giovedì 31 gennaio 2013

I pericoli delle pillole anticoncezionali. Inchiesta di Le Monde: «Nessuno osa dirlo»


Le cause alla Bayer contro le pillole anticoncezionali di terza generazione aumentano. Le Monde racconta le vicende di donne francesi decedute dopo averle assunte

Per la prima volta in Francia una denuncia penale è stata presentata contro una pillola anticoncezionale. Marion Larat ha denunciato infatti la pillola Meliane. Già tempi.it vi aveva parlato delle denunce contro le pillole anticoncezionali di terza generazione. Delle migliaia di ragazze che sui blog raccontano le loro storie drammatiche. E di milioni di dollari di risarcimento pagati in America dalla Bayer, la casa farmaceutica che produce la Yasmin e la Yasminelle.
Purtroppo, in molti casi, gli effetti collaterali di queste pillole sono disastrosi. Soprattutto quando la somministrazione degli anticoncezionali non è preceduta da esami necessari per vedere se la donna non corra rischi d’ansia o trombosi che, nel peggiore dei casi, ha portato a decessi.
LA PICCOLA THEODORA. Il quotidiano Le Monde denuncia lo stesso fenomeno in Francia narrando storie di malattia e morte. Si accusa la Bayer di non avere parlato degli effetti collaterali degli anticoncezionali con sufficiente enfasi e, come accadde in America e come denunciammo, di non prescrivere tutti gli esami necessari prima di somministrare la pillola a donne con problemi di coagulazione.
La prima testimonianza, raccolta dal giornale francese, è quella di Théodora, morta all’età di 17 anni nel 2007. La ragazza, una mattina, sulla via tra casa e scuola è crollata sul marciapiede. Il padre di un compagno, accortosi, l’ha portata all’ospedale, ma Théodora, in arresto cardiaco, non ha risposto al tentativo di rianimazione. Una sua amica ha raccontato che la ragazza aveva cominciato a prendere la pillola in agosto, facendosela prescrivere da un centro di pianificazione familiare. Le Monde sottolinea come in questi centri, e non solo, «alle minorenni vengono prescritte la pillole senza il consenso dei genitori». Il medico, interpellato, ha risposto così: «Era l’unica pillola che avessi con me in quel momento».

OTTO GIORNI DOPO.  C’è la storia di Adèle Bertrand, morta a 22 anni. La sua vicenda, non è solo legata a quella di una pillola che, come scrive oggi il Corriere sarebbe «una delle maggiori conquiste della donna nel campo della sessualità», ma di una grande solitudine, senza cui può darsi anche che Adèle avrebbe potuto sopravvivere. Di lei parlano i genitori. Era il 4 aprile del 2011 quando «l’abbiamo cercata: le abbiamo mandato una email, lei non ha risposto, ma non ci siamo allarmati perché sappiamo che quando deve studiare per gli esami si isola». Così, a 400 chilometri di distanza, solo il 12 aprile i genitori cercano di contattarla. Non riuscendo a sapere nulla, né da lei né da suoi conoscenti. Quel che si sa ora è noto dall’autopsia: Adèle è morta di embolia polmonare massiccia. La ragazza, riporta il quotidiano, era una sportiva, con un’alimentazione equilibrata. Non fumava, «prendeva solo la pillola da dieci mesi: una leggera, di terza generazione».
CI DICONO DI TACERE. Infine, la testimonianza di un’infermiera sopravvissuta: Carolina C. di 32 anni: «Ho avuto un’embolia polmonare nel giugno 2012. Ora sto facendo molti progressi. Penso di essere molto fortunata». Carolina spiega perché: «Ho sentito il mio cuore battere più forte per un po’ e ha cominciato a mancarmi il fiato». Ma «è il mio mestiere (…), ho consultato un medico di famiglia che mi ha prescritto un encefalogramma. Era normale, in equilibrio. Dovevo solo riposare» e «fare una visita immediata e approfondita con un cardiologo all’interno di una struttura dove mia madre lavora». Gli esami del sangue segnalano dei problemi, alla donna dopo pochi giorni viene un’embolia polmonare massiva, ma è sotto controllo: «In terapia intensiva di cardiologia, dove rimasi dieci giorni, mi è stato chiesto circa la pillola». La donna quindi, da altri esami, scopre di essere portatrice del fattore VLeiden (variante della proteina V), anche se la sua famiglia non ha precedenti legati alla variante di tale proteina. «Eppure – continua – pur essendo documentata, non avevo mai sentito parlare, né io né i mie colleghi, di rischio tromboembolico». Il problema è che i medici interpellati non vogliono «parlare pubblicamente», perché «se attaccano la pillola vengono accusati di essere contro gli anticoncezionali, ci viene detto poi che evoca un altro tema, dicono che così si alzano gli aborti». Non importa se oltre ai figli non nati muore la madre. «Ma io sono davvero dalla parte delle donne! – ha concluso l’infermiera – Mi aspetto che, come mediatore, un medico possa finalmente parlare chiaro forte».


Fonte: http://www.tempi.it/i-pericoli-mortali-delle-pillole-anticoncezionali-inchiesta-di-le-monde-nessuno-osa-dirlo#.UQmbw_KR5rY

Tre domande di parte a un presidente di parte


Il presidente del Tribunale della razza diventò il più stretto collaboratore di Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia. Poi guidò la Consulta. Il Pci ha mai avuto nulla da ridere?  

