a fare allora.
C’è chi si riconosce in Fratelli d’Italia perché vede in essi la continuità di quella Alleanza Nazionale, nata dall’ MSI, pur con tante contraddizioni. Dopo essere stati nel PdL, oggi si dichiarano contrari a questa Europa delle banche. Hanno votato contro l’abolizione del reato di clandestinità, contro l’operazione criminale di “mare Nostrum”, hanno proposto l’abolizione degli stipendi dorati di parlamentari e funzionari bocciato da FI, PD e siglette varie . Inoltre non faranno parte del PPE e non saranno né servi della Merkel, né di Renzi.
C’è chi vede nella nuova Lega di Salvini, che…. bisogna dirlo…. parla la nostra lingua, parla di Sovranità Monetaria, Nazionale, di Europa dei Popoli, che ha votato contro il Fiscal Compact, contro l’abolizione del reato di clandestinità e la proroga di “Mare Nostrum”, che si batte ogni giorno nelle piazze contro il degrado di questa invasione, contro questa Europa dei Banchieri , ma, soprattutto come FdI non appoggia il governo illegittimo di Renzi, inoltre siederà nei banchi del gruppo che si formerà con il Fronte National della Le Pen e tutti gli euroscettici.
C’è chi invece vede in Grillo e nel suo movimento, l’unico capace di sconfiggere questa casta di politicanti al servizio del malaffare e delle banche, pensa che, se anche non si condividano appieno le sue idee, si possa percorrere assieme un percorso poichèl’obiettivo finale è lo stesso: abbattere questo sistema… anche se loro hanno votato tutto: abolizione reato di clandestinità, Mare Nostrum, non si riconoscono negli euroscettici, ma bisogna dirlo sono gli unici che hanno messo a disposizione parte dei loro stipendi da parlamentari per aiutare le microimprese in difficoltà, che hanno proposto l’abolizione di prebende dorate ai vari politici e dirigenti delle amministrate, ma,come già sappiamo, è stato bocciato.
Ultima spiaggia resta per tanti il non essere complici di questa politica e pertanto nonsuggeriscono di non andare a votare, o annullare il voto nel seggio, non riuscendo a trovare nessuna fiducia nelle sigle presenti.
Alla luce di tutto questo emerge che frammentata l’area , la nostra comunità si è divisa aspettando e difficilmente troverà una casa comune, sino a quando capetti e caporali cercheranno poltrone invece di preoccuparsi del futuro della Nazione con lo stesso spirito che contraddistinse i nostri padri.
venerdì 23 maggio 2014
Il saggio di Anderson Anche gli storici bocciano Giorgio Napolitano: "E' la vera minaccia della democrazia italiana"
Giorgio Napolitano bocciato anche dagli storici. Nel nuovo saggio del ricercatore britannico Perry Anderson, recensito sull'ultimo numero della prestigiosa London Review of Books,
è scritto senza possibilità di incomprensione che il nostro presidente
della Repubblica è la vera minaccia della democrazia italiana. Visto in
patria come il salvatore, "la roccia su cui fondare la nuova
Repubblica", Napolitano è invece "una vera pericolosa anomalia, un
politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare
sempre dalla parte del vincitore".
Nell saggio, dal titolo The Italian Disaster, Anderson parla appunto del disastro italiano, raccontato con la secchezza degli storici inglesi: una sequenza di fatti, date, pochi commenti e molti argomenti. La recensione, pubblicata su Dagospia, riporta la storia del nostro capo di Stato a cominciare dagli esordi: da studente aderisce al Gruppo Universitario Fascista, poi diventa comunista tutto d'un pezzo: nel 1956 plaude l'intervento sovietico in Ungheria, nel 1964 si felicita per l'espulsione di Solgenitsyn, sostenendo che "solo i folli e i faziosi possono davvero credere allo spettro dello stalinismo". Fedele alla linea del più forte, vota sì all'espulsione del Gruppo del Manifesto per i fatti di Cecoslovacchia e negli anni Settanta diventa "il comunista favorito di Kissinger", perché il nuovo potere da coltivare sono ora gli Stati Uniti.
Anderson sottolinea che "gli Usa e Craxi sono i nuovi fari di Napolitano e dei miglioristi (la corrente era finanziata con i soldi della Fininvest) e nel 1996 il nostro diventa ministro degli Interni (per la prima volta uno di sinistra), garantendo agli avversari che 'non avrebbe tirato fuori scheletri dall'armadio'". Ma il meglio Napolitano, secondo lo storico britannico, lo dà da presidente della Repubblica: "Nel 2008 firma del lodo Alfano, che 'garantisce a Berlusconi come primo ministro e a lui stesso come presidente l'immunità giudiziaria', dichiarato poi incostituzionale e trasformato nel 2010 nel 'legittimo impedimento', anch'esso dichiarato incostituzionale nel 2011".
E poi una gragnuola di fatti: il mancato scioglimento delle Camere nel 2008, l'entrata in guerra contro la Libia del 2011 (scavalcando costituzione, senza voto parlamentare, violando un trattato di non aggressione), le trame con Monti e Passera per sostituire Berlusconi, modo - secondo Anderson - "completamente incostituzionale". Per non parlare della vicenda della ri-elezione al secondo mandato ("a 87 anni, battuto solo da Mugabe, Peres e dal moribondo re saudita") e delle ultime vicende, con il siluramento del governo Letta. Napolitano, che dovrebbe essere "il guardiano imparziale dell'ordine parlamentare e non interferire con le sue decisione", scrive lo storico britannico, rompe ogni regola. "La corruzione negli affari, nella burocrazia e nella politica tipiche dell'Italia sono adesso aggravate dalla corruzione costituzionale". E poi il caso Mancino e la richiesta di impeachment contro il presidente da parte di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, e l'invocazione della totale immunità nella trattativa Stato-mafia, che Anderson definisce "Nixon-style", termine che evoca scandali come il Watergate. "Ma gli esiti italiani sono stati diversi, come ben sappiamo", fa notare lo storico.
fonte
Nell saggio, dal titolo The Italian Disaster, Anderson parla appunto del disastro italiano, raccontato con la secchezza degli storici inglesi: una sequenza di fatti, date, pochi commenti e molti argomenti. La recensione, pubblicata su Dagospia, riporta la storia del nostro capo di Stato a cominciare dagli esordi: da studente aderisce al Gruppo Universitario Fascista, poi diventa comunista tutto d'un pezzo: nel 1956 plaude l'intervento sovietico in Ungheria, nel 1964 si felicita per l'espulsione di Solgenitsyn, sostenendo che "solo i folli e i faziosi possono davvero credere allo spettro dello stalinismo". Fedele alla linea del più forte, vota sì all'espulsione del Gruppo del Manifesto per i fatti di Cecoslovacchia e negli anni Settanta diventa "il comunista favorito di Kissinger", perché il nuovo potere da coltivare sono ora gli Stati Uniti.
Anderson sottolinea che "gli Usa e Craxi sono i nuovi fari di Napolitano e dei miglioristi (la corrente era finanziata con i soldi della Fininvest) e nel 1996 il nostro diventa ministro degli Interni (per la prima volta uno di sinistra), garantendo agli avversari che 'non avrebbe tirato fuori scheletri dall'armadio'". Ma il meglio Napolitano, secondo lo storico britannico, lo dà da presidente della Repubblica: "Nel 2008 firma del lodo Alfano, che 'garantisce a Berlusconi come primo ministro e a lui stesso come presidente l'immunità giudiziaria', dichiarato poi incostituzionale e trasformato nel 2010 nel 'legittimo impedimento', anch'esso dichiarato incostituzionale nel 2011".
