Sesto San Giovanni, 18 gennaio 2010 -
Probabile che sempre più spesso le aziende aspettino i bandi emessi dagli enti pubblici per regalarsi una boccata d’ossigeno. A vedere le graduatorie delle gare d’appalto del Comune di Sesto, la fotografia che ne esce è di un mucchio di imprese che restano all’erta e verificano frequentemente la sezione «bandi» del portale cittadino. Nell’ultimo anno le gare indette dal Comune vengono letteralmente prese d’assalto.
Probabile che sempre più spesso le aziende aspettino i bandi emessi dagli enti pubblici per regalarsi una boccata d’ossigeno. A vedere le graduatorie delle gare d’appalto del Comune di Sesto, la fotografia che ne esce è di un mucchio di imprese che restano all’erta e verificano frequentemente la sezione «bandi» del portale cittadino. Nell’ultimo anno le gare indette dal Comune vengono letteralmente prese d’assalto.
«Siamo sempre più a quota cento partecipanti di media — racconta l’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Amato —. All’inizio questo dato ci aveva davvero colto di sorpresa, ora ci abbiamo fatto l’abitudine». I concorrenti più numerosi sono coloro che si iscrivono ai bandi per riqualificazioni edilizie. Come quello per il rifacimento delle facciate della scuola XXV Aprile. «È stato l’episodio più eclatante — commenta Amato —. Si erano presentate 176 imprese, caso davvero unico per un appalto di dimensioni ridotte». Doveva essere una gara come tutte le altre, con una base d’asta non elevatissima (neanche 600mila euro), e invece al posto delle solite 60-70 offerte, la commissione si è trovata a dover aprire quasi 200 buste.
Stessa valanga di proposte per gli interventi sulla sicurezza stradale che prevedono degli adeguamenti nei tratti in prossimità delle scuole Don Milani e XXV Aprile. «Dobbiamo realizzare una rotatoria, un pezzo di ciclabile e cambiare la viabilità — spiega l’assessore —. Si tratta di un investimento di appena 400mila euro. Eppure alla gara si sono presentate oltre 70 aziende». Tutta colpa della crisi, che ha messo in ginocchio diverse imprese. «Lo diceva tra i denti il rappresentante di una società all’apertura di un procedimento — ricorda Amato —. Gli appalti pubblici sono calati drasticamente a causa della mancanza di fondi delle Amministrazioni e dove si presenta l’occasione le aziende rispondono in massa». Ovviamente questa ondata anomala ritarda non poco la consegna dei cantieri e il conseguente inizio dei lavori.
Alla scadenza di ogni bando ci sono infatti quattro o cinque giorni di lavoro per cinque persone, compresi un dirigente e un avvocato del Comune, per le operazioni preliminari: apertura delle buste, verifica dei documenti richiesti e ammissione delle aziende alla gara vera e propria. Dopo la verifica preventiva, può scattare la necessità di effettuare ulteriori accertamenti per le società per le quali risultano annotazioni nel casellario dell’autorità di vigilanza dei lavori pubblici. «Poi c’è il tempo per effettuare possibili ricorsi, l’aggiudicazione provvisoria e infine quella definitiva. Più aziende dobbiamo controllare più l’iter si allunga».
di Laura lana
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