Illustre Presidente Napolitano, dopo aver sentito il suo vibrante discorso sul fascismo e l'antisemitismo, mi permetta di rivolgerle tre brevi domande.
La prima. Sapeva che il presidente dell'infame Tribunale della razza, nonché firmatario del «Manifesto della razza», Gaetano Azzariti, diventò il più stretto collaboratore del suo leader Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia, dopo essere stato Guardasigilli con Badoglio? Avete mai avuto nulla da ridire, lei e il suo Partito, sul fatto che poi, grazie a questi precedenti, lo stesso Azzariti sia diventato presidente della Corte costituzionale fino alla sua morte nel 1961?
La seconda. Sapeva che il primo concordato tra lo Stato italiano e gli ebrei fu fatto nel 1930 dal regime fascista? Una commissione composta da tre rappresentanti degli ebrei e tre giuristi varò un concordato in cui, scrive De Felice, «il governo fascista accettò pressoché in toto il punto di vista ebraico». Il presidente del consorzio ebraico, Angelo Sereni, telegrafò a Mussolini «la vivissima riconoscenza degli ebrei italiani» e sulla rivista ebraica Israel Angelo Sacerdoti definì la nuova legge «la migliore di quelle emanate in altri Stati».
Terzo. Presidente, ha mai detto e scritto qualcosa sulle centinaia di italiani, comunisti, antifascisti e a volte anche ebrei, che fuggirono dall'Italia fascista e furono uccisi nella Russia comunista con l'avallo del segretario del suo partito, il sullodato Togliatti? In Italia, persino sotto il Duce, avrebbero avuto una sorte migliore...

mercoledì 30 gennaio 2013

Scivolone di Albertini: "Maroni guarisca, non vogliamo disabili" Al suo avversario, bloccato da un'influenza, Albertini ha augurato di rimettersi presto perché vogliamo una competizione reale e non con disabili". Poi si scusa


Brutto scivolone per Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione Lombardia (e al Senato) per la Lista Monti.
Avendo saputo e il segretario della Lega, Roberto Maroni, stava poco bene (i due avrebbero dovuto affrontarsi in un incontro pubblico) ha detto di augurargli "di superare ampiamente e molto velocemente l’influenza perché vogliamo una competizione reale e non con disabili". Una frase che, al di là di come la si pensi politicamente, è davvero di cattivo gusto.
Ad Albertini ha subito replicato il vice presidente della Regione ed esponente del Carroccio, Andrea Gibelli: "Il mondo dei disabili è un valore nella società e nel mondo produttivo e va rispettato. Non va usata ironia fuoriluogo". La polemica è divampata anche su Twitter, dove il giornalista Franco Bomprezzi ha scritto: "Pessima battuta. Hai equiparato malattia a disabilità. Vuol dire che comunque ritieni un disabile non competitivo". Contro replica, sempre sul social network, di Albertini: "Parlavo dell’influenza di Maroni, il termine è un augurio per il recupero dell’abilità al confronto. #zeropolemiche".
A bacchettare il candidato centrista è anche il Pd: "Albertini usa le parole a sproposito e in questo modo colpisce sul vivo tutte le persone che hanno davvero una disabilità", afferma in una nota del gruppo regionale del Pd, la consigliera Arianna Cavicchioli"Consiglio al candidato di misurare al millimetro le sue frasi per evitare di offendere la sensibilità di molti cittadini lombardi - aggiunge -. E anche di chi, disabile, in politica è portatore di buone prassi".
Albertini torna a scusarsi anche su Facebook: "Vedo che anche a fronte del mio chiarimento qualcuno gioca sulle mie parole. Non tollero che qualcuno metta in dubbio la mia sensibilità verso le persone disabili e sofferenti. Alle persone e ai loro familiari che si trovano a vivere una disabilità - afferma l’ex sindaco di Milano - va tutta la mia vicinanza e promessa che le loro esigenze sono al centro dei miei interessi. Come lo sono sempre state".

Spese pazze alla Regione Lombardia Indagati i capigruppo dell'opposizione Tremano Pd, Sel, Idv e Udc Cominciano a comparire i primi nomi sul registro degli indagati. Nomi pesanti: Gaffuri, Cremonesi, Zamponi, Fattuzzo, Quadrini. Ora la sinistra ha paura

Lo scandalo suirimborsi per i consiglieri regionali in Lombardia bussa alle porte dell'opposizione. I capigruppo di Pd, Sel, Idv, Udc e Pensionati al Pirellone sono indagati per peculato nell’inchiesta sulle presunte spese pazze fatte coi rimborsi regionali. Sono Luca Gaffuri (Pd), Chiara Cremonesi (Sel), Stefano Zamponi (Idv), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), Gianmarco Quadrini (Udc). In totale sono 29 gli inviti a comparire che i finanzieri stanno notificando in queste ore ad altrettanti consigliere dell’opposizione in Regione Lombardia. L’inchiesta coinvolge anche 62 consiglieri della maggioranza, alcuni dei quali si sono recati in Procura nei giorni scorsi per cercare di chiarire la loro posizione. Una tempesta giudiziaria che ora si abbatte sulla campagna elettorale. Il candidato al Pirellone per il centrosinistra, Umberto Ambrosoli risponde alle accuse sulla sua parte politica: "Ribadiamo l’assoluta necessità   di fare chiarezza anche sulle spese delle forze di opposizione. Questo lo abbiamo sempre detto -prosegue Ambrosoli- e a maggior ragione lo ribadiamo adesso. Penso che ci sia bisogno di un taglio netto con queste modalità". Roberto Maroni invece va all'attacco e su twitter scrive: "Venti consiglieri lombardi Pd e Idv  indagati per peculato. Ma guarda, tutta gente che ci faceva la morale". Per stabilire se ci sono state altre irregolarità, bisognerà quindi attendere che nelle prossime settimane siano verificati i soldi spesi da ciascun gruppo.

martedì 29 gennaio 2013

Legge shock del Ministro Clini: "si ai rifiuti speciali dentro al cemento" Clini e la follia dei rifiuti speciali

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Di Debora Billi

Si bruceranno rifiuti senza costruire inceneritori. E a tenere a bada la popolazione ci penseranno i "bravi ragazzi", che nei cementifici bruceranno poi quel che vogliono.

