lunedì 5 dicembre 2016
venerdì 11 novembre 2016
domenica 6 novembre 2016
sabato 22 ottobre 2016
Referendum Costituzionale
NELLO SPECIFICO DEL REFERENDUM (se viene approvato, votando sì)
Art. 31.
(Modifica dell'articolo 117 della Costituzione).
1. L'articolo 117 della Costituzione è sostituito dal seguente:
«Art. 117. – La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e dagli obblighi internazionali.
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari e assicurativi; tutela e promozione della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; perequazione delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali; norme sul procedimento amministrativo e sulla disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche tese ad assicurarne
l'uniformità sul territorio nazionale;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare;
n) disposizioni generali e comuni sull'istruzione; ordinamento scolastico; istruzione universitaria e programmazione strategica della ricerca scientifica e tecnologica;
o) previdenza sociale, ivi compresa la previdenza complementare e integrativa; tutela e sicurezza del lavoro; politiche attive del lavoro; disposizioni generali e comuni sull'istruzione e formazione professionale;
p) ordinamento, legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni e Città metropolitane; disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale; commercio con l'estero;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati, dei processi e delle relative infrastrutture e piattaforme informatiche dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno;
s) tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; ambiente ed ecosistema; ordinamento sportivo; disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo;
t) ordinamento delle professioni e della comunicazione;
u) disposizioni generali e comuni sul governo del territorio; sistema nazionale e coordinamento della protezione civile;
v) produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell'energia;
z) infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse
nazionale e relative norme di sicurezza; porti e aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale.
Spetta alle Regioni la potestà legislativa in materia di rappresentanza delle minoranze linguistiche, di pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, di dotazione infrastrutturale, di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, di promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e della formazione professionale; salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche, in materia di servizi scolastici, di promozione del diritto allo studio, anche universitario; in materia di disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della promozione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici, di valorizzazione e organizzazione regionale del turismo, di regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali e locali di finanza pubblica, nonché in ogni materia non espressamente riservata alla competenza esclusiva dello Stato.
Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale.
Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi dell'Unione europea e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite con legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza.
La potestà regolamentare spetta allo Stato e alle Regioni secondo le rispettive competenze legislative. È fatta salva la facoltà dello Stato di delegare alle Regioni l'esercizio di tale potestà nelle materie di competenza legislativa esclusiva. I Comuni e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, nel rispetto della legge statale o regionale.
Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive.
La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni.
Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato».
QUINDI, SE NON HO INTERPRETATO MALE...
Se approviamo la riforma voluta da Renzi col nostro sì accettiamo di dipendere dalle leggi della UE (vedi le prime righe) E non solo. IO SO PER COSA VOTARE....Voi fate quello che volete...
Art. 31.
(Modifica dell'articolo 117 della Costituzione).
1. L'articolo 117 della Costituzione è sostituito dal seguente:
«Art. 117. – La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e dagli obblighi internazionali.
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari e assicurativi; tutela e promozione della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; perequazione delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali; norme sul procedimento amministrativo e sulla disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche tese ad assicurarne
l'uniformità sul territorio nazionale;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare;
n) disposizioni generali e comuni sull'istruzione; ordinamento scolastico; istruzione universitaria e programmazione strategica della ricerca scientifica e tecnologica;
o) previdenza sociale, ivi compresa la previdenza complementare e integrativa; tutela e sicurezza del lavoro; politiche attive del lavoro; disposizioni generali e comuni sull'istruzione e formazione professionale;
p) ordinamento, legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni e Città metropolitane; disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale; commercio con l'estero;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati, dei processi e delle relative infrastrutture e piattaforme informatiche dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno;
s) tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; ambiente ed ecosistema; ordinamento sportivo; disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo;
t) ordinamento delle professioni e della comunicazione;
u) disposizioni generali e comuni sul governo del territorio; sistema nazionale e coordinamento della protezione civile;
v) produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell'energia;
z) infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse
nazionale e relative norme di sicurezza; porti e aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale.
Spetta alle Regioni la potestà legislativa in materia di rappresentanza delle minoranze linguistiche, di pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, di dotazione infrastrutturale, di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, di promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e della formazione professionale; salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche, in materia di servizi scolastici, di promozione del diritto allo studio, anche universitario; in materia di disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della promozione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici, di valorizzazione e organizzazione regionale del turismo, di regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali e locali di finanza pubblica, nonché in ogni materia non espressamente riservata alla competenza esclusiva dello Stato.
Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale.
Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi dell'Unione europea e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite con legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza.
La potestà regolamentare spetta allo Stato e alle Regioni secondo le rispettive competenze legislative. È fatta salva la facoltà dello Stato di delegare alle Regioni l'esercizio di tale potestà nelle materie di competenza legislativa esclusiva. I Comuni e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, nel rispetto della legge statale o regionale.
Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive.
La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni.
Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato».
QUINDI, SE NON HO INTERPRETATO MALE...
Se approviamo la riforma voluta da Renzi col nostro sì accettiamo di dipendere dalle leggi della UE (vedi le prime righe) E non solo. IO SO PER COSA VOTARE....Voi fate quello che volete...
lunedì 17 ottobre 2016
mercoledì 12 ottobre 2016
Nessuno promette tanto come quello che non manterrà.
Manovra da 24 mila miliardi in
arrivo,dicono che mancano 8,4 miliardi di cui 2 recuperati da tagli
alle spese,curioso di sapere dove li prenda sperò no dalla
sanità,dalla scuola o dalla sicurezza!!!
Tutto questo per evitare l'innalzamento
dell'IVA che comporterebbe un aumento generale del costo della vita.
Mancano all'appello allora 6,4 miliardi
di lire dove li troveranno,sarà ma a sentire questa frase mi è
venuto naturale toccarmi il portafogli per vedere se era ancora li …
Nel frattempo il governo mette in
preventivo altri 3,5 miliardi per fronteggiare il flusso dei migranti
ed altri 3 per il sisma. Ma non solo per la ricostruzione delle case
e delle infrastrutture distrutte o danneggiate.
Dunque non sarebbe meglio investire
tutti i 6,5 miliardi per il sisma oppure cercare solo i 3 miliardi di
euro che andrebbero ad aiutare i terremotati?
Facendo cosi mancherebbero solo 3,5
miliardi che si troverebbero subito con una tassa donata
volontariamente e no dai vari consiglieri regionali,senatori e
deputati compreso quelli che non lo sono più ma prendono una
pensione che va dalla pensione d'oro e di platino?
Forse è troppo semplice come
risoluzione e non ci arrivano o forse quei 3,5 miliardi servono alle
cooperative ed associazioni amici degli amici?
Nel frattempo Renzi gira per il
referendum costituzionale promettendo 14esime per i pensionati alla
minima ed altri benefici che non si sa come onorerà ma come si sa da
buon marinaio promette tanto alla fine se non accadrà quello che
promette c'è sempre un gufo a cui dare la colpa
L'ANZIANO GINO V
lunedì 10 ottobre 2016
Metodo Stamina, sospesa la sperimentazione
“Questa è una conferenza che non avrei mai voluto fare; mi sarebbe piaciuto molto che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso, ma il metodo Stamina non ha i requisiti per la sperimentazione”.
Con queste parole il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin apre la conferenza stampa del 10 ottobre 2013 e comunica la presa d’atto che blocca la sperimentazione delle cellule staminali mesenchimali, a seguito dei pareri del Comitato scientifico e dell’avvocatura di Stato.
“Spero che ci sia rispetto del rigore e della serietà con i quali tante persone hanno lavorato sulla possibilità di queste sperimentazioni senza alcun pregiudizio” – prosegue il Ministro – “Ringrazio il Parlamento per l’attenzione che ha posto su questa vicenda, in primo luogo umana, ma dobbiamo avere rispetto del metodo scientifico, che si pone sempre a tutela della salute delle persone”.
fonte
giovedì 6 ottobre 2016
martedì 12 aprile 2016
martedì 8 marzo 2016
“Festa della Donna”: la storia dell’8 marzo e quella leggenda che nessuno racconta…
L’8 marzo è la Festa della Donna. Nonostante la leggenda ricolleghi le sue origini all’incendio divampato nella Cotton, industria tessile newyorkese, l’8 marzo 1908, la storia ci insegna che le cose andarono diversamente. Ecco cosa successe realmente
Di Caterina Lenti -
Oggi, 8 marzo, ricorre la Giornata Internazionale della Donna, definita, più comunemente, “Festa della Donna” o “Giornata della Donna”, per ricordare tutte le conquiste delle donne in ambito economico, politico e sociale ma anche le discriminazioni e le violenze di cui le donne, purtroppo, continuano ad essere sottoposte. Premettendo che l’8 marzo ha un significato ben diverso da quello che il consumismo moderno ha voluto imprimergli, è d’obbligo capire le sue reali origini storiche.