E poi una gragnuola di fatti: il mancato scioglimento delle Camere nel 2008, l'entrata in guerra contro la Libia del 2011 (scavalcando costituzione, senza voto parlamentare, violando un trattato di non aggressione), le trame con Monti e Passera per sostituire Berlusconi, modo - secondo Anderson - "completamente incostituzionale". Per non parlare della vicenda della ri-elezione al secondo mandato ("a 87 anni, battuto solo da Mugabe, Peres e dal moribondo re saudita") e delle ultime vicende, con il siluramento del governo Letta. Napolitano, che dovrebbe essere "il guardiano imparziale dell'ordine parlamentare e non interferire con le sue decisione", scrive lo storico britannico, rompe ogni regola. "La corruzione negli affari, nella burocrazia e nella politica tipiche dell'Italia sono adesso aggravate dalla corruzione costituzionale". E poi il caso Mancino e la richiesta di impeachment contro il presidente da parte di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, e l'invocazione della totale immunità nella trattativa Stato-mafia, che Anderson definisce "Nixon-style", termine che evoca scandali come il Watergate. "Ma gli esiti italiani sono stati diversi, come ben sappiamo", fa notare lo storico.
fonte
martedì 20 maggio 2014
DENUNCIA DEL PROF. GIACINTO AURITI l’8 MARZO DEL 93
Denuncia del professor Auriti, docente universitario di diritto,
della truffa dell’emissione monetaria ai danni del popolo. Si tratta di
una registrazione (con rock in sottofondo) di un’intervista concessa da
Auriti a Radio Radicale nel 2000, che non ha avuto nessun seguito nei
mass media nonostante la gravità delle dichiarazioini rilasciate dal
professore.
“Guardi, io ho presentato un disegno di legge al Senato, alla dodicesima, e ripetuta, alla tredicesima legislatura, per la proprietà popolare della moneta.
Questo disegno di legge è fatto di cinquanta parole. Sono due articoli.
Primo articolo, venti parole: “All’atto dell’emissione, la moneta nasce di proprietà dei Cittadini italiani, e va accreditata dalla banca Centrale allo Stato”. La parola più importante è la parola “accreditata”, che sostituisce la parola “addebitata”.
Oggi, quando nasce un bambino, appena è nato, ci sono quaranta milioni di debito. Perché? Perché è una truffa all’origine.
Io ho denunciato per truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio, Ciampi e Fazio.
E allora sono stato invitato a fare una conferenza all’”Hotel delle quattro stagioni” a Rieti, ed è venuto il direttore della banca d’Italia locale… è venuto al microfono.
Dico i testimoni, presenti: il senatore Natali di Ascoli, e il senatore Belloni di Rieti. Duecento persone in sala.
Viene al microfono il direttore della banca d’Italia e dice: “Professor Auriti, le devo fare un rimprovero, perché lei ha insinuato che noi della banca d’Italia siamo dei delinquenti”.
Gli ho detto: “Guardi che è assolutamente falso. Io non ho insinuato. Io ho affermato che voi siete dei delinquenti. E se lei si ritiene offeso, lei mi deve denunciare per calunnia. Perché se lei non lo fa, vuol dire che quello che ho detto è vero.
Qua la lotta è mortale.
O devo andare in galera io per calunnia, o deve andare lei in galera per truffa. Se no, è inutile che parliamo dello Stato di diritto”.
Prendiamo atto che ci troviamo in un regime di usura. Il Governatore della banca Centrale batte moneta con un costo del denaro del duecento per cento. Perché ci presta il dovuto, quindi distrugge il cento per cento di un credito, e carica l’altrettanto cento per cento di debito. Questo non è solamente usura. È truffa. E io gliel’ho dimostrato.
E quando sono stato chiamato dal procuratore della repubblica di Roma Ettore Torri, mi ha chiamato e mi ha detto: “Professor Auriti, lei ha dimostrato l’elemento materiale del reato. Manca il dolo perché… è stato sempre così”.
E allora ho detto: “Scusi – e ho detto “Eccellenza” – prima di tutto faccio notare che la continuazione del reato è un aggravante, non è un esimente… e lei mi dice: È stato sempre così. Poi, secondo punto: io ammetto la buona fede, per carità! Però dobbiamo chiarire: fino a quando non ti ho fatto la denuncia! Dopo che ti ho fatto la denuncia, come la mettiamo?”
Qua il reato seguita. Ed io ho fatto la denuncia l’8 marzo del ’93, insieme a un pugno di miei studenti. Siamo andati alla Procura della Repubblica e abbiamo firmato. Perché io penso che la migliore lezione che possa dare un professore ai suoi studenti è l’esempio. E quando uno da’ questi esempi, esercita la sua dignità. E la dignità gratuita non esiste. Quando io ho fatto la causa contro la banca d’Italia per avere l’accertamento di chi è la proprietà della moneta, mi hanno dato torto, e mi hanno condannato a dieci milioni di spesa, che è stata trattenuta su iniziativa della banca d’Italia – le spese di causa – sul mio stipendio.
Io presi il foglio con cui mi notificavano il pignoramento dello stipendio, e l’ho messo nella bacheca dell’Università, perché ho detto agli studenti: “Ecco, io pago, perché voglio la proprietà popolare della moneta”. È chiaro? La dignità gratuita non esiste. Io mi sento fuori di questo tempo.
Ecco perché ho bisogno di cominciare a lanciare dei messaggi che finalmente possono costituire un’alternativa per le nuove generazioni.
Oramai le nuove generazioni… se noi seguitiamo così, non avranno altra scelta che quella tra il suicidio e la disperazione. Questa avverrà se noi non sostituiremo alla moneta debito, la moneta proprietà. Ecco perché noi abbiamo fatto la scuola di Aquila, che si contrappone a Maastricht. Maastricht è moneta debito. Noi siamo moneta proprietà. È una nuova scuola che è nata”
“Guardi, io ho presentato un disegno di legge al Senato, alla dodicesima, e ripetuta, alla tredicesima legislatura, per la proprietà popolare della moneta.
Questo disegno di legge è fatto di cinquanta parole. Sono due articoli.
Primo articolo, venti parole: “All’atto dell’emissione, la moneta nasce di proprietà dei Cittadini italiani, e va accreditata dalla banca Centrale allo Stato”. La parola più importante è la parola “accreditata”, che sostituisce la parola “addebitata”.
Oggi, quando nasce un bambino, appena è nato, ci sono quaranta milioni di debito. Perché? Perché è una truffa all’origine.
Io ho denunciato per truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio, Ciampi e Fazio.
E allora sono stato invitato a fare una conferenza all’”Hotel delle quattro stagioni” a Rieti, ed è venuto il direttore della banca d’Italia locale… è venuto al microfono.
Dico i testimoni, presenti: il senatore Natali di Ascoli, e il senatore Belloni di Rieti. Duecento persone in sala.
Viene al microfono il direttore della banca d’Italia e dice: “Professor Auriti, le devo fare un rimprovero, perché lei ha insinuato che noi della banca d’Italia siamo dei delinquenti”.
Gli ho detto: “Guardi che è assolutamente falso. Io non ho insinuato. Io ho affermato che voi siete dei delinquenti. E se lei si ritiene offeso, lei mi deve denunciare per calunnia. Perché se lei non lo fa, vuol dire che quello che ho detto è vero.