Mentre voi siete lì a scrivere post sui rifiuti, a raccogliere firme contro l'inceneritore dietro casa, ad invocare la differenziata e a sfilare al corteo alla discarica, c'è qualcuno che approva in sordina la seguente cosa:
All'articolo 3, comma 1, lettera d), e comma 3, nonché all'articolo 5, comma 3, la parola: 'salve' sia sostituita con le parole: 'ivi incluse'".
Non avete capito niente? Così dev'essere. Infatti, l'enigmatico decretino appena approvato al Senato, con la sostituzione dell'altrettanto enigmatica paroletta, in pratica stabilisce che i rifiuti solidi urbani siano considerati rifiuti speciali e possano essere bruciati nei cementifici. Lo avevamo anticipato già nell'aprile scorso.
Qual è il vantaggio di ciò? Semplice: in Italia c'è una notevole produzione di cemento, e quindi i cementifici sono praticamente ovunque. In ogni regione, in ogni provincia, quasi in ogni comune. Voilà: non c'è più bisogno di costruire inceneritori, per incenerire rifiuti. Non solo, l'incenerimento nei cementifici impedisce il controllo da parte dei cittadini, quello che si verifica continuamente con i termovalorizzatori: i cementifici sono piccoli, privati, sparsi ovunque, chi potrà riuscire a controllare cosa si brucia lì dentro?
Anche perché in molti casi si rischia anche la fucilata, è noto che molte aziende cementiere sono ahinoi in odor di mafia o camorra. Consegnando loro anche i rifiuti, tra l'altro, è come autorizzarli a bruciare nei loro forni davvero la qualunque: già lo fanno illegalmente, ora lo faranno quasi legalmente. Chi andrà a controllare che nel cementificio non si brucino anche rifiuti tossici, clandestini, persino radioattivi come già accaduto, o provenienti da chissà dove? E che le ceneri speciali non vengano mescolate al cemento?
E' la quadratura del cerchio. Si è inventato un sistema per far scomparire una buona volta tutti i rifiuti urbani, speciali e tossici senza dover combattere battaglie estenuanti con la cittadinanza; senza dover costruire mille inceneritori; senza sfinirsi a mandare Arpa e controlli. Saranno i bravi ragazzi a tenere a bada il territorio circostante, e si sa che i bravi ragazzi mantengono l'ordine pubblico molto meglio dei manganelli.
Ad ogni microarea il suo microinceneritore, e tutti zitti. Miracoli della filiera corta.

Fonte: http://petrolio.blogosfere.it/2013/01/rifiuti-speciali-bruciati-nei-cementifici-arriva-lok-del-senato.html

Corona è in galera. E Mussari, perché no? E Draghi, Monti, D’Alema sono a piede libero

Corona è in galera. E Mussari, perché no? E Draghi, Monti, D’Alema sono a piede libero

http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_jcs&view=jcs&layout=form&Itemid=136&aid=227095

MINISTERI CONDANNATI Non garantì la sicurezza dei cieli Lo Stato condannato a risarcire i parenti delle vittime di Ustica

Ustica, è stato un missile
Trentatrè anni dopo
ci arrivano pure i giudici
La Cassazione, a 33 anni dalla strage, condanna in via definitiva i ministeri della Difesa e dei Trasporti per non aver garantito la sicurezza dei cieli. Resta un mistero chi fu a fare fuoco sull'aereo civile

Ci sono voluti quasi 33 anni. Ma oggi, per la prima volta da quel tragico, misterioso e vergognoso 27 giugno 1980 c'è una sentenza di Cassazione (cioè definitiva) che dice che il Dc-9 Itavia cadde nel mare di Ustica perchè colpito da un missile, e non in seguito all'esplosione di una bomba collocata a bordo. Si tratta della sentenza che condanna i ministeri della Difesa e quello dei Trasporti (cioè lo Stato) a risarcire i parenti delle 81 vittime dello sfortunato volo Bologna-Palermo. Secondo i giudici della Corte, infatti, i due ministeri non furono in grado di garantire, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli, quella sera d'estate. La sentenza civile, che "premia"  tre famigliari delle vittime (i primi che fecero ricorso al tribunale per ottenere un risarcimento) è la prima verità giudiziaria su Ustica dopo il nulla di fatto dei processi penali, conclusisi alcuni anni fa in cassazione con l'assoluzione dei generali dell'aeronautica che erano stati accusati di aver impedito, o quantomeno ostacolato, l'emergere della verità. Il processo civile più imponente, quello che chiede allo Stato un risarcimento complessivo di circa 110 milioni di euro, è stato invece rinviato al 2015.
Resta ancora il mistero sulla nazionalità dell'aereo che sparò il missile che accidentalmente colpì il Dc-9 dell'Itavia. Nell'area c'era un intensa attività di velivoli militari battentibandiera francese e americana, forse a caccia di un caccia libico che usò l'aereo civile per farsi scudo.
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1171218/Non-garanti-la-sicurezza-dei-cieli--Lo-Stato-condannato-a-risarcire--i-parenti-delle-vittime-di-Ustica.html

lunedì 28 gennaio 2013

Agenda FalliMonti per il 2013

IL MINISTRO HA FIRMATO Ecco tutte le materie della Maturità Esami al via il 19 giugno Prova scritta di latino al liceo classico, matematica allo scientifico, lingua straniera al linguistico