Secondo la leggenda, infatti, agli inizi del marzo 1908 le operaie della Cotton, un’industria tessile di New York, iniziarono a scioperare contro le loro disumane condizioni lavorative e lo sciopero durò fino a quando, l’8 marzo, il proprietario della fabbrica, un certo Johnson, dopo averle rinchiuse in essa, barricò tutte le uscite. Poco dopo divampò un incendio, forse appiccato dallo stesso proprietario, in cui persero la vita 126 operaie. Ma dalla visita del Museum of the city of New York, situato nell’Upper East Side, al numero 1220 di Fifht Avenue, le cose evidentemente andarono diversamente. Passando in rassegna tutti gli incendi che devastarono la città (es. il Great Fire che nel 1835 distrusse 700 edifici; quello del 1876, in un teatro di Brooklyn, che provocò 300 morti), non ci sono tracce dell’incendio della Cotton, mentre sono presenti immagini sconvolgenti dell’incendio divampato alcuni anni dopo, il 25 marzo 1911, alla Triangle Shirtwaist Company, situata nel cuore di Manhattan, all’incrocio fra Greene Street e Washington Place, poco a est di Washington Square Park, che rappresentava, all’epoca, uno dei maggiori stabilimenti di produzione di capi d’abbigliamento.
Nella fabbrica che impiegava, negli ultimi tre piani dell’Asch Building, all’incirca 600 operai (500 donne, la maggior parte delle quali giovanissime, e 100 uomini), con turni massacranti e la prospettiva di salari estramente bassi, dai 6 ai 7 dollari a settimana, in condizioni antigieniche e di scarsissima sicurezza, quel 25 marzo, un incendio scoppiato all’ottavo piano alle 16.40 si propagò rapidamente nei due piani superiori del palazzo, causando la morte di 146 operai della Triangle, in gran parte giovani donne immigrate di origini italiane ed ebree, perlo più di età compresa fra i 13 e i 22 anni, che si erano trasferite da pochi anni negli Stati Uniti insieme alle proprie famiglie alla ricerca di prospettive di vita migliori. La legislazione statunitense obbligava già allora e da diversi anni, dopo il grande incendio di Chicago del 1871, l’adozione di misure di sicurezza come scale e uscite antincendio, ma queste in parte mancavano, e in parte erano ingombre o sprangate, rendendo la fabbrica una vera e propria trappola in caso di incidente.
Nel corso di una sola mezz’ora, centinaia di operaie persero la vita, inghiottite dalle fiamme che divamparono violentissime o soffocate dal fumo; altre accorsero alle finestre dell’edificio nella speranza di ricevere soccorso dall’esterno per poi scoprire che le scale dei vigili del fuoco erano troppo corte per raggiungere i piani più alti, nei quali la fabbrica aveva sede, e si trovarono a scegliere fra gettarsi nel vuoto o morire bruciate… scene sconvolgenti ricostruite grazie alle preziose testimonianze di giornalisti e passanti che hanno avuto modo di assistere personalmente a quel terribile spettacolo. Non è superflua una breve ricostruzione storica della “Giornata internazionale della donna” per cogliere il suo significato originario che nel tempo è stato smarrito o derubricato. Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenutosi a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, si discusse sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo, sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alle donne.
Il Congresso, proprio su quest’ultimo argomento, votò una risoluzione nella quale i partiti socialisti si impegnavano a “lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne” senza “allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne”. Ma non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le “femministe borghesi”. Negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908, sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione. Fu lei stessa a presiedere, il 3 maggio 1908, per via dell’assenza dell’oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il Giorno della Donna. Si discusse, infatti, dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Il 28 febbraio 1909, negli Stati Uniti, fu celebrata la prima e ufficiale Giornata della Donna.L’iniziativa del Woman’s Day fu ripetuta anche l’anno seguente mentre nell’estate del 1910 la questione fu portata all’attenzione dl VIII Congresso dell’Internazionale socialista, organizzato a Copenaghen, dove non venne raggiunto un accordo formale sull’istituzione di una giornata uguale per tutti dedicata alle donne per questo, mentre negli Stati Uniti il Woman’s Day continuò a tenersi l’ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei (Germania, Svizzera, Austria e Danimarca) la Giornata della Donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911, data scelta in memoria del 19 marzo 1848, quando, durante la Rivoluzione, il re di Prussia dovette riconoscere la potenza del popolo armato e promettere il riconoscimento del diritto di voto alle donne.
