lunedì 31 ottobre 2011
LA RAI ANNUNCIA: "SIAMO COLLEGATI CON CINISELLO BALSAMO PER TRASMETTERE GEAS BRACCO-ERG PRIOLO...." ... CHE TRISTEZZA! LA SOLITA TRISTEZZA!!!
domenica 30 ottobre 2011
"Soprusi, lavoro nero e vessazioni nella Cgil"
La Cgil fa le barricate in difesa delle pensioni e dell'articolo 18. La Cgil fa le barricate in nome del lavoro regolare. Peccato che oggi spuntino come funghi i casi di ex dipendenti del sindacato che denunciatno gravi irregolarità. Il campionario riguarda maltrattamenti, vessazioni, mobbing, licenziamenti illegittimi, finti contratti e lavoro nero. Nel mirino, spesso, ci finiscono le donne, soprattutto del Sud italia. In Sicilia, giusto per avere il polso della situazione, si è recentemente costituito il 'comitato dei lavoratori licenziati dal sindacato'. In Campania - altro esempio - lo scorso dicembre la vertenza di Ciro Crescentini (licenziato dalla Fillea Cgil anni fa) ha registrato una svolta importante: il giudice di secondo grado ha infatti dichiarato "l'inefficacia del licenziamento" dell'uomo, e ordinato alla Fillea Cgil nazionale il reintegro "nel precedente posto di lavoro occupato o in mansioni equivalenti".
Il portale - Sul web è addirittura nato un portale che si chiama Lavoratori licenziati dalla Cgil. "Questo spazio - viene spiegato sul sito - vuole essere strumento di sintesi, di confronto e denuncia, nel rispetto non solo di chi è vittima di licenziamento da parte della Cgil, ma anche dei tanti compagni e delle tante compagne che, dentro e fuori la Cgil, ci mostrano ogni giorno la loro vicinanza e la loro solidarietà". E così, on line, vengono raccolte le sentenze del tribunale del lavoro e diversi video a dir poco impressionanti. In uno di questi, che potete vedere su LiberoTv, vi è un incredibile collage di testimonianze.
Il video - "E' inaccettabile imbracciare la bandiera rossa, scendere in piazza per il diritto dei lavoratori quando poi tra quei lavoratori ci sono persone che di diritti non ne hanno". Quindi le confessioni. "Per tanto tempo non ho parlato. Vedevo la Cgil più grande di me. Mi sentivo sola". Oppure: "Hanno fatto tutto per licenziarmi". Quindi Giovanni Sapienza spiega: "Ho lavorato per 13 anni alla Cgil di Catania in nero". Quello che svela Romina Licciardi è terribile: "Ho lavorato due anni, dal 1998 al 2000 in nero, per conto della Cgil di Ragusa. Nel 2000 ho avuto un contratto part-time, dopo di che ricevo una tentata violenza da parte di un mio superiore. Denuncio i fatti, ma il mio superiore inizia una serie di azioni vessatorie nei miei confronti e vengo allontanata per un periodo dalla Cgil". E come questa altre drammatiche testimonianze sul sindacato che, in teoria, dovrebbe essere in prima linea nella difesa dei lavoratori.
clicca per il video
http://tv.libero-news.it/video/102920/_Soprusi__lavoro_nero_e_vessazioni_nella_Cgil_.html
Pedrazzini candidato sindaco lumbàrd "Pronto a vincere, mettiamoci la faccia"
«Vogliamo gente che in questi anni ha messo la faccia, non quelli che arrivano alla fine e pretendono la benedizione».
Una caldarrosta costa più di un caffè: non basta un euro
http://www.ilgiornale.it/
sabato 29 ottobre 2011
Francesco Nigro. Melissa 29.10.1949
Francesco Nigro.
Mario Zicchieri. Roma 29.10.1975
Mario Zicchieri.
Lombardia, la guerra dei call center e il servizio gratis diventa a pagamento La Lega ne ottiene uno a Milano, resta quello in Sicilia a Paternò, il paese di La Russa
DA MARZO 2012 IL CALL CENTER PER PRENOTARE LE VISITE COSTERÀ 50 CENTESIMI DA CELLULARE
Lombardia, la guerra dei call center
e il servizio gratis diventa a pagamento
La Lega ne ottiene uno a Milano, resta quello in Sicilia a Paternò, il paese di La Russa
Tutta colpa di Paternò. Un paesone di cinquantamila abitanti a una ventina di chilometri da Catania. Il paese dei fratelli La Russa. Il paese che dal 2007 ospita i 600 addetti del centralino sanitario. Una vicenda tutta politica, e tutta interna alla maggioranza di centrodestra che governa da un quindicennio il Pirellone. Lega contro Pdl, ancora una volta.