Qua la lotta è mortale.
O devo andare in galera io per calunnia, o deve andare lei in galera per truffa. Se no, è inutile che parliamo dello Stato di diritto”.
Prendiamo atto che ci troviamo in un regime di usura. Il Governatore della banca Centrale batte moneta con un costo del denaro del duecento per cento. Perché ci presta il dovuto, quindi distrugge il cento per cento di un credito, e carica l’altrettanto cento per cento di debito. Questo non è solamente usura. È truffa. E io gliel’ho dimostrato.
E quando sono stato chiamato dal procuratore della repubblica di Roma Ettore Torri, mi ha chiamato e mi ha detto: “Professor Auriti, lei ha dimostrato l’elemento materiale del reato. Manca il dolo perché… è stato sempre così”.
E allora ho detto: “Scusi – e ho detto “Eccellenza” – prima di tutto faccio notare che la continuazione del reato è un aggravante, non è un esimente… e lei mi dice: È stato sempre così. Poi, secondo punto: io ammetto la buona fede, per carità! Però dobbiamo chiarire: fino a quando non ti ho fatto la denuncia! Dopo che ti ho fatto la denuncia, come la mettiamo?”
Qua il reato seguita. Ed io ho fatto la denuncia l’8 marzo del ’93, insieme a un pugno di miei studenti. Siamo andati alla Procura della Repubblica e abbiamo firmato. Perché io penso che la migliore lezione che possa dare un professore ai suoi studenti è l’esempio. E quando uno da’ questi esempi, esercita la sua dignità. E la dignità gratuita non esiste. Quando io ho fatto la causa contro la banca d’Italia per avere l’accertamento di chi è la proprietà della moneta, mi hanno dato torto, e mi hanno condannato a dieci milioni di spesa, che è stata trattenuta su iniziativa della banca d’Italia – le spese di causa – sul mio stipendio.
Io presi il foglio con cui mi notificavano il pignoramento dello stipendio, e l’ho messo nella bacheca dell’Università, perché ho detto agli studenti: “Ecco, io pago, perché voglio la proprietà popolare della moneta”. È chiaro? La dignità gratuita non esiste. Io mi sento fuori di questo tempo.
Ecco perché ho bisogno di cominciare a lanciare dei messaggi che finalmente possono costituire un’alternativa per le nuove generazioni.
Oramai le nuove generazioni… se noi seguitiamo così, non avranno altra scelta che quella tra il suicidio e la disperazione. Questa avverrà se noi non sostituiremo alla moneta debito, la moneta proprietà. Ecco perché noi abbiamo fatto la scuola di Aquila, che si contrappone a Maastricht. Maastricht è moneta debito. Noi siamo moneta proprietà. È una nuova scuola che è nata”
lunedì 19 maggio 2014
La FINE dell'Italia: entro 4 anni saremo 3° mondo, ecco le PROVE
- a cura di nocensura.com
Con l'entrata in vigore del Fiscal Compact e dell'ERF, è in arrivo la batosta finale sul nostro paese; ci toglieranno anche le mutande, ci relegheranno a tutti gli effetti ad essere una COLONIA: le nostre principali aziende, le 'eccellenze italiane' in mano ai privati se le sono già acquistate e le stanno acquistando; ora tocca ai beni pubblici, ad iniziare dalle principali aziende, le più importanti...
Chi ci segue da tempo sa bene a cosa ci stiamo riferendo: ne abbiamo parlato a partire dal 2011.
Oggi parliamo di crisi, oggi 'siamo' in crisi, ma ahimè, la crisi vera, deve ancora arrivare! Questo è niente rispetto allo scenario che si prospetta in questo paese, al di la delle 'confortanti' parole pronunciate ogni anno dai nostri politici, che prima "non vedevano la crisi" e oggi vedono "la fine della crisi", con la ripresa che puntualmente avrà inizio l'anno successivo... e poi quello successivo ancora, e ancora ancora e ancora! Un teatrino di infimo livello di cui sempre più italiani si stanno rendendo conto.
Questione di poco dovremo affrontare il CRACK dell'INPS: e saranno DOLORI. Nessuno ne parla, ma numeri alla mano, è INEVITABILE.
Le grandi aziende continuano a delocalizzare: l'inarrestabile processo di delocalizzazione non è ancora stato ultimato, e la "colpa" non dobbiamo darla alle imprese, ma a chi ha reso conveniente delocalizzare (anche se le multinazionali sono una estensione del sistema bancario) una vera e propria EUTANASIA per l'Italia: ci hanno lasciato morire, e la DISINFORMAZIONE ha coperto questa PRECISA STRATEGIA consapevole. Non può essere altrimenti: chi, potrebbe non capire, che rendere conveniente delocalizzare avrebbe distrutto l'economia italiana e di molte altre nazioni occidentali? (Germania a parte)
Mentre le piccole aziende CHIUDONO: perché non possono reggere la concorrenza di chi ha delocalizzato, e/o perchè la op-pressione fiscale è INSOSTENIBILE !!!
E ora arrivano gli annunciati 'fiscal compact' ed ERF, a fare man bassa delle nostre aziende rimaste, almeno in parte, pubbliche, e magari anche dei beni demaniali: in Grecia stanno (s)vendendo le isolette, chissà che non possiamo farlo anche noi... ah no: noi stiamo SVENDENDO l'Italia intera...!!!
Editoriale a cura di nocensura.com
Siamo "alle porte con i sassi" dell'entrata in vigore del fiscal compact: di cui su questo blog abbiamo iniziato a parlare fin prima dell'approvazione, così come nel caso del MES (meccanismo europeo di stabilità) di cui iniziammo a parlare dai primi di Novembre del 2011, fino all'approvazione in aula e tutt'oggi.
Circa i drammatici effetti che avrà il trattato sulle nostre vite, vi rimandiamo a questo nostro articolo del Luglio 2012, che lo spiega in modo chiaro e semplice.
Dopo averci condotto nella spirale di un debito che prevedibilmente ed inevitabilmente sarebbe aumentato sempre di più, fino ai livelli attuali, ora il sistema bancario ci chiede un ulteriore conto: si, perché questo si somma agli oltre 3.100 MILIARDI che abbiamo pagato SOLO A TITOLO DI INTERESSI negli ultimi 30 anni: una cifra MOSTRUOSA, di ben 1.000 MILIARDI di euro superiore all'attuale debito pubblico: una cifra colossale, che vale quanto 30 manovre finanziarie "lacrime e sangue", ma nei prossimi anni, oltre a pagare 80-90 miliardi all'anno di interesse, dovremo anche impegnarci nel diminuire il debito pubblico, in rate ventennali da 40-45 miliardi.
Renzi e gli altri politici pontificano in TV "che lo dobbiamo fare per i nostri figli"; parlano di sprechi, di malagestione, e qualcuno anche della corruzione e delle ruberie, come se il debito fosse provocato da questo: ed è ciò che crede la MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI:
Nell'immaginario collettivo il debito è dovuto al fatto che lo Stato italiano ha chiesto prestiti: come fanno i privati con le banche, alle quali chiedono credito e lo rimborsano a rate; non è così!
Il debito pubblico NON è dovuto da richieste di credito dell'Italia nei confronti delle banche, centrali o non; NE dagli sprechi e dalle ruberie: che sono state sempre addebitate agli italiani mediante le tasse, che negli ultimi 30 anni sono aumentate vertiginosamente, certamente anche a casua della malagestione della cosa pubblica: ma anche e sopratutto per pagare gli interessi sul debito pubblico alle banche, che come dimostra la tabella sopra, (vedi l'articolo sui 3.100 mld pagati negli ultimi 30 anni) ha sempre ammontato a svariate decine di miliardi all'anno: una cifra che vale un paio di finanziarie "lacrime e sangue".
