giovedì 27 gennaio 2011

"Le città sono le nostre tele" I writer invadono Sesto

L'ex Stalingrado d'Italia punta su graffiti e street art per riqualificare il paesaggio urbano. Legale dipingere sui muri grazie ai permessi del Comune. Siete d'accordo? Dite la vostra

Sesto San Giovanni, 26 gennaio 2011 - Non stupisce che qualcuno ci abbia scritto addirittura un libro, sui muri delle fabbriche sestesi. Scritti, disegnati, colorati, quei muri da qualche anno hanno iniziato una seconda vita. Basta camminare in viale Italia, a fianco a quelli che ancora oggi cingono quel milione e mezzo di aree dismesse. «Quei muri sono vissuti e ci raccontano tante storie. Di chi ieri stava dietro a lavorare e di chi oggi sta davanti per lasciare un messaggio alla collettività».
Fabio Musati sui muri del Villaggio Falck ci ha fatto un romanzo. Si chiama «Tramonto Falck» (uscito per i tipi di Laruffa Editore) e tra le sue pagine, a fianco di ingegneri ed ex operai, fanno il loro ingresso anche i graffittari. Quelli che vanno in Comune, richiedono il permesso e si rimboccano le maniche per realizzare il loro capolavoro su un’area autorizzata. L’anno scorso di via libera ne sono stati rilasciati 24. Oltre a viale Italia, le aree comprese tra le vie Edison-Adige e Marx-Pace sono ormai sature.
È da qualche anno, infatti, che l’amministrazione sestese invece di dare la caccia ai writer li assolda per riqualificare pezzi di spazio pubblico. Lo scorso marzo il sottopasso Roma-Marelli venne così usato come una scuola di pittura da otto adolescenti dai 13 ai 17 anni. A seguire gli apprendisti artisti un veterano della bomboletta spray come Roberto Tonoli, in arte Imen. Rulli, secchielli, vernici colorate, sui muri del sottopassaggio sono così spuntati uno skyline di Sesto e altri graffiti, che hanno portato la street art in un tunnel pedonale rimesso sì a nuovo, ma spoglio e anonimo.
La scommessa è andata così bene, che adesso l’amministrazione ci riprova insieme all’associazione Lavoro e Integrazione. Ci riprova però in grande. In tutti i sensi. «Con il progetto Legami Comunitari vogliamo cambiare il volto di Cascina Gatti — annuncia Claudio Palvarini, responsabile dell’associazione —. Dopo un’indagine tra i residenti, abbiamo deciso di intervenire sul casermone popolare di via Marx 606 con un museo leggero». Arte a grandi dimensioni sui muri di un quartiere, insomma.
L’idea è che artisti, designer e creativi realizzino in versione extralarge capolavori d’autore o inediti sulle impalcature che sorgeranno in autunno e resteranno per un anno sui 12 piani del palazzo comunale per gli interventi di manutenzione straordinaria. «La Gioconda, i graffiti di Haring e la creatività di chi vorrà partecipare ai nostri laboratori sostituiranno così i muri grigi di questa torre popolare, costruita al centro del quartiere e da tutti conosciuta». Non è finita. Perché il «Marxmuseo» continuerà accanto al bar e al discount. Nella piazzetta di via Marx, a partire da questa primavera, saranno infatti montati dei supporti fissi per l’installazione periodica di affiches artistiche con la collaborazione dello studio grafico sestese Magutdesign.
di Laura Lana

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