Quattro anni fa la Lombardia ha appaltato a milletrecento chilometri di distanza il call center. «Paternò, provincia di La Russa», masticarono amaro i leghisti del Pirellone. La controffensiva iniziò la primavera scorsa, con la nomina di Lorenzo Demartini, ex consigliere del Carroccio, al comando della holding Lombardia Informatica. Nel mirino dei lumbard finì Giovanni Catanzaro, consigliere delegato della società da oltre un decennio. Catanzaro è uomo politicamente vicino a La Russa. E cittadino onorario, dal 2008, proprio del Comune di Paternò. Il capogruppo leghista Stefano Galli era stato il più duro a denunciare in Consiglio regionale i «tanti», «troppi» incarichi di Catanzaro nei cda di società partecipate ed enti pubblici.
Tanto furore non poteva non portare al risultato: addio Sicilia, i centralini dei lombardi tornano ai lombardi. Eccola, la svolta. Un nuovo call center affiancherà quello di Paternò. Per un paio d'anni, fino alla primavera del 2014, quando di fatto si procederà a privatizzare il servizio. Affiancare, appunto. Perché Paternò non chiuderà. Non subito, almeno. Il numero verde raddoppia, e le telefonate finora gratuite si pagheranno per coprirne almeno in parte i costi.
L'ultima puntata è quella di mercoledì scorso. La giunta approva la delibera che dà il via al progetto. «Si prevede una ripartizione di costi con il cittadino pari a 0,50 euro fisso per ogni contatto telefonico da cellulare», si legge nell'allegato al documento. Il consigliere del Pd Alessandro Alfieri allarga le braccia: «Siamo di fronte a una inutile duplicazione del call center pretesa dalla Lega. Il risultato è che ci saranno costi più alti e nessun miglioramento del servizio. E oltre al danno per i lombardi si aggiunge la beffa del nuovo balzello. È, in piccolo, una storia simile a quella dei ministeri del Nord nella Villa Reale di Monza».
29 ottobre 2011 15:06
venerdì 28 ottobre 2011
I pranzi a tariffe agevolate dei senatori? Una bufala. Ecco i veri scontrini
Sta circolando un’altra bufala su facebook. Ma la notizia non è questa, se così fosse dove starebbe la novità?
La vera notizia è che, per buona pace di grillini, popoli viola, seguaci di fan page come “Se tutto va bene siamo rovinati” e “I segreti (?) della casta di Montecitorio”, non è affatto vero che senatori e deputati spendano solo 87 centesimi per un piatto di trofie o 3 euro e 41 per una tagliata, per citare gli esempi contenuto sullo scontrino che sta girando in rete.
A smentire la bufala è un senatore della Lega Nord, Cesarino Monti, il quale ha deciso di fotografare e pubblicare uno scontrino del ristorante del Senato: ebbene, il senatore in questione ha speso 24,06 euro per un filetto alla griglia. Ne ha mangiati due, quindi 48,12 euro, cui si aggiungono i 67 centesimi per mezzo litro di acqua minerale e i 52 centesimi per il servizio.
Totale: 49,31 euro per un pranzo a base di due filetti alla griglia.
Le “tariffe agevolate” sono ben altro, no?
Lo scontrino che circola in rete è quindi un falso? Non esattamente. Semplicemente, chi l’ha fatto circolare, in buona o cattiva fede (è più probabile la seconda ipotesi) ignora la differenza tra “mensa” e “ristorante”.
Ebbene, la mensa è riservata ai dipendenti e ai militari del Senato e non certo ai senatori. E’ vero, ha tariffe agevolate, ma i dipendenti non guadagnano certo quanto un senatore e non beneficiano neppure dei buoni pasto.
Teniamo presente che alcune mense, come quella della Rai, costano meno di quella del Senato.
Osservando entrambi gli scontrini (vedere sotto) si possono notare le differenze: nel primo appare la dicitura “Mensa del Senato” ed un codice cliente, nel secondo “Ristorante del Senato” ed il nome e cognome del senatore, in questo caso Cesarino Monti.
A tutti quelli che si sono indignati esclamando “La casta è strapagata e spende solo 3 euro e 41 centesimi per una tagliata. Vergogna!” chiediamo: secondo voi quanto deve pagare un dipendente del Senato, che guadagna anche 500 euro (o 1.000, 1.200, come i comuni mortali) al mese, per un pranzo?
Cavalcando l’odio anti-casta si diffondono informazioni sbagliate ed in malafede. Sarà anche vero che i parlamentari guadagnano troppo o sono da ridurre, ma il populismo di chi vuole indottrinare la massa con l’onda dell’anti-politica è molto peggio della politica stessa.