IL DEBITO PUBBLICO è la "normale" conseguenza del fatto che il SISTEMA MONETARIO è basato sul DEBITO: i soldi vengono ADDEBITATI e non ACCREDITATI allo Stato.
Le nazioni NON emettono moneta: l'emissione monetaria è gestita dalle banche centrali, che a loro volta sono di proprietà privata (1)
(1) Su Wikipedia sono elencati i soci della Banca d'Italia: ovvero, le banche private italiane, Compagnie assicurative, e una piccola percentuale detenuta dall'INPS; la Banca d'Italia è quindi di proprietà dei banchieri privati.
La Bce a sua volta è di proprietà delle banche centrali dei paesi che hanno aderito all'eurozona: la Banca d'Italia detiene il 12% delle quote. Essendo Banca d'Italia di proprietà delle banche private, possiamo affermare che questi possiedono il 12% della BCE. Le banche centrali di quasi tutte le nazioni del mondo sono gestite da banchieri privati.
Le nazioni emettono "titoli di Stato" e li collocano sul mercato: le banche investono su di essi, e ricevono un interesse; lo stato ottiene liquidità in questo modo. TUTTO L'AMMONTARE CIRCOLANTE, è stato emesso in questo modo.
Sull'intero ammontare monetario circolante, le nazioni pagano interessi.
E si tratta di un debito inestinguibile: poiché per ogni 100€ emessi, le banche chiedono un interesse annuale - ad esempio - del 3%: quindi dovremmo rimborsare 103€ dopo un anno: 106 dopo 2 anni, etc.
Il debito è una voragine inestinguibile: che poi viene ripagato con i BENI REALI, ovvero i pignoramenti, le svendite dei beni demaniali, etc. E così la carta straccia stampata senza nessuna riserva aurea, ne altro, diventa case, edifici, terreni, beni di ogni tipo.
Se considerate che vengono richiesti interessi sull'intero ammontare circolante di soldi, capite bene che la somma che dovrebbe essere risarcita è superiore, e pertanto il debito è INESTINGUIBILE.
Edison e Ford già nel 1921 scrivevano sull'ASSURDITA' TOTALE del fatto che anziché stampare moneta, lo stato se la facesse PRESTARE dai banchieri privati, corrispondendo loro un interesse. UNA TRUFFA IMMENSA!
Informatevi sul funzionamento del sistema monetario: sul signoraggio bancario, sulla vera origine del debito pubblico, e scoprirete la grande truffa, più difficile da credere, che da capire...
Staff nocensura.com
domenica 18 maggio 2014
Un sabato da leoni
Ieri giornata impegnativa per i militanti di Vox Populi stamane in sostegno della Lotta dei malati di SLA, nel pomeriggio in solidarietà con i tassisti contro l'illegalità, stasera con le Sentinelle in Piedi contro la legge per l'omofobia.
I nostri militanti di Vox Populi ore 11,00 Milano palazzo della regione, a sostegno della lotta dei malati di SLA.
I nostri militanti di Vox Populi, ore 15,00 Milano giardini Montanelli a sostegno della lotta dei tassisti contro illegalità e Uber.
I nostri militanti di Vox Populi, ore 18,00 Milano pzza XXV aprile, con le Sentinelle in Piedi, protestano contro la legge sull'omofobia.
venerdì 16 maggio 2014
Oms decreta allerta globale per la diffusione di poliomielite
In 9 paesi, tra cui la Siria, in ripresa la
malattia che doveva essere eradicata già nel 2000 (e ora nel 2018). Ma
l'Italia è protetta. Il rischio di infettare altri Paesi. Nelle nostre
regioni ultimo caso più di 30 anni fa
STATO di allerta per la salute pubblica globale. L'Organizzazione mondiale della Sanità ha deciso di decretare l'allarme per la poliomielite: tra tutti gli Stati dove attualmente la malattia è presente (Camerun, Guinea equatoriale, Etiopia, Nigeria, Somalia, Afghanistan, Pakistan, Siria ed Israele) alcuni hanno esportato il virus nei primi mesi dell'anno, periodo climaticamente poco favorevole per la trasmissione della malattia: è successo in Asia, dal Pakistan all'Afghanistan, in Africa dal Camerun alla Guinea, in Medio Oriente dalla Siria all'Iraq.
E poiché invece maggio e giugno sono considerati i mesi ad alta trasmissione l'Oms ha deciso di intervenire immediatamente chiedendo ai nove Stati con casi di poliomielite una strategia globale, l'unica che può risultare efficace nel bloccare la circolazione del virus nei Paesi in cui la vaccinazione ha una copertura bassa e le condizioni igieniche e ambientali sono pessime. La malattia colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni e si contagia per via oro-fecale attraverso l'ingestione di acqua o cibi contaminati o saliva, colpi di tosse e starnuti. I virus (di tre tipi) colpiscono il sistema nervoso provocando paralisi ai muscoli delle gambe e talvolta delle braccia. Non è curabile ma, grazie al vaccino, è stata eradicata in molte aree del pianeta. L'ultimo caso in Italia è stato registrato nel 1982.
"La poliomielite è considerata ancora endemica in Pakistan, Afghanistan e Nigeria - premette Silvia Declich, direttore del reparto di Epidemiologia delle malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità - anche se con numeri non alti. Nel 2013 si sono registrati 93 casi in Pakistan, 53 in Nigeria e 14 in Afghanistan. Secondo l'Oms però il 60% del totale dei casi a livello mondiale è dovuto a casi importati, tanto da giustificare la dichiarazione di allerta e le raccomandazioni agli Stati".
Cinque passi per tentare di arginare il diffondersi della malattia. Innanzi tutto la dichiarazione dell'emergenza di salute pubblica nazionale per gli Stati che hanno esportato casi (Pakistan, Camerun eSiria)e poi alcune regole sia per i residenti che per i viaggiatori che restino più di quattro settimane nei paesi: per tutti loro vaccinazione da 4 settimane ad un anno prima di un viaggio internazionale. Chi deve uscire dal paese entro un mese, e non è stato vaccinato in precedenza, verrà vaccinato alla partenza per avere comunque una parte di beneficio. I viaggiatori dovranno avere un certificato di vaccinazione internazionale. Tutte queste misure resteranno in vigore per almeno sei mesi dall'ultimo caso di esportazione di malattia. Misure simili negli altri sei Stati dove la malattia non è stata esportata.