In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi; in Russia, invece, si tenne per la prima volta, su iniziativa del Partito bolscevico, a San Pietroburgo, il 3 marzo 1913. Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale, fino a quando a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei Cosacchi incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello Zarismo. L’8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l’inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, il 14 giugno 1921, la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca, fissò all’8 marzo la «Giornata internazionale dell’operaia».In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta nel 1922, per iniziativa del Partito comunista. Nel 1944 si creò a Roma l’UDI, Unione Donne in Italia, cui dobbiamo l’iniziativa di celebrare nuovamente, l’8 marzo 1945, la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all’ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.
Nel 1959 le senatrici Luisa Balboni, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni, presentarono poi una proposta di legge per rendere la Giornata della Donna una Festa nazionale, ma l’iniziativa cadde nel vuoto. Il clima politico migliorò nel decennio successivo ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell’opinione pubblica finché, con gli anni Settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista. L’8 marzo 1972 la manifestazione della Giornata della Donna si tenne a Roma: un folto reparto di polizia piantonava la piazza nella quale poche decine di manifestanti invocavano “legalizzazione dell’aborto”, “liberazione omosessuale”, “matrimonio = prostituzione legalizzata” e che non fossero «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l’intero processo della maternità»…slogan che sembrarono intollerabili al punto che la polizia caricò e disperse le manifestanti.
Il 1975 fu designato come “Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite e l’8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo la Giornata Internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell’anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell’8 marzo la giornata dedicata alla donna. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale”. Adottando questa risoluzione, l’Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
sabato 13 febbraio 2016
13-14-15 FEBBRAIO 1945, ricordiamo la distruzione di DRESDA
Il 13 febbraio 1945 le democrazie alleate con i comunisti, spiegarono ai popoli che si battevano contro "l'oro", come sarebbe stato il loro futuro, se non avessero piegato il capo. Un bombardamento criminale commesso dagli stessi assassini che oggi con gli stessi metodi vogliono governare il pianeta! Onore ai Martiri di Dresda e a coloro che donaro il sangue nella guerra contro loro!
mercoledì 10 febbraio 2016
lunedì 8 febbraio 2016
ALLE URNE, ALLE URNE
ALLE URNE, ALLE URNE
Aria di “primarie” in alcune città dove in primavera si voterà, e quindi per il centrosinistra verranno scelti i candidati a sindaco. Meglio se alle urne “casalecce” ci sarà un’orda di stranieri residenti (a 4 euro a testa ben vengano!), saranno bene accetti in quanto dimostreranno la famosa democrazia renziana, oltre il fatto che faranno bene vedere come il consenso popolare si stringa ancora intorno al pd…
D’accordo, vincerà Pinco Pallino, che sopirà come al solito i rancori dei perdenti, chiedendo loro di unirsi a lui (o a lei) nel governo cittadino. Ma forse è il momento di chiedersi se vincere e governare siano la stessa cosa, visto il degrado imperante sul tutto il suolo italiano, al di là di chi ha la maggioranza vincente di destra o di sinistra. In poche parole trionfa quello o quell’altro, ma chi detta legge (e quindi governa) è la malavita più o meno organizzata, più o meno nativa o straniera, con l’avallo degli stessi amministratori che, non sapendo dove sbattere la testa (sintomo certo di incapacità a governare, appunto) cercano invano di accontentare tutti e così si affannano a … non fare nulla con i risultati evidenti. Che se poi dovesse esistere per uno strano miracolo chi si lascia prendere dai pruriti per ripulire o migliorare la città, arriva subito l’impedimento, se non il veto del solito prefetto solerte o, in caso di svista dello stesso subito è pronta ad osteggiare tutto la magistratura o la corte costituzionale, o … l’Unione Europea. Già, come dicevo non basta vincere per governare e dal dopoguerra in poi, anche a livello nazionale non si è mai riusciti a farcela, ma solo a rabberciare situazioni preesistenti, in modo da renderle apparentemente più moderne. “Governare gli italiani non è solo difficile, ma è soprattutto inutile” sentenziava più o meno un personaggio storico che non voglio menzionare, ma che pure almeno ci ha provato a governare questo magma che è la nostra società (che non legge “magma”, ma “mangia” e si comporta di conseguenza). Quindi continuate a svolgere il vostro bel tema sulle primarie, illudetevi di essere “alla page” con questo vostro strumento (inventato da voi, beninteso) di democrazia.