Uscite le materie della Maturità
Esami al via il 19 giugno

Il decreto, per la prima volta protocollato attraverso una procedura informatica e non più cartacea, sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

Latino al liceo classico, matematica allo scientifico, lingua straniera al linguistico. Sono alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta della maturità 2013 contenute nel decreto firmato dal ministro dell'Istruzione, l'Università e la Ricerca Francesco Profumo che individua, tra l'altro, anche le materie assegnate ai commissari esterni. Le prove scritte dell'Esame di Stato dell'anno scolastico 2012/2013 si terranno il 19 giugno (prima prova) e 20 giugno (seconda prova). Le altre materie sono: Pedagogia al Liceo pedagogico; Disegno geometrico, Prospettiva, Architettura al Liceo artistico; Economia aziendale ai Ragionieri, Tecnologia delle costruzioni ai Geometri; Alimenti e alimentazione all'Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione. 
Il decreto, per la prima volta protocollato attraverso una procedura informatica e non più cartacea, spiega il Miur, è ora in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Online anche la presentazione della domanda di partecipazione agli Esami in qualità di presidenti di commissione e di commissari d'esame da parte di presidi e insegnanti (modalità già adottata l'anno passato). Il provvedimento firmato dal ministro Profumo individua, tra l'altro, anche le materie assegnate ai commissari esterni seguendo il criterio della rotazione delle discipline. Si è dato comunque particolare rilievo agli insegnamenti di Matematica e di Lingua straniera e a questo proposito quest'anno, per la prima volta, la Lingua straniera, negli istituti tecnici e professionali che prevedono tale insegnamento, è stata affidata ai commissari esterni. Quanto agli istituti scolastici coinvolti nel progetto Esabac, finalizzato al rilascio del doppio diploma italiano e francese, hanno raggiunto quota 50 (erano 40 l'anno scorso).
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1171025/Ecco-tutte-le-materie-della-Maturita--Esami-al-via-il-19-giugno.html

domenica 27 gennaio 2013

27 gennaio giorno della memoria

Paolo Borsellino Pensiero del giorno

MPS Antonveneta: il consulente Goldman Sachs era Letta... Gianni


Gianni Letta, consigliere personale e uomo di massima fiducia di Berlusconi; il nipote, Enrico Letta, è vice-segretario PD e membro Bilderberg, Trilaterale, Aspen institute:uno dei massimi sostenitori di Mario Monti e della sua criminale agenda
Quando il governo Berlusconi vinse le elezioni Gianni Letta avvicendò Enrico Letta nel ruolo di "Sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri"; una famiglia potentissima che garantisce ai poteri forti continuità e contiguità indipendentemente che governi il centrodestra o il centrosinistra. Sia Enrico che Gianni Letta sono poco esposti mediaticamente per preservarsi: tuttavia sono potentissimi all'interno delle rispettive compagini, come dimostrano i ruoli importantissimi che hanno ricoperto sia nei partiti che nei governi.
Staff nocensura.com
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Di Debora Billi
Goldman Sachs gestiva l'operazione MPS-Antonveneta. E il consulente per l'Italia, appena nominato, è davvero inaspettato...
In molti su Facebook in queste ore cercano di dipanare la complicata matassa Monte dei Paschi-Antonveneta. Un amico trova questo interessante articolo del Corriere della Sera del 21 Dicembre 2007, dal titolo "MPS, scelta americana per l'Antonveneta", che così recitava:

Il Montepaschi fa partire l'operazione di aumento di capitale da 9 miliardi di euro per far fronte all' acquisto di Antonveneta dagli spagnoli del Santander. E lo fa affidandosi ai colossi dell' investment banking che si faranno carico a fermo dell' intero ammontare. In particolare Citigroup, Goldman Sachs e Merrill Lynch avranno il ruolo principale di coordinare l' intero dossier ma ad impegnarsi nel finanziamento dell' operazione saranno anche Credit Suisse, Mediobanca e Jp Morgan.
L'annuncio dell'acquisizione di Antonveneta era del novembre precedente. Qualcun altro osserva quindi che sarebbe molto interessante sapere chi fossero i consulenti per l'Italia di Goldman Sachs e delle altre banche di investimento coinvolte nell'affare. Sapete com'è: il referente per l'Italia è una figura molto importante in questi casi, un anello fondamentale per la gestione di queste operazioni di ampio respiro.
Cerco su Google, convinta di reperire il nome di un qualche tecnico sconosciuto, ma segretamente sperando di cogliere il piddino di turno nel ruolo chiave. Invece vengo presacompletamente di contropiede, ancora via Corriere della Sera. Sapete chi era il consulente per l'Italia di Goldman Sachs durante l'affare Antonveneta, nominato appena pochi mesi prima?

Gianni Letta. Il braccio destro di quello che all'epoca era il capo dell'opposizione al governo Prodi, ovvero Silvio Berlusconi.
Ora mi spiego l'assordante silenzio del PDL riguardo allo scandalo MPS. Non che Letta c'entri, per carità, non lo affermo mai e poi mai! Però era fresco fresco il consulente per l'Italia della banca di investimenti che si è occupata di Antonveneta. Non è che non potesse saperne nulla, eh.
(Work in progress; sarebbe interessante scoprire anche i consulenti Merrill Lynch, Citigroup e JP Morgan).


Fonte: http://crisis.blogosfere.it/2013/01/mps-antonveneta-il-consulente-goldman-sachs-era-letta-gianni.html

ELEZIONI: ECCO PERCHE' SI PRESENTANO SEMPRE LISTE CIVETTA...