Ma c'è il rischio che la poliomielite possa arrivare anche nelle aree polio-free come l'Europa? "I virus non si possono fermare - premette Silvia Declich - ma la copertura vaccinale elevata funziona perfettamente e blocca la circolazione della malattia. Tanto che in Israele, dove il virus è stato riscontrato nelle acque reflue, non ci sono stati casi di malati perché la copertura vaccinale è elevata. Sono però malattie che potrebbero tornare se si abbassasse la soglia dei vaccinati. In Italia oggi siamo assolutamente garantiti da quella che si chiama "immunità di gregge": se la percentuale di vaccinati è elevatissima la malattia non circola, anche se qualcuno non si vaccina. Ma se i genitori dovessero decidere di cominciare a non vaccinare i bambini per una malattia che ritengono erroneamente estinta, il rischio potrebbe aumentare. Evitiamo però allarmismi: la sorveglianza che viene effettuata di routine sulle acque reflue del nostro paese, comprese quelle di alcune zone siciliane con forte presenza di immigrazione, ha dato risultati negativi. E se anche un viaggiatore vaccinato dovesse recarsi in uno dei paesi con la polio non rischierebbe nulla, anche se l'Oms raccomanda in via precauzionale una dose aggiuntiva di vaccino prima di partire". Eradicare la malattia resta un obiettivo possibile, sempre posticipato e fissato adesso per il 2018. L'India si è dichiarata polio free nel 2012 e la stessa Nigeria ha messo in atto una serie di campagne di immunizzazione che porteranno all'uscita dalla lista dei paesi endemici. E, sebbene i casi non siano numericamente consistenti, il costo della vaccinazione, secondo esperti di farmacoeconomia, costerebbe circa un miliardo per anno. Per arrivare alla scomparsa della malattia.
fonte
giovedì 15 maggio 2014
“Mutuo con tassi usurai”: condannata una banca
Sentenza del giudice di pace di Domodossola, la causa promossa dal consigliere comunale Folino
La sentenza è stata emessa dal giudice di pace di Domodossola
renato balducci
Una sentenza «storica» quella pronunciata dal giudice di pace di
Domodossola, una sentenza che potrà essere in grado di porre una pietra
miliare nella giurisprudenza relativa all’usura sui mutui. Il giudice
Carlo Crapanzano, ha condannato la Barclays Bank al pagamento di 261
euro, oltre gli interessi legali, per quanto concerne una sola rata
mensile di un mutuo ipotecario contratto da un cliente di Domodossola.
La sentenza è arrivata dagli uffici del giudice di pace di via
Marzabotto a Domodossola, per ora ancora aperti.
La causa è stata promossa da Daniele Folino, consigliere comunale di Domodossola e anche presidente della associazione «Mutui Usurai.it». Assistito dall’avvocato Domenico Capristo, Folino sostiene, seguendo gli insegnamenti della Corte di Cassazione in una sua ultima pronuncia del 2013, che il mutuo contratto fosse usurario, considerando anche il tasso di mora. Le banche, da sempre, sostengono che il tasso di mora, cioè l’interesse aggiuntivo da pagarsi in caso di ritardo nel versamento della rata, non vada conteggiato ai fini dello «sforamento» del tasso di usura.
La Cassazione ha bacchettato l’atteggiamento delle banche dicendo che occorre tener conto anche di questo onere ipotetico e aggiuntivo. Ora la giurisprudenza di merito - grazie al giudice di pace di Domodossola - comincia a dar corpo a quest’orientamento. Nel caso in questione, il giudice di pace ha dichiarato che il mutuo, così com’era strutturato dalla banca, fosse da considerarsi usurario, condannando a restituire la quota di interessi pagata. Sarebbe la prima sentenza in Italia che applica i principi della Cassazione.
«Può aprirsi una parentesi rivoluzionaria - spiega Folino - per i titolari di un mutuo e che, considerando il tasso di mora e gli oneri aggiuntivi, potrebbero vedersi restituire tutti gli interessi pagati finora e, addirittura, giungere a una pronuncia di trasformazione del mutuo da oneroso a gratuito». Questo perché di fronte a un pronunciamento di un giudice circa la «usurarietà» del mutuo si applicano le conseguenze previste da un articolo del codice civile sulla nullità delle clausole che prevedono gli interessi sul mutuo. E’ facile comprendere la portata della vicenda per chi importi copiosi da restituire alle banche.
La causa è stata promossa da Daniele Folino, consigliere comunale di Domodossola e anche presidente della associazione «Mutui Usurai.it». Assistito dall’avvocato Domenico Capristo, Folino sostiene, seguendo gli insegnamenti della Corte di Cassazione in una sua ultima pronuncia del 2013, che il mutuo contratto fosse usurario, considerando anche il tasso di mora. Le banche, da sempre, sostengono che il tasso di mora, cioè l’interesse aggiuntivo da pagarsi in caso di ritardo nel versamento della rata, non vada conteggiato ai fini dello «sforamento» del tasso di usura.
La Cassazione ha bacchettato l’atteggiamento delle banche dicendo che occorre tener conto anche di questo onere ipotetico e aggiuntivo. Ora la giurisprudenza di merito - grazie al giudice di pace di Domodossola - comincia a dar corpo a quest’orientamento. Nel caso in questione, il giudice di pace ha dichiarato che il mutuo, così com’era strutturato dalla banca, fosse da considerarsi usurario, condannando a restituire la quota di interessi pagata. Sarebbe la prima sentenza in Italia che applica i principi della Cassazione.
«Può aprirsi una parentesi rivoluzionaria - spiega Folino - per i titolari di un mutuo e che, considerando il tasso di mora e gli oneri aggiuntivi, potrebbero vedersi restituire tutti gli interessi pagati finora e, addirittura, giungere a una pronuncia di trasformazione del mutuo da oneroso a gratuito». Questo perché di fronte a un pronunciamento di un giudice circa la «usurarietà» del mutuo si applicano le conseguenze previste da un articolo del codice civile sulla nullità delle clausole che prevedono gli interessi sul mutuo. E’ facile comprendere la portata della vicenda per chi importi copiosi da restituire alle banche.
mercoledì 14 maggio 2014
Il dilagare della nuova Tangentopoli: dal sistema Sesto a Expo
di DANIELE VITTORIO COMERO
Sono passati da poco vent’anni dall’esplosione di tangentopoli che si è arrivati a toccare con mano un altro sistema, peggiore del precedente, che ha preso il nome dalla città dove il caso è emerso con chiarezza – Sesto San Giovanni – ma avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente “sistema Roma”. In che cosa consiste è presto detto. Nel 1994 Filippo Penati diventa sindaco di Sesto e si ritrova a gestire il risultato della chiusura di parecchi stabilimenti, come la Falk e la Magneti Marelli, con il ritorno sul mercato immobiliare di enormi aree urbane, da regolamentare tramite piano regolatore. Da sindaco a gestore il passo è breve, come ha messo in evidenza uno dei protagonisti di quel periodo, Piero Di Caterina, che alla fine si è ribellato alla “gestione” familistica della cosa pubblica da parte di gruppi di potere, che utilizzano i partiti per fare affari personali. Di Caterina tre anni fa ha iniziato a raccontare del sistema di gestione del Comune di Sesto e la procura di Monza ha svolto delle accurate indagini individuando tutta la “banda” del sistema Sesto. Una squadra assortita capitanata da Filippo Penati, nel 2009 è arrivato fino a Roma, a controllare il PD, nel periodo della segreteria Bersani, come braccio destro dell’ex-segretario.
Settimana scorsa, giovedì 8 maggio, quasi in contemporanea sono scoppiate quattro bombe giudiziarie: l’arresto del forzista Scajola, presunto ponte tra ndrangheta e centro destra, l’EXPO con sette arresti nel sottobosco politico legato agli appalti, poi sette arresti nel mondo della finanza con i fratelli Magnoni (quelli del famoso conto coperto “Quercia”) per il crack SOPAF, infine altri quattro arresti tra Novara e Milano sulla materia ambientale e dei rifiuti con un nome pesante per la politica milanese. Tutti i giornali e le televisioni hanno parlato ampiamente del ritorno di due protagonisti di tangentopoli, Frigerio e Greganti, democristiano e comunista, ora forzista e democratico, ancora attivi a Milano nel condizionare appalti, nomine e carriere. In questo terremoto, in mezzo al polverone c’è anche il significativo caso dell’avv. Antonino Princiotta (nella foto), arrestato con altri tre, a Novara, per aver preso una presunta tangente di 60mila euro. Il nome non dice molto al grande pubblico, perché è un uomo ombra, che non appare, se non quando sono i giudici a chiamarlo per fargli domande specifiche. In questi ultimi anni è comparso a Monza nel processo alla banda del cosiddetto “Sistema Sesto” che, forse, è un po’ il filo conduttore di tutti questi casi.