Ma in fondo voi di centrosinistra, come tutto il centrodestra, come i grillini, che vi riempite la bocca di popolo e di stato che ne sapete???D’accordo, vincerà Pinco Pallino, che sopirà come al solito i rancori dei perdenti, chiedendo loro di unirsi a lui (o a lei) nel governo cittadino. Ma forse è il momento di chiedersi se vincere e governare siano la stessa cosa, visto il degrado imperante sul tutto il suolo italiano, al di là di chi ha la maggioranza vincente di destra o di sinistra. In poche parole trionfa quello o quell’altro, ma chi detta legge (e quindi governa) è la malavita più o meno organizzata, più o meno nativa o straniera, con l’avallo degli stessi amministratori che, non sapendo dove sbattere la testa (sintomo certo di incapacità a governare, appunto) cercano invano di accontentare tutti e così si affannano a … non fare nulla con i risultati evidenti. Che se poi dovesse esistere per uno strano miracolo chi si lascia prendere dai pruriti per ripulire o migliorare la città, arriva subito l’impedimento, se non il veto del solito prefetto solerte o, in caso di svista dello stesso subito è pronta ad osteggiare tutto la magistratura o la corte costituzionale, o … l’Unione Europea. Già, come dicevo non basta vincere per governare e dal dopoguerra in poi, anche a livello nazionale non si è mai riusciti a farcela, ma solo a rabberciare situazioni preesistenti, in modo da renderle apparentemente più moderne. “Governare gli italiani non è solo difficile, ma è soprattutto inutile” sentenziava più o meno un personaggio storico che non voglio menzionare, ma che pure almeno ci ha provato a governare questo magma che è la nostra società (che non legge “magma”, ma “mangia” e si comporta di conseguenza). Quindi continuate a svolgere il vostro bel tema sulle primarie, illudetevi di essere “alla page” con questo vostro strumento (inventato da voi, beninteso) di democrazia.
domenica 7 febbraio 2016
Eventi “Giorno del Ricordo” Cinisello 7 febbraio 2016, giardino dedicato a vittime foibe
Eventi “Giorno del Ricordo” Cinisello 7 febbraio 2016, giardino dedicato a vittime foibe
Il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo, per ricordare le vittime delle foibe; non mancheranno eventi e celebrazioni per non dimenticare
In occasione del Giorno del Ricordo, domenica 7 febbraio 2016, alle 11.30, l’Amministrazione comunale dedica il giardino di Piazza Italia alle vittime delle foibe, per mantenere viva la memoria tra la cittadinanza dei tragici eventi in cui trovarono la morte un considerevole numero di italiani. I giardini sono al centro di una zona che sarà culturalmente sempre più attiva e riqualificata, tra Villa di Breme Forno, sede dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che ospiterà nuovi appuntamenti e gli spazi dell’ex Civica Scuola di Musica dove si stanno ultimando i lavori di un residence per studenti. Due luoghi di cultura per sensibilizzare anche i giovani su una pagina drammatica che appartiene alla storia di tutti.
Il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, è stato istituito come solennità civile nel 2004, per ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e la più complessa vicenda del confine orientale.
Proprio l’anno scorso è partito l’iter che ha portato oggi a questa intitolazione: il Consiglio comunale ha votato all’unanimità un ordine del Giorno – presentato dal consigliere del Nuovo Centro Destra Riccardo Visentin – che impegnava l’Amministrazione comunale a dedicare un luogo pubblico in città alle vittime delle foibe.
All’inaugurazione saranno presenti il sindaco Siria Trezzi, il Presidente del Consiglio della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, la Vicepresidente Sara Valmaggi, le Forze dell’Ordine e il decano Don Alberto Capra. Sono invitate a partecipare tutte le associazioni con i loro labari e la cittadinanza.
Per approfondire il tema, dal 6 al 19 febbraio, presso il Centro culturale Il Pertini è stata selezionata una bibliografia e una esposizione di libri (foto: wikipedia.org).
Il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, è stato istituito come solennità civile nel 2004, per ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e la più complessa vicenda del confine orientale.