L'immagine su Facebook qui
Tra le varie "liste civetta" presentate in occasione di questa tornata elettorale c'è PRIMA IL NORD: il cui simbolo, che copia e riprende nei caratteri lo slogan leghista (che i padani non hanno protetto da copyright...) è stato depositato dall'imprenditore veneto Diego Volpe Pasini, che aveva reclutato Vittorio Sgarbi: 

PER ELIMINARE LA "LISTA CIVETTA" LA LEGA NORD HA OFFERTO UN SEGGIO SICURO IN EMILIA-ROMAGNA ALLA MOGLIE DEL PRESENTATORE DELLA LISTA: Sara Papinutto, che ha ritirato la candidatura con il MIR di Samorì. Per Sgarbi qualcuno sostiene che la "prebenda" possa essere invece un assessorato al Pirellone, con Maroni...

EVIDENTEMENTE CHI PRESENTA LISTE CIVETTA E' UN FURBO CHE VIENE PREMIATO... This is Italy... anzi: This is Lega Nord...

sabato 26 gennaio 2013

IL VITALIZIO DEI TROMBATI: 6.500 EURO NETTI A PISANU, 6MILA EURO NETTI A D’ALEMA. E D’ANTONI SI PRENDE LA SECONDA PENSIONE

Sanguisughe, di Mario Giordano
Il vitalizio è stato abolito? Sì, per i prossimi parlamentari. Quelli che escono dal Parlamento adesso (con un po’ di amarezza e qualche lamento ad alta voce) si possono consolare con le vecchie regole che consentono loro di incassare da subito un assegno significativo, come rivela Franco Bechis su Libero: 6.500 euro netti di vitalizio per Beppe Pisanu (oltre alla liquidazione di 175mila euro sempre netti), 6.500 euro netti per Mario Tassone (oltre alla liquidazione da 158mila euro netti), 6.200 euro netti per Filippo Berselli (oltre alla liquidazione da 278mila euro netti), 6mila euro netti per D’Alema (oltre alla liquidazione da 64mila euro netti),, 5.500 euro per Roberto Castelli (oltre alla liquidazione da 195mila euro netti), 5mila euro netti per Stefano Stefani (oltre alla liquidazione da 176mila euro netti), 5mila euro per Pierluigi Castagnetti (oltre a 111mila euro netti di liquidazione), 6.500 euro netti per Veltroni (oltre a 44mila euro netti di liquidazione), 4.700 euro netti per Claudio Scajola (oltre a 158mila euro netti di liquidazione). 3.600 euro netti per Furio Colombo (oltre a 64mila euro netti di liquidazione) e 3.600 euro netti per D’Antoni (oltre a 111mila euro netti di liquidazione). D’Antoni, fra l’altro, prende anche una pensione Inpdap come ex professore universitario da  5233 euro netti al mese. Fate voi la somma. E poi aiutatemi a trovare qualche studente che sia andato a lezione da D’Antoni, che sono due anni che lo cerco e non l’ho ancora trovato…

LA CASTA FA LA COLLETTA Vuoi un posto in parlamento? Paga 35 mila euro al partito e ti "compri" la poltrona A tanto ammonta la "tassa" che i candidati ai primi posti in lista devono versare nelle casse di Pd e Pdl. Come se non bastassero i rimborsi elettorali

Ecco il tariffario di Pd e Pdl
per un posto in Parlamento

I rimborsi elettorali non bastano. I partiti vogliono i soldi pure dai candidati. Un obolo per finanziare il partito. La tassa devono pagarla quelli che vengono piazzati nei primi posti in lista. Quelli che sono sicuri, salvo tzunami elettorali, di avere una poltrona. Le tariffe sono diverse. Il Pd chiede 35 mila euro. Il Pdl 25 mila. A pagare sono i primi 6 della lista al Senato e i primi 9 alla Camera. Gli azzurri dai candidati pretendono la cifra cash, mentre il Pd concede anche una rateizzazione del contribuito. Per i candidati non è uno scandalo. Anzi è tutto nella norma. A chiarire la vicenda è Carlo Giovanardi, uno dei big del Pdl, canadidato anche in queste elezioni ai primi posti in lista al Senato. "Ciascuno di noi versa la stessa cifra, poi ovviamente se non vieni eletto ti viene restituito fino all'ultimo centesimo. E' un contributo per la campagna elettorale". Giovanardi ha pagato. Lui è terzo in lista dietro il Cav e Anna Maria Bernini. Il posto a palazzo Madama non dovtrebbe essere un problema. 
Storia vecchia - Il contributo è comunque una tradizione. "Paga solo chi si trova in cima alla lista e che quindi ha buone chance di essere eletto", racconta a Filippo Berselli, senatore e coordinatore del Pdl in Emilia Romagna. Il gettone d'ingresso per Berselli "è come fare un investimento. Se si tiene conto degli stipendi dei parlamentari non è poi così elevato". A sinistra il conto si perde nel tempo. "Diamo una mano al partito sempre. Anche quando c'era il Pci", spiega Andrea De Maria, candidato alla Camera. "Qui in Emilia la somma richiesta è di 35mila euro, da versare nei cinque anni di legislatura con un prelievo diretto dall'indennità dei parlamentari", precisa De Maria. Ma i giovani, quelli del ricambio generazionale, se si ritrovano in cima alla lista, dove trovano i soldi per pagare i partiti? "Quelli che mi chiederanno verserò, sono le regole e le rispetto. Chiederò un prestito in banca. Non avrò difficoltà", spiega Enzo Lattuca, 25 anni candidato alla Camera per il Pd. Insomma i partiti ha sempre bisogno di soldi. E non risparmiano nemmeno i loro stessi "amici". Il tempo (in parlamento) è denaro.