Il Princiotta è uno dei pezzi più importanti del gruppo, per il fatto di essere laureato – Penati e Franco Maggi, già capo della TV del PD, non lo sono – e svolge una funzione pubblica di grande delicatezza come quella di segretario comunale e provinciale. L’unione fa la forza per loro, in questo modo le due figure che per legge sono distinte, quella di decisore politico e amministrativo, si sono sovrapposte in un pericoloso intreccio. Quanto sia stata pericolosa questa commistione è fin troppo evidente.
A Novara il Princiotta era giunto alla fine del 2009, proveniente da Milano, per l’esattezza dalla Provincia, dove da pochi mesi aveva preso il comando Guido Podestà, il quale non ci aveva messo molto a capire la pericolosità dell’ingombrante residuo dell’epoca penatiana. Nel giro di pochi mesi, come la legge gli concede, gli ha messo in mano il foglio di via al termine del periodo di prova. Il fatto curioso è che, messo alla porta dal coordinatore PDL a Milano, è accolto a braccia aperte dallo stesso partito in Piemonte, per un bel incarico multiplo alla Provincia di Novara. Infatti, al primo incarico se ne aggiungeranno molti altri, da quello di direttore generale a consulente e dirigente ad interim del settore ambiente, dove poi ci lascia la zampina.
Dopo l’arresto del direttore-segretario, il presidente della Provincia di Novara Diego Sozzani, già PDL ora Forza Italia, convoca una conferenza stampa per ribadire: “Mi sento tradito da Princiotta”. Ai giornalisti sbigottiti, che conoscevano di fama il soggetto, non resta altro che chiedere conto della scelta. Sozzani risponde: ”Aveva un bel curriculum ed esperienza in un ente più grande, proveniva da una amministrazione di colore politico opposta alla mia. Mi sembrava che offrisse ampie garanzie”. Sul sito web della Provincia è ancora visibile il curriculum dell’ex-segretario, composto da una paginetta scarsa, mezza vuota, dove l’unica cosa che colpisce è il fatto di essere “cultore della materia” in diritto pubblico. Sozzani ora ha cambiato idea sul Princiotta, certo che sarebbe bastato guardarlo bene in faccia, al più fare qualche telefonata per sapere che il funzionario non era solo un vecchio tesserato Pci-Pds-Ds confluito nel PD ai massimi livelli, ma un perno di un sistema che i giudici di Monza stanno evidenziando, a partire dal caso delle azioni della Milano-Serravalle, strapagate con un operazione che ha messo in ginocchio l’ente di Milano.
Subito dopo l’arresto anche il PD novarese ha convocato una conferenza stampa per chiedere le dimissioni di Sozzani e della giunta. Pure la Lega, per bocca di Luca Bona reagisce a muso duro: “Non siamo intervenuti sulle ultime vicende riguardati l’ex segretario generale della Provincia in quanto, come è noto, abbiamo sempre sostenuto l’inopportunità di alcune scelte operate in passato, che comunque sono di esclusiva competenza del Presidente della Provincia. Sono il PD, partito di riferimento di Penati e del cosiddetto ‘sistema Sesto’, e Forza Italia che hanno portato a Novara il suddetto funzionario.”
Al lettore interessato ad approfondire gli intrecci e capire l’intera vicenda, delle larghe intese politiche da sinistra a destra, si segnala un articolo sul giornale on-line torinese LoSpiffero.com, che riporta uno spaccato dei legami politici tra Milano, Novara, Tortona e Genova. Di come la sede della Provincia di Novara sia diventata epicentro accogliendo l’alto funzionario di cui si è sempre sussurrato: “Quello? Non lo smuovono neppure le cannonate”.
Giovedì scorso a smuovere, letteralmente, di casa il Princiotta, sono stati i carabinieri per portarlo a San Vittore.
Il problema è che questo lavoro doveva essere fatto dalla politica, non dai giudici. Cinque anni fa avrebbero dovuto entrare in funzione gli anticorpi per evitare la diffusione totale del sistema Sesto, come il caso Expo sta dimostrando. Non è successo ed è un grosso guaio.
Se un dirigente pubblico viene lautamente retribuito (Antonino Princiotta nel 2012 ha incassato un totale di 214.842 euro, compresi 56mila euro di premio di risultato) per degli incarichi di responsabilità importanti, solo in forza di un rapporto fiduciario, quindi per cooptazione di gruppo, allora ci deve essere un bilanciamento, con una responsabilità politica oggettiva che colpisce il politico che ha operato la scelta.
Il giudizio sui politici e sul loro operato nel nostro ordinamento costituzionale compete solo agli elettori, non ai giudici. Sarebbe auspicabile un lavoro preventivo da parte dei partiti, ma un po’ tutti appaiono dominati da gruppi poco inclini al senso critico, come sta dimostrando Matteo Renzi. Ha ragione Sozzani a temere gli elettori novaresi, ad avere paura di perdere il treno per Torino, nel prossimo voto per le regionali del Piemonte, l’ultimo a sua disposizione.
Rimane da capire a chi gli elettori faranno pagare il conto politico, delle cattive scelte operate nella gestione del progetto Expo (prontamente segnalate dalla magistratura), alle prossime elezioni europee del 25 maggio.
Blog:
http://danielevittoriocomero.blogspot.it/
Sono passati da poco vent’anni dall’esplosione di tangentopoli che si è arrivati a toccare con mano un altro sistema, peggiore del precedente, che ha preso il nome dalla città dove il caso è emerso con chiarezza – Sesto San Giovanni – ma avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente “sistema Roma”. In che cosa consiste è presto detto. Nel 1994 Filippo Penati diventa sindaco di Sesto e si ritrova a gestire il risultato della chiusura di parecchi stabilimenti, come la Falk e la Magneti Marelli, con il ritorno sul mercato immobiliare di enormi aree urbane, da regolamentare tramite piano regolatore. Da sindaco a gestore il passo è breve, come ha messo in evidenza uno dei protagonisti di quel periodo, Piero Di Caterina, che alla fine si è ribellato alla “gestione” familistica della cosa pubblica da parte di gruppi di potere, che utilizzano i partiti per fare affari personali. Di Caterina tre anni fa ha iniziato a raccontare del sistema di gestione del Comune di Sesto e la procura di Monza ha svolto delle accurate indagini individuando tutta la “banda” del sistema Sesto. Una squadra assortita capitanata da Filippo Penati, nel 2009 è arrivato fino a Roma, a controllare il PD, nel periodo della segreteria Bersani, come braccio destro dell’ex-segretario.