Proprio l’anno scorso è partito l’iter che ha portato oggi a questa intitolazione: il Consiglio comunale ha votato all’unanimità un ordine del Giorno – presentato dal consigliere del Nuovo Centro Destra Riccardo Visentin – che impegnava l’Amministrazione comunale a dedicare un luogo pubblico in città alle vittime delle foibe.
All’inaugurazione saranno presenti il sindaco Siria Trezzi, il Presidente del Consiglio della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, la Vicepresidente Sara Valmaggi, le Forze dell’Ordine e il decano Don Alberto Capra. Sono invitate a partecipare tutte le associazioni con i loro labari e la cittadinanza.
Per approfondire il tema, dal 6 al 19 febbraio, presso il Centro culturale Il Pertini è stata selezionata una bibliografia e una esposizione di libri (foto: wikipedia.org).
mercoledì 20 gennaio 2016
domenica 17 gennaio 2016
Sassolini II
SASSOLINI…
Spesso i nostri papi moderni chiedono perdono per le atrocità commesse durante le Crociate dai Cristiani in Terra Santa, ma non mi è mai capitato di sentire le stesse cose da parte delle “loro” autorità religiose per l’invasione perpetrata nei secoli dai saraceni dal medio oriente all’Africa settentrionale, a buona parte dell’Asia e, se non fosse stato per l’11 settembre 1683, quando furono fermati a Vienna, si sarebbero riversati in tutta Europa, dopo averne occupato la Sicilia e una bella porzione di Spagna. E non credo che fossero più teneri dei Crociati, visto che la Storia viene riassunta in un disperato urlo di quando venivano avvistate le loro feluche sulle coste: “Mamma, li turchi!”. Direi anzi che la loro sete di sangue, di stupri e di bottino non aveva nulla da invidiare alle invasioni barbare degli Unni, dei Mongoli, dei Tartari, dei Visigoti e dei Vandali… E noi chiediamo scusa, quando continuiamo ad essere letteralmente invasi, ai giorni nostri dalla loro fede religiosa e ci rendiamo conto che quando sono in netta minoranza fanno i paladini dell’eguaglianza tra i popoli, mentre quando invece acquistano forza impongono con le buone o con le cattive il loro “punto di vista”, coadiuvate in questo dal buonismo appiccicoso di coloro che tramano per cancellare l’identità cattolico occidentale dal nostro Continente…
Siamo un popolo globalmente alla deriva, quindi, ma da quando ha inizio tutto ciò? La Storia ci ha insegnato che si può distruggere l’orgoglio di una Nazione con lo sterminio e la malattia (Stati Uniti d’America e America del centro e del sud nei confronti dei nativi), oppure con la deportazione e la schiavitù (Inghilterra coi patrioti irlandesi e scozzesi) od infine istillando il vizio (il cattivo whiskey dei bianchi riversato sulle gole dei pellerossa) e l’inutilità degli ideali. Beh, mi sembra che questo sia il nostro caso e forse dobbiamo rifarci alle vicende della Rivoluzione Francese, iniziata nel 1789 con la Presa della Bastiglia. Chi finanziava quella rivoluzione, chi manteneva le spese necessarie per una guerra lunghissima e costosa contro tutto il resto d’Europa ? Naturalmente la Borghesia, che stranamente era tutta Massone. E sappiamo che nel mirino dei rivoluzionari oltre il re e l’aristocrazia c’era la religione cattolica, come d’altronde succedeva, molto tempo dopo durante la guerra di Spagna, vinta da Franco sui repubblicani, comunisti e massoni. Già. Comunisti… Lenin fu anche lui finanziato dai finanzieri massoni in Svizzera e perfino dopo lo stesso Mussolini ebbe soldi da quella brutta gente, con la differenza che il primo continuò ad elargire “favori” ai suoi benefattori, mentre il secondo se ne sottrasse ben presto e questo fu il motivo che quasi certamente ne decretò l'annientamento Suo e della Sua Idea. La seconda guerra mondiale fu infatti lo scacchiere non tra dittatura e democrazia (altrimenti che ci “azzecca” l’Unione Sovietica di Stalin???!), bensì la piattaforma per distruggere il nazionalismo in nome della Rivoluzione Liberale, che altro non è (a parere mio) che un altro nome dei giudei massoni. Per questo “sentimento liberale” eviterò di ripetere l’errore di andare a votare: chiunque vincerà le elezioni, oggi Renzi, o Grillo, o il Cavaliere coi suoi alleati nulla cambierà, visto che a vincere saranno sempre i paladini di chi ci ha distrutto e nella famiglia (tentando di apparentarci alle unioni gay e quindi risultando di fatto noi regolari i”diversi”) e nel resto del nostro orgoglio identitario, lasciandoci in balia dei soprusi europei e degli sbarchi degli immigrati.