venerdì 25 gennaio 2013

Ecco la sinistra italiana: l’assessore che butta nel cestino la targa ad Almirante


almirante
Rottamata dall’assessore Francesco Peroni (Federazione Comunista), prima ancora che dalla commissione toponomastica, la targa di via Giorgio Almirante. L’assessore di Civitanova Marche, come riporta il Resto del Carlino, ha compiuto un gesto simbolico destinato a scatenare la bagarre: l’ha gettata in uno dei cestini del palazzo comunale.
La figlia di Almirante, Giuliana De’ Medici, come riporta il Messaggero, bolla la scelta della giunta come «atto incivile e antidemocratico». E conferma l’arrivo in città con la madre, Donna Assunta per difendere la via dedicata al fondatore del Msi. «Il gesto dell’assessore comunale Peroni, che ha gettato nella spazzatura la targa, è barbaro – afferma De Medici, candidata per la Destra nel Lazio – Giorgio Almirante è una figura politica condivisa, che godeva della stima di Enrico Berlinguer. Sarò presto a Civitanova con mia madre per contestare l’assurda decisione. Valuteremo tutte possibili iniziative con le forze locali del centrodestra. L’applicazione dello spoil-system nella toponomastica commenta da sola il livello culturale di certi amministratori».
Ecco la sinistra italiana, che dall’alto di una fasulla superiorità morale e culturale, si permette di gettare nell’immondizia (idealmente) nomi e valori della destra italiana. Perchè per loro l’avversario va ridicolizzato o non considerato, in ogni caso non merita alcun rispetto. La sinistra italiana è ben rappresentata da questo gesto
ilfazioso.com

Vetrine e cultura alle ex Falck L’alto forno T5 tra passato e futuro


Accordo tra i proprietari e l'associazione dei commercianti. No ad altri grandi magazzini: ce ne sono già a sufficienza. Sì a un polo di alta qualità
di Laura Lana
Le aree Falck (Spf)
Le aree Falck (Spf)
Sesto San Giovanni, 25 gennaio 2013 - Un protocollo in quattro punti. Un confronto serrato durato un anno. Da una parte l’Unione del Commercio, dall’altra Sesto Immobiliare, proprietaria dell’area Falck. Obiettivo: lanciare Sesto nel futuro, anche passando dal commercio. Stop, quindi, a centri commerciali ordinari, grandi supermercati su più piani e mega magazzini. «Eccellenza», «caratterizzazione», «attrattività» le parole che più volte sono state scandite ieri mattina alla presentazione dell’accordo di collaborazione siglato tra l’associazione dei negozianti e il gruppo guidato dall’imprenditore Davide Bizzi.
«Il nostro impegno era e rimane quello di preservare il commercio esistente - premette Zeffirino Melzi, presidente dell’Unione -. Da qui la necessità di eliminare il centro commerciale di 50mila metri quadri previsto sulle aree dismesse». Il «grande fungo», come lo chiama Melzi, inserito nel primo progetto di riqualificazione, presentato da Luigi Zunino. Che, oggi, viene sostituito con «attività altamente qualificate così da creare un valore aggiunto per l’intera città, quella già costruita e quella da realizzare».
Sotto al T5, il gigantesco forno dello stabilimento Concordia tutelato come bene storico e candidato a patrimonio dell’umanità, andranno servizi commerciali, sportivi, artigiani, culturali. «People destination center» si chiama in gergo tecnico: un mix funzionale che cerca i suoi modelli all’estero, dal Portogallo al Nord Europa. Contatti ce ne sono e altri si stanno aggiungendo. Alcuni suggeriti proprio da quel progetto che l’Unione del Commercio aveva presentato al gruppo Bizzi circa un anno fa e che vedeva, al posto del grande magazzino, terme, vintage store, campi da baseball, campus universitari e altro ancora.
Sesto San Giovanni, il T5, le aree Falck conservano fascino e appeal per un’operazione che, dal disegno al cantiere, potrebbe iniziare tra sette anni. Per prima cosa, l’accordo sottoscritto darà agli esercenti il diritto di prelazione per tre anni per la stipula di contratti d’affitto per rami d’azienda inseriti nel nuovo centro. Tra gli impegni la «valorizzazione tra commercio, artigianato e sport» (intrattenimento, leisure ed educational) e la «ricerca di tipologie di vendita e merceologiche di eccellenza e di prodotti a elevata specializzazione» oggi non presenti sul territorio. Infine, iniziative per rendere appetibile la città.
«Siamo convinti che non si possa realizzare un intervento di riqualificazione di questa portata al netto della città già costruita. In linea generale e, soprattutto, per quanto riguarda il commercio - spiega Maurizio Monteverdi, amministratore delegato della Sesto Immobiliare -. Le dimensioni dell’oggetto di cui ci stiamo occupando non ci permettono di lavorare in un recinto». Parole sante per l’Unione, che già pensa ai 2 milioni di oneri da mitigazione da spendere nella Sesto costruita e al tavolo istituzionale riattivato dal Comune.

giovedì 24 gennaio 2013



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Di Debora Billi - crisis.blogosfere.it
La voce circolava già da ieri, sulle notizie breaking inglesi. Nel suo discorso di oggi, David Cameron annuncerà l'avvio di un referendum nazionale per decidere l'uscita del Paese dall'Europa. Lo ufficializza la BBC.

La notizia peraltro non è neanche così inaspettata: dieci giorni fa mi trovavo a Londra e le prime pagine dei tabloid già erano quasi in campagna referendaria. Io stentavo a capire di cosa diamine stessero parlando, visto che proprio non sospettavo che si covasse una decisione simile. Si sa, i tabloid esagerano.
Insomma, giornalisti migliori di me avevano succoso materiale da raccontare da parecchio tempo. Invece le news italiane più vecchie, sull'argomento, sono di tre ore fa. Chissà come mai la stampa italiana ha così poca voglia di dire ai cittadini che gli inglesi avranno la possibilità di decidere se uscire dall'Europa?