Settimana scorsa, giovedì 8 maggio, quasi in contemporanea sono scoppiate quattro bombe giudiziarie: l’arresto del forzista Scajola, presunto ponte tra ndrangheta e centro destra, l’EXPO con sette arresti nel sottobosco politico legato agli appalti, poi sette arresti nel mondo della finanza con i fratelli Magnoni (quelli del famoso conto coperto “Quercia”) per il crack SOPAF, infine altri quattro arresti tra Novara e Milano sulla materia ambientale e dei rifiuti con un nome pesante per la politica milanese. Tutti i giornali e le televisioni hanno parlato ampiamente del ritorno di due protagonisti di tangentopoli, Frigerio e Greganti, democristiano e comunista, ora forzista e democratico, ancora attivi a Milano nel condizionare appalti, nomine e carriere. In questo terremoto, in mezzo al polverone c’è anche il significativo caso dell’avv. Antonino Princiotta (nella foto), arrestato con altri tre, a Novara, per aver preso una presunta tangente di 60mila euro. Il nome non dice molto al grande pubblico, perché è un uomo ombra, che non appare, se non quando sono i giudici a chiamarlo per fargli domande specifiche. In questi ultimi anni è comparso a Monza nel processo alla banda del cosiddetto “Sistema Sesto” che, forse, è un po’ il filo conduttore di tutti questi casi.
Il Princiotta è uno dei pezzi più importanti del gruppo, per il fatto di essere laureato – Penati e Franco Maggi, già capo della TV del PD, non lo sono – e svolge una funzione pubblica di grande delicatezza come quella di segretario comunale e provinciale. L’unione fa la forza per loro, in questo modo le due figure che per legge sono distinte, quella di decisore politico e amministrativo, si sono sovrapposte in un pericoloso intreccio. Quanto sia stata pericolosa questa commistione è fin troppo evidente.
A Novara il Princiotta era giunto alla fine del 2009, proveniente da Milano, per l’esattezza dalla Provincia, dove da pochi mesi aveva preso il comando Guido Podestà, il quale non ci aveva messo molto a capire la pericolosità dell’ingombrante residuo dell’epoca penatiana. Nel giro di pochi mesi, come la legge gli concede, gli ha messo in mano il foglio di via al termine del periodo di prova. Il fatto curioso è che, messo alla porta dal coordinatore PDL a Milano, è accolto a braccia aperte dallo stesso partito in Piemonte, per un bel incarico multiplo alla Provincia di Novara. Infatti, al primo incarico se ne aggiungeranno molti altri, da quello di direttore generale a consulente e dirigente ad interim del settore ambiente, dove poi ci lascia la zampina.
Dopo l’arresto del direttore-segretario, il presidente della Provincia di Novara Diego Sozzani, già PDL ora Forza Italia, convoca una conferenza stampa per ribadire: “Mi sento tradito da Princiotta”. Ai giornalisti sbigottiti, che conoscevano di fama il soggetto, non resta altro che chiedere conto della scelta. Sozzani risponde: ”Aveva un bel curriculum ed esperienza in un ente più grande, proveniva da una amministrazione di colore politico opposta alla mia. Mi sembrava che offrisse ampie garanzie”. Sul sito web della Provincia è ancora visibile il curriculum dell’ex-segretario, composto da una paginetta scarsa, mezza vuota, dove l’unica cosa che colpisce è il fatto di essere “cultore della materia” in diritto pubblico. Sozzani ora ha cambiato idea sul Princiotta, certo che sarebbe bastato guardarlo bene in faccia, al più fare qualche telefonata per sapere che il funzionario non era solo un vecchio tesserato Pci-Pds-Ds confluito nel PD ai massimi livelli, ma un perno di un sistema che i giudici di Monza stanno evidenziando, a partire dal caso delle azioni della Milano-Serravalle, strapagate con un operazione che ha messo in ginocchio l’ente di Milano.
Subito dopo l’arresto anche il PD novarese ha convocato una conferenza stampa per chiedere le dimissioni di Sozzani e della giunta. Pure la Lega, per bocca di Luca Bona reagisce a muso duro: “Non siamo intervenuti sulle ultime vicende riguardati l’ex segretario generale della Provincia in quanto, come è noto, abbiamo sempre sostenuto l’inopportunità di alcune scelte operate in passato, che comunque sono di esclusiva competenza del Presidente della Provincia. Sono il PD, partito di riferimento di Penati e del cosiddetto ‘sistema Sesto’, e Forza Italia che hanno portato a Novara il suddetto funzionario.”
Al lettore interessato ad approfondire gli intrecci e capire l’intera vicenda, delle larghe intese politiche da sinistra a destra, si segnala un articolo sul giornale on-line torinese LoSpiffero.com, che riporta uno spaccato dei legami politici tra Milano, Novara, Tortona e Genova. Di come la sede della Provincia di Novara sia diventata epicentro accogliendo l’alto funzionario di cui si è sempre sussurrato: “Quello? Non lo smuovono neppure le cannonate”.
Giovedì scorso a smuovere, letteralmente, di casa il Princiotta, sono stati i carabinieri per portarlo a San Vittore.
Il problema è che questo lavoro doveva essere fatto dalla politica, non dai giudici. Cinque anni fa avrebbero dovuto entrare in funzione gli anticorpi per evitare la diffusione totale del sistema Sesto, come il caso Expo sta dimostrando. Non è successo ed è un grosso guaio.
Se un dirigente pubblico viene lautamente retribuito (Antonino Princiotta nel 2012 ha incassato un totale di 214.842 euro, compresi 56mila euro di premio di risultato) per degli incarichi di responsabilità importanti, solo in forza di un rapporto fiduciario, quindi per cooptazione di gruppo, allora ci deve essere un bilanciamento, con una responsabilità politica oggettiva che colpisce il politico che ha operato la scelta.
Il giudizio sui politici e sul loro operato nel nostro ordinamento costituzionale compete solo agli elettori, non ai giudici. Sarebbe auspicabile un lavoro preventivo da parte dei partiti, ma un po’ tutti appaiono dominati da gruppi poco inclini al senso critico, come sta dimostrando Matteo Renzi. Ha ragione Sozzani a temere gli elettori novaresi, ad avere paura di perdere il treno per Torino, nel prossimo voto per le regionali del Piemonte, l’ultimo a sua disposizione.
Rimane da capire a chi gli elettori faranno pagare il conto politico, delle cattive scelte operate nella gestione del progetto Expo (prontamente segnalate dalla magistratura), alle prossime elezioni europee del 25 maggio.
Blog:
http://danielevittoriocomero.blogspot.it/
martedì 13 maggio 2014
L’euro, va svalutato! A 1,40 sul dollaro è un suicidio
Sono
ormai anni che lo dico e lo scrivo. Fermo restando che l’euro
rappresenta la metastasi di quel cancro chiamato Europa. L’euro è
comunque un problema anche se fosse legale, perchè è troppo forte sulle altre monete usate per scambi commerciali, come Yen giapponese, Lira Sterlina ma soprattutto sul Dollaro Usa e deve quindi essere svalutato almeno del 30%.
Sono
oltre 5 anni che abbiamo difficoltà su difficoltà e che le gravi
difficoltà come quello che stiamo soffrendo dipendono anche dal fatto
che l’euro è una moneta troppo forte rispetto al dollaro. Se vi
ricordate, all’inizio valeva solo 85 centesimi; L’America, con i “mutui
sub prime”, è colpevole di aver creato una crisi peggiore di quella del
1929. Ma il Governo Usa – contrariamente a noi – dall’inizio della crisi
ha detto “le banche hanno fatto il danno, adesso lo risolvano”, mentre
noi le abbiamo riempite di soldi dei contribuenti.
Ma,
fortunatamente o sfortunatamente dipende dai punti di vista, la Lehman
Brothers crolla e subito il Governo usa corre ai ripari. In che modo?