Spesso i nostri papi moderni chiedono perdono per le atrocità commesse durante le Crociate dai Cristiani in Terra Santa, ma non mi è mai capitato di sentire le stesse cose da parte delle “loro” autorità religiose per l’invasione perpetrata nei secoli dai saraceni dal medio oriente all’Africa settentrionale, a buona parte dell’Asia e, se non fosse stato per l’11 settembre 1683, quando furono fermati a Vienna, si sarebbero riversati in tutta Europa, dopo averne occupato la Sicilia e una bella porzione di Spagna. E non credo che fossero più teneri dei Crociati, visto che la Storia viene riassunta in un disperato urlo di quando venivano avvistate le loro feluche sulle coste: “Mamma, li turchi!”. Direi anzi che la loro sete di sangue, di stupri e di bottino non aveva nulla da invidiare alle invasioni barbare degli Unni, dei Mongoli, dei Tartari, dei Visigoti e dei Vandali… E noi chiediamo scusa, quando continuiamo ad essere letteralmente invasi, ai giorni nostri dalla loro fede religiosa e ci rendiamo conto che quando sono in netta minoranza fanno i paladini dell’eguaglianza tra i popoli, mentre quando invece acquistano forza impongono con le buone o con le cattive il loro “punto di vista”, coadiuvate in questo dal buonismo appiccicoso di coloro che tramano per cancellare l’identità cattolico occidentale dal nostro Continente…
Siamo un popolo globalmente alla deriva, quindi, ma da quando ha inizio tutto ciò? La Storia ci ha insegnato che si può distruggere l’orgoglio di una Nazione con lo sterminio e la malattia (Stati Uniti d’America e America del centro e del sud nei confronti dei nativi), oppure con la deportazione e la schiavitù (Inghilterra coi patrioti irlandesi e scozzesi) od infine istillando il vizio (il cattivo whiskey dei bianchi riversato sulle gole dei pellerossa) e l’inutilità degli ideali. Beh, mi sembra che questo sia il nostro caso e forse dobbiamo rifarci alle vicende della Rivoluzione Francese, iniziata nel 1789 con la Presa della Bastiglia. Chi finanziava quella rivoluzione, chi manteneva le spese necessarie per una guerra lunghissima e costosa contro tutto il resto d’Europa ? Naturalmente la Borghesia, che stranamente era tutta Massone. E sappiamo che nel mirino dei rivoluzionari oltre il re e l’aristocrazia c’era la religione cattolica, come d’altronde succedeva, molto tempo dopo durante la guerra di Spagna, vinta da Franco sui repubblicani, comunisti e massoni. Già. Comunisti… Lenin fu anche lui finanziato dai finanzieri massoni in Svizzera e perfino dopo lo stesso Mussolini ebbe soldi da quella brutta gente, con la differenza che il primo continuò ad elargire “favori” ai suoi benefattori, mentre il secondo se ne sottrasse ben presto e questo fu il motivo che quasi certamente ne decretò l'annientamento Suo e della Sua Idea. La seconda guerra mondiale fu infatti lo scacchiere non tra dittatura e democrazia (altrimenti che ci “azzecca” l’Unione Sovietica di Stalin???!), bensì la piattaforma per distruggere il nazionalismo in nome della Rivoluzione Liberale, che altro non è (a parere mio) che un altro nome dei giudei massoni. Per questo “sentimento liberale” eviterò di ripetere l’errore di andare a votare: chiunque vincerà le elezioni, oggi Renzi, o Grillo, o il Cavaliere coi suoi alleati nulla cambierà, visto che a vincere saranno sempre i paladini di chi ci ha distrutto e nella famiglia (tentando di apparentarci alle unioni gay e quindi risultando di fatto noi regolari i”diversi”) e nel resto del nostro orgoglio identitario, lasciandoci in balia dei soprusi europei e degli sbarchi degli immigrati.
P.S. Avrei potuto intitolare questo mio “SFOGO DI UN BECERO REAZIONARIO”, in quanto è certamente proprio questo ciò che penserà chi non la vede come me…
Iscriviti a:
Post (Atom)