Non è difficile capire che si tratta di campagna elettorale, e in campagna elettorale le notizie vengono filtrate ancora più del solito. La politica italiana ha un'unica e sola stella: l'Europa, salvezza dei popoli, per la quale ogni sacrificio è lecito, ogni austerità è ammessa. Se esci dall'Europa, hic sunt leones. L'Europa non si discute, si ama, e ad essa ci si zerbina a qualunque costo. Non è quindi possibile mostrare ai cittadini, mentre si apprestano a votare un partito europeista (chiunque votino), che in un Paese importante, popoloso, e molto simile al nostro per popolazione e PIL, si consideri l'idea di un referendum una cosa seria e non una boutade da comici.
Certo, l'Inghilterra ha l'impero, controlla la finanza, è amica degli USA, ha la sterlina (non era l'euro la moneta della salvezza?), insomma è tutta diversa da noi. Ma avremmo detto che è"tutto diverso" anche se ad uscire avessero pensato il Belgio o il Portogallo. Ed è vero altresì che l'UK è devastata dai debiti ed è in recessione come tutti. Fatto sta che loro possono decidere e noi no: a noi spettano solo "baratri", qualora provassimo a dire la nostra. Come è successo in Grecia, a cui dall'Europa non è stato neppure consentito il referendum e si è visto, in che baratro è finita.
Foto - Flickr Downing Street

Fonte: http://crisis.blogosfere.it

Capitalismo


http://www.nocensura.com/2013/01/capitalismo.html

AMICO DI BANCHIERI Monti ha usato i nostri soldi dell'Imu per salvare la banca di Bersani

Monti ha salvato la banca rossa con i soldi Imu

I Monti-bond da 3,9 miliardi equivalgono a quanto pagato dagli italiani per la tassa sulla prima casa
Per capire quello che sta succedendo oggi bisogna fare un salto nel 2007. Quando Mps, la più antica banca italiana, compra daSantander Antoneventa a un prezzo di gran lunga superiore (10 miliardi di euro) rispetto a quello che era stato pagato (6,5 miliardi di euro) dal gruppo spagnolo solo tre mesi prima . Se è vero che Mps diventa la terza banca del Paese con oltre tre mila sportelli, è altrettanto vero che dall'acquisizione a prezzi stratosferici cominciano molti guai per l'istituto di credito senese. Sull'operazione la Procura apre un'inchiesta per capire se fu accompagnata da un giro di tangenti a politici e intermediari. Così la banca storicamente vicina alla sinistra, diventa una sorvegliata speciale sia da parte dei mercati che della magistratura. I risultati di bilancio sono pessimi e peggiorano con il passare degli anni. Mps si lancia quindi in operazioni finanziarie che si trasformano in un boomerang per i propri conti, presiti, derivati, e chiede un aumento di capitale ai propri soci nel tentativo di chiudere il buco. Ieri, mercoledì 23 gennaio, Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi, ed ex presidente di Mps si è dimesso in seguito allo scandalo derivati conclusi nel 2009. 
I Monti-bond Lo scorso dicembre, contro il parere di Mario Draghi, il governo italiano ottiene il via libera dalla Ue per l'erogazione di 3,9 miliardi di euro di aiuti di Stato alla banca senese. La formula allunga-debito, prevede che alla scadenza del prestito o Mps rimborsa o fa entrare lo Stato nell'azionariato. Ed oggi sono proprio i Monti-bond che infiammano la polemica politica.  Sì, perché l' Imu sulla prima casa che tutti gli italiani proprietari di immobili hanno dovuto versare entro lo scorso dicembre, ammonta proprio a 4 miliardi di euro. "Le banche hanno badato troppo alla finanza e poco all'economia reale, alle famiglie e alle imprese. Monti ha coccolato le banche e dato schiaffi al ceto medio". ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano, dichiarando ai tg in via dell'Umiltà. "Noi abbiamo due richieste precise per le banche - prosegue Alfano - la prima è restituire all'economia reale, alle famiglie e alle imprese, i soldi avuti a basso tasso di interesse dalla Bce; il secondo riaprire i rubinetti del credito".
Amico dei banchieri "La vicenda che ha coinvolto il dimissionario presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, è gravissima. Ma è ancor più grave che il governo Monti abbia finanziato le casse del Monte dei Paschi di Siena con un prestito da 3,9 miliardi di euro, cifra equivalente all’Imu sulla prima casa, l’imposta con cui questo esecutivo ha tartassato gli italiani", denuncia Antonio Di Pietro. "Si tratta di soldi pubblici, presi dalle casse dello Stato e dalle tasche dei cittadini, e versati a Mps da questo governo di banchieri", aggiunge Di Pietro, "Tutta quest’operazione rappresenta l’ennesimo schiaffo alle famiglie italiane salassate da Monti con le politiche del rigore. Politiche che hanno fatto pagare il costo della crisi ai lavoratori, ai giovani, ai pensionati, ai più onesti, alle piccole e medie imprese e agli artigiani che, in questo momento, sono presi per il collo dal sistema bancario. Ci auguriamo che la magistratura faccia al più presto luce su questa torbida vicenda". "In tutta la vicenda che sta emergendo riguardo al Monte dei Paschi di Siena, si conferma che gli azionisti e i clienti, cioè i cittadini, sono sempre e semplicemente carne da macello". Lo afferma Sandro Bondi, del Pdl, che aggiunge: "Mentre le conseguenze delle scelte avventate compiute dai vertici della Banca vengono coperte dagli aiuti del governo Monti, i rubinetti dei prestiti alle imprese e alle famiglie vengono chiusi determinando un’ulteriore spinta alla recessione".Questa è la filosofia del governo Monti: difendere i ceti oligarchici contro il popolo. Proprio la funzione che nell’antica Roma era affidata alla figura del dictator: 'Adversus plebem dictator'", conclude Bondi. E a chiedere spiegazioni è anche il segretario della Lega Roberto Maroni: "Monti e Bersani subito in Parlamento per spiegare i favori a MPS e le responsabilità del PD nella disastrosa gestione della banca". "Mps, sicuramente una banca gestita nei suoi vertici da uomini della sinistra, ha un buco di 760 milioni e Monti gli ha regalato 4 miliardi di euro, più della tassa Imu. Ci spieghino perchè", ha sottolineato l'ex ministro della difesa Ignazio La Russa. Infine duro anche il commento di Francesco Storace: "Cianciano, cianciano i compagnucci.  Ma il Pd non ha nulla da dire su 4 miliardi tosati agli italiani con l'Imu e buttati al Monte dei Paschi?".
http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1167388/Monti-ha-usato-i-nostri-soldi-dell-Imu--per-salvare-la-banca-di-Bersani.html

