L’Islamic Research Council dell’università egiziana di Al-Azhar ha deciso di “congelare” il dialogo con il Vaticano perché Benedetto XVI ha invitato i governi del mondo arabo a tutelare le minoranze cristiane, dopo gli episodi di violenza accaduti in Egitto contro la comunità copta e in Iraq. “Una interferenza inaccettabile”, quella del Papa cattolico, secondo il gotha del pensiero islamico. L’università di Al-Azhar è la più autorevole istituzione religiosa e culturale della fede sunnita nel mondo musulmano. Sono stati proprio i chierici egiziani, verso la fine degli anni Novanta, a creare il “dialogue committee” che si riunisce periodicamente per far avanzare il processo di collaborazione bilaterale.
Peccato però che da parte islamica ci è sempre mossi come il gambero, un passo avanti e due indietro: una volta si è fatto quadrato per riscrivere i libri scolastici occidentali depurandoli da un linguaggio offensivo, un’altra volta sono stati condannati quegli eccessi di laicismo che hanno prodotto film come “Fitna”, un'altra ancora ad essere minacciato è stato l'autore delle vignette danesi che aveva ridotto il Profeta a una caricatura. Per non dire degli attacchi subiti da Benedetto XVI, uno per tutti quello dopo il discorso di Ratisbona, che tanta rabbia e incomprensione suscitò nel mondo islamico.
Fino alla riunione di emergenza del Consiglio di ieri, che ha definito “parole d’insulto” quelle rivolte dal Papa verso l’Islam. Il governo egiziano aveva richiamato al Cairo i suoi ambasciatori presso la Santa Sede, per tutti risposta Padre Lombardi ha fatto sapere che il dialogo comunque andrà avanti. Come dire, ripercorrendo le tappe del dialogo interreligioso proposto da Al-Azhar ci si accorge facilmente che, uno, l'obiettivo è quello di chiudere la bocca al Papa cattolico quando ce n'è bisogno, e due che proprio questo tanto strombazzato dialogo in realtà non è mai iniziato.
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