Semplice, fa quello che ha sempre fatto che fa e che sempre farà un
Paese Sovrano, Un Paese è Sovrano solo quando stampa, emette, conia una propria moneta. Se
noi italiani potessimo stampare una cifra pari a 16 miliardi di euro al
mese potremmo dire basta ai guai. ma torniamo agli Usa. La FED, per
affrontare la crisi, comincia a stampare 85 miliardi di dollari al mese
ed ha rilanciato l’economia. Noi utili italioti, invece? Noi Regione
d’Europa? Europa Regione della Germania?
Abbiamo adottato una moneta senza Stato e senza Banca di ultima garanzia.
Noi italioti e soprattutto i politici italioti non siamo capaci di
chiedere, di pretendere il minimo sindacale e cioè: che l’euro torni
almeno alla pari col dollaro e creare una Banca di Stato, una Banca
Nazionale, Una Banca degli Italiani, una Banca di ultima garanzia che ci
farebbe risparmiare almeno 50/60 miliardi di euro, prendendo attingendo
direttamente dalla Bce, anziché dalle banche private italiane che fanno
signoraggio sul proprio Stato.
Armando Manocchia
Tratto da:http://www.imolaoggi.it
lunedì 12 maggio 2014
Europa,Euro,Banche…Tutto da rifare
Nonostante i tentativi di una sinistra becera
al servizio delle banche e del liberal capitalismo, si è tenuta la
conferenza voluta da Vox Populi su "Euro Europa, Banche, un sistema da
riformare" in collaborazione con la Lega Nord a cui rinnoviamo
i nostri ringraziamenti. Partecipata e coinvolgente, come sempre con i
vari interventi dei relatori presenti On. Marco Riondini, Claudio
D'Amico Lega Nord, Yari Colla consigliere Lega Nord, Giulio Livoni
finanziario e Carlo Persano Imprenditore, oltre ovviamente alla nostra
Alberta Mantegani e Giacomo Ghilardi consigliere comunale, interessanti
le domande del pubblico stimolate dagli interventi dei relatori, sulla
situazione catastrofica generata da questa Europa dei Banchieri e dai
loro servi.
domenica 11 maggio 2014
sabato 10 maggio 2014
Salute. L'inchiesta di Expo arriva a Sesto. Sotto la cupola degli appalti anche la Città della Salute
L'inchiesta
che ha fatto emergere la cupola degli appalti di Expo non risparmia la
progettazione dei lavori della futura Città sestese della salute
Città della Salute a Sesto
Milano, 9 maggio 2014 - «VI do tutti gli appalti che volete se favorite la mia carriera», annuncia nelle intercettazioni Angelo Paris, il top manager di Expo arrestato ieri. E secondo gli inquirenti parlava anche della futura Città sestese della salute.
L’ennesima inchiesta che ha terremotato la «cupola degli appalti» da Esposizione universale — sette ordini di custodia cautelare e ipotesi di reato come associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta — non risparmia la progettazione dei lavori (bandi per 323 milioni) del polo sestese d’eccellenza sanitaria nonché la gestione dei servizi di supporto alle due fondazioni destinate a fondervisi, Besta e Istituto Tumori.
Al vertice di Infrastrutture Lombarde (holding regionale incaricata di appaltare e seguire i lavori per la Città della salute) Antonio Rognoni, già arrestato il 20 marzo, avrebbe «organizzato costanti incontri personali» con gli altri indagati. Incontri in cui si trasmettevano «notizie di ufficio segrete sul procedimento di formazione del bando e sulla successiva fase di aggiudicazione». Venivano così «segnalate in anticipo le migliorie in grado di assicurare», ai partecipanti da favorire, «una valutazione di favore rispetto ai concorrenti». A Sesto c’erano i politici ma anche il gotha della finanza il 3 dicembre 2013 per la presentazione del più grande progetto lombardo di edilizia sanitaria, basato per giunta sulla riqualificazione delle ex Falck dismesse da vent’anni, e con una tabella di marcia strettissima.
A marzo però, col primo giro di arresti a Infrastrutture, il sindaco Monica Chittò chiede conforto al governatore Maroni, che garantisce: nessuna ripercussione sestese. Ad aprile la società controllata dal Pirellone dovrebbe iniziare a valutare le offerte per la gara d’appalto, una mezza dozzina i concorrenti. Ma la commissione giudicante si autosospende: alcuni componenti sono colpiti da provvedimenti di interdizione.
Sul fronte bonifiche invece Milanosesto, proprietaria dell’area ex Falck che deve risanare a proprie spese, sospende la procedura di assegnazione perché le quattro cordate partecipanti si portano in pancia aziende finite in guai giudiziari. La seconda gara è vinta da Ambienthesis spa, gruppo Green Holding di Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e poi deceduto.
fonte
Città della Salute a Sesto
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L’ennesima inchiesta che ha terremotato la «cupola degli appalti» da Esposizione universale — sette ordini di custodia cautelare e ipotesi di reato come associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta — non risparmia la progettazione dei lavori (bandi per 323 milioni) del polo sestese d’eccellenza sanitaria nonché la gestione dei servizi di supporto alle due fondazioni destinate a fondervisi, Besta e Istituto Tumori.
Al vertice di Infrastrutture Lombarde (holding regionale incaricata di appaltare e seguire i lavori per la Città della salute) Antonio Rognoni, già arrestato il 20 marzo, avrebbe «organizzato costanti incontri personali» con gli altri indagati. Incontri in cui si trasmettevano «notizie di ufficio segrete sul procedimento di formazione del bando e sulla successiva fase di aggiudicazione». Venivano così «segnalate in anticipo le migliorie in grado di assicurare», ai partecipanti da favorire, «una valutazione di favore rispetto ai concorrenti». A Sesto c’erano i politici ma anche il gotha della finanza il 3 dicembre 2013 per la presentazione del più grande progetto lombardo di edilizia sanitaria, basato per giunta sulla riqualificazione delle ex Falck dismesse da vent’anni, e con una tabella di marcia strettissima.
A marzo però, col primo giro di arresti a Infrastrutture, il sindaco Monica Chittò chiede conforto al governatore Maroni, che garantisce: nessuna ripercussione sestese. Ad aprile la società controllata dal Pirellone dovrebbe iniziare a valutare le offerte per la gara d’appalto, una mezza dozzina i concorrenti. Ma la commissione giudicante si autosospende: alcuni componenti sono colpiti da provvedimenti di interdizione.
Sul fronte bonifiche invece Milanosesto, proprietaria dell’area ex Falck che deve risanare a proprie spese, sospende la procedura di assegnazione perché le quattro cordate partecipanti si portano in pancia aziende finite in guai giudiziari. La seconda gara è vinta da Ambienthesis spa, gruppo Green Holding di Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e poi deceduto.
fonte
venerdì 9 maggio 2014
Disabilitare la partenza automatica dei video su Facebook
FACEBOOK: COME BLOCCARE L'AUTOPLAY DEI VIDEO
Crediamo di fare cosa gradita a molti utenti Facebook fornendo questo suggerimento:
Da qualche tempo i video presenti sulla home di Facebook vengono avviati aumaticamente, con il volume abbassato; una trovata antipatica che crea GROSSI PROBLEMI a chi si connette da dispositivo mobile e vede consumare inutilmente molti megabyte di traffico dati:
PER DISABILITARE questa funzione, andate su questa pagina:
https://www.facebook.com/settings?tab=videos
E disattiva la partenza automatica dei video.
Alessandro Raffa per nocensura.com
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