Istat, in calo commercio al dettaglio e gdo: salvi solo discount alimentari


Le vendite al dettaglio soffrono. E così pure la grande distribuzione. Dati diffusi dall'Istatmostrano, per il mese di novembre, cifre in calo.
Se si parla di dettaglio, la perdita arriva allo 0,4% rispetto al mese di ottobre, raggiungendo il 3,1% su base annua. È il quinto ribasso congiunturale di fila, l'ottavo per il dato tendenziale. Se si considera l'anno a scendere è anche l'alimentare, settore su cui si registra un meno due per cento.
Gli alimentari calano dello 0,6% considerando il periodo tra gennaio e novembre 2012. Del 2,6% il resto del settore. Se si togliesse dal calcolo anche l'inflazione - spiega l'Istat - i risultati sarebbero ancora più negativi.
La caduta non riguarda soltanto la vendita al dettaglio, ma pure la grande distribuzione, che perde il 2,1%. A salvarsi sono soltanto i discount alimentari, che nonostante la crisi fanno registrare una crescita dell'1,2%.

mercoledì 23 gennaio 2013

Equitalia pignora pensione a un'anziana "Sua figlia ha un debito di tremila euro"

Equitalia  pignora pensione a un'anziana "Sua figlia ha un debito di tremila euro"
MARIA PIRAS, FIGLIA DELL'ANZIANA CUI EQUITALIA HA PIGNORATO LA PENSIONE

C'è ancora un'altra vittima dei meccanismi perversi con cui Equitalia riscuote i debiti. Una pensionata di Maracalagonis si è vista prosciugare il conto corrente per un debito di tremila euro contratto da sua figlia.


La storia è raccontata sull'Unione Sarda in edicola. Teresa Ledda, 74 anni, si è vista svuotare, per effetto di un atto di pignoramento firmato da Equitalia, il conto corrente. Le sono stati sottratti i soldi delle pensioni percepite da settembre a oggi. "Ma io non ho contratto nessun debito", ha obiettato la pensionato. La risposta è stata trovata solo in un cavilloso atto di rivalsa. Sua figlia, cointestaria del libretto su cui mensilmente viene accreditata la pensione minima della madre (470 euro), aveva contratto un debito di 3mila euro. Ha tre figli e vive un momento di difficoltà economica. "Quei soldi sono l'unica fonte di sostentamento per mia madre, aiutano anche me e la mia famiglia a sopravvivere, perché privarcene?"


Fonte: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/301787

Infermiere paga il ticket ad una signora indigente: la ASL lo punisce



lenzoni-marcoC’è un detto siciliano che recita più o meno così: “Faciti beni, ca malu vi veni”, ovvero “fate bene e in cambio riceverete il male”. E’ proprio quello che è successo a Marco Lenzoni (nella foto), infermiere, ma prima ancora filantropo. La sua colpa? Essere troppo generoso coi più poveri.
Una donna non ha i soldi per pagare le analisi del sangue della figlia: arriva un infermiere, Marco Lenzoni, e senza pensarci due volte, paga per lei il ticket. Accade lo scorso mercoledì al centro prelievi della Asl 1 di Massa. Con la figlia gravemente malata e le analisi prescritte dal medico curante, la signora si era recata al centro di prenotazione Cup senza soldi. Non trattandosi di un nucleo familiare soggetto ad esenzione, però, l’operatore dell’Asl ha comunicato alla madre che le analisi non potevano essere effettuate senza il pagamento immediato del ticket. Ad assistere alla scena un infermiere del centro prelievi. È proprio lui a pagare i 40 euro per le analisi al posto della donna. La storia, una storia bella e brutta allo stesso tempo, potrebbe finire qui.

Invece i dirigenti dell’Asl di Massa Carrara intervengono. Vogliono vederci chiaro: forse per capire come aiutare le famiglie in difficoltà? No. L’Asl ha appena deciso di sanzionare l’infermiere. E in una nota spiega perché: “La posizione assunta dall’infermiere nei giorni scorsi discredita in modo subdolo e strumentale l’immagine dell’Azienda, già fortemente lesa dai gravi fatti degli scorsi anni. Per l’uso strumentale dell’accaduto e la grave lesione che ne è conseguita all’immagine dell’Azienda e del Servizio sanitario pubblico, oltre che per le offese personali al Direttore Generale, questa Direzione avvierà i procedimenti disciplinari necessari nei confronti dell’infermiere“.
L’infermiere buono ora rischia una multa o una sospensione temporanea. E allora hanno proprio ragione i vecchi siciliani: “Faciti beni, ca malu vi veni”.


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