venerdì 21 gennaio 2011

Se le ex “camerate” preferiscono tacere


Annalisa Terranova
Bè sì, la difesa d’ufficio c’è stata, ma senza scaldarsi tanto. Gli ex An, dinanzi al fango del Rubygate, in fondo in fondo un pochino di imbarazzo devono averlo provato e Silvio, che preferisce che la prima fila dello scudo umano sia organizzata da escort e giornalisti fedeli, lo ha capito. Infatti sono un po’ in ombra anche in tv, sia La Russa che Gasparri, più utili quando si tratta di dare addosso agli studenti “comunisti”. E il mattatore Storace? Anche lui non se la sente poi così tanto di gridare alla persecuzione giudiziaria. Altrimenti, a rischio di perdere la faccia del tutto, dovrebbero tutti uniformarsi alla tesi di Sabina Began: è tutto falso. Tutto, anche quello che si legge sulle intercettazioni. Per Sabina era falsa anche la registrazione della D’Addario perché in giro ci sono tanti imitatori del premier. Per esempio Ruby non dice «io per lui sono solo un culo» e Lele Mora non istruisce Roberta Bonasia sulla divisa da infermiera che deve indossare alle seratine speciali, e Fede non cerca vallette perché il «premier è pimpante». Che non si faccia dell’assurdo moralismo, please. Il premier è un benefattore: perché alle sue feste non ci siano mai anziani bisognosi, disabili senza famiglia, disoccupati che pensano al suicidio è solo un trascurabile dettaglio. In pratica: beneficienza a senso unico, investimento sui giovani. E la destra law and order, quella che prometteva di riportare le prostitute nelle case chiuse, e di restituire decoro alle strade infestate dal vizio, si trova senza argomenti (Ruby era pure una clandestina, pensate un po’) anche se, in fondo, Arcore è una casa chiusa. Mica lo facevano sulla Salaria, ci mancherebbe. Reduci dalla campagna estiva su Montecarlo, che costituiva per loro una macchia indelebile sulla terza carica dello Stato adesso, per non dire che la funzione del premier è un po’ ammaccata, devono almeno sostenere che i magistrati vanno “puniti” perché hanno perquisito le case delle ninfette amiche di Silvio. Già Veronica gli ha impedito di metterle al Parlamento europeo, adesso ci si mette anche la Boccassini. Certo che il Cavaliere è furioso. Dunque l’ex destra di An, percepito l’umore, preferisce astenersi, disorientata dal gran parlare di questione morale, che pure un tempo veniva cavalcata elettoralmente a suon di manifesti con la scritta “vergogna!”. Preferisce temi più “aggiranti”, tipo l’estradizione di Battisti. Né ci si azzarda più a sollevare i temi etici per marcare le differenze tra il laicista Fini e il cattolico Casini. Non era un’urgenza, la legge sul biotestamento? Diciamo che i tempi hanno fatto maturare consapevolezze diverse, anche nella Chiesa. Ora l’urgenza è arginare la valanga di intercettazioni ma la legge c’era, era pronta, solo che Berlusconi non l’ha più voluta per non “cedere” ai ritocchi fatti dai finiani. E dunque gli ex An, tranne la Santanchè che è perfetta nel suo ruolo di paladina cotonata e indignata per la privacy violata (un tempo almeno si batteva contro il velo islamico, oggi per i festini senza veli...), stanno a guardare aspettando che passi la nottata. E le donne ex An? Anche loro non stanno messe bene. Considerando che i riferimenti di un tempo remoto erano le ausiliarie della Rsi e le eroine fantasy come Eowyn capirete che il confronto con l’oggi è straniante. In verità Dragonera alias Buttafuoco su Libero era venuto loro in soccorso presentando Ruby come un modello di emancipazione ben riuscita dinanzi al bacchettonismo della sinistra. Non era però stato aggiornato a dovere: non sapeva che la piccola doveva comparire in lacrime da Signorini per presentarsi con l’aureola di martire del fanatismo islamico. E allora? Allora le camerate non sanno che dire. Alla fine Barbara Saltamartini è costretta a uscire allo scoperto e a dire che è in atto una campagna per sovvertire per via giudiziaria la volontà popolare. Sì ma che ne pensano le nostre accanite supporter della famiglia di questi padri, di questi fratelli, di queste madri tutte contente di farsi narrare il giorno dopo dalle loro congiunte quanto il vecchio ha sganciato per le palpatine notturne? Se pensano qualcosa, non lo dicono di certo. Isabella Rauti è d’accordo con la camerata che l’ha preceduta, cioè Barbara. Giorgia Meloni pure. Renata Polverini ha parlato ieri e ha detto che lei vuole un governo che si occupi di cose concrete. Giusto, il privato da una parte e la politica dall’altra. Ma si sono accorte che Nicole Minetti è consingliere regionale? Lo hanno capito che privato e politico a volte, purtroppo si intrecciano? Lo hanno intuito che il merito da valorizzare è anche fornire i telefoni giusti perché il party riesca? Certo che lo sanno, certo che l’hanno capito. Prima o poi lo diranno anche. Speriamo. E speriamo che non sia troppo tardi.

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