Attenzione alle bufale!
Scontrino mensa che sta circolando in rete:
Scontrino ristorante senato, ossia quanto spende davvero un senatore:
giovedì 27 ottobre 2011
Palermo, un'alunna è musulmana Il quadro della Madonna via dall'aula
http://www.ilgiornale.it/1
mercoledì 26 ottobre 2011
Un vero italiano: il generale Leonardo Tricarico restituisce alla Francia la “Legion d’Honneur”
Comportamento irriguardoso - Oggi Tricarico, come riferiscono le agenzie di stampa, ha restituito la Legion d’Onore all’ambasciatore francese in Italia, insieme ad una lettera nella quale ricorda di aver ricevuto dal presidente Jacques Chirac una onorificenza “della quale – scrive – sono oggi costretto a privarmi con rammarico e dispiacere di fronte al comportamento irriguardoso dell’attuale Presidente francese nei confronti dell’Italia”.
La lettera - La lettera si chiude con un post scriptum in cui Tricarico ricorda un aneddoto legato proprio al cognome di monsieur le Président.
http://www.questaelasinistraitaliana.org/2011/un-vero-italiano-il-generale-leonardo-tricarico-restituisce-alla-francia-la-legion-dhonneur/“Il 25 novembre 1916 il nostro leggendario aviatore, il capitano Francesco Baracca, abbatté il ricognitore austro-ungarico del tenente Kalman Sarkozy, che fu preso prigioniero. Pur essendo incerto il legame di parentela di quell’aviatore ungherese con l’attuale Presidente, l’episodio indica che gli Italiani – affrancati dalle peculiarità di un sistema che tarpa loro le ali – sanno vincere le loro battaglie. Anche quando di fronte abbiamo un Sarkozy”.
Il debito pubblico? Il peccato originale di Cavour
Cavour voleva trasformare il Piemonte in uno Stato moderno, che assomigliasse alla Francia e alla Gran Bretagna – esempi che egli ammirava – e voleva farlo in fetta. Il raggiungimento di questo obiettivo richiedeva però grandi quantità di denaro.
Le ambizioni di Cavour lo resero pressoch´ indifferente all'entità del debito pubblico, a patto che la spesa venisse destinata in modo efficiente al raggiungimento dei suoi scopi. Fin dal principio egli aveva invocato la massima trasparenza nella stesura e nella presentazione del bilancio dello Stato. Tuttavia, probabilmente senza averne l'intenzione, il governo di Cavour iniziò a ricorrere a quella che oggi potremmo definire “ingegneria finanziaria” o, meno caritatevolmente, espedienti contabili. \ Cavour era convinto che una forte tassazione fosse il prezzo che un paese doveva pagare per il progresso e per godere delle libertà civili che lo accompagnano. In effetti si tratta di una convinzione condivisa – allora come oggi – da numerosi economisti. Pertanto egli accrebbe le imposte al fine di coprire l'aumento della spesa pubblica, cercando al tempo stesso di distribuire più equamente il peso della tassazione tra le varie classi di reddito. \ Certamente questa politica non gli avrebbe fatto vincere una gara di popolarità a Torino, ma risultò gradita a molti economisti. La concezione che Cavour aveva del ruolo economico dello Stato e del ricorso alle politiche pubbliche al fine di favorire il progresso era, per i suoi tempi, all'avanguardia. \
Disgraziatamente, come avviene di solito in questi casi, l'indebitamento aumentò in misura significativamente maggiore della crescita economica, cosicch´ il servizio del debito, ossia il pagamento degli interessi, divenne un grave problema. Tra il 1847 e il 1859 il debito pubblico piemontese aumentò addirittura del 565 per cento. L'ammontare complessivo sarebbe ulteriormente cresciuto, grosso modo triplicandosi, tra il 1859 e il 1861, quando raggiunse i 2.000 milioni di lire, un valore astronomico per quei tempi, specialmente per un piccolo Stato come il Piemonte.
Sembra che, nell'anno precedente all'unificazione, Cavour fosse giunto al convincimento che, ben preso, l'alternativa sarebbe stata tra l'unificazione dell'Italia o l'inadempienza (default) del Regno di Sardegna. L'unificazione – e il sistema di governo unitario che ne sarebbe conseguito – avrebbe permesso di raggiungere uno dei più importanti obiettivi di Cavour e avrebbe altresì offerto una via d'uscita dai problemi finanziari del Piemonte. \
Quale che sia il ruolo e la responsabilità da attribuire a Cavour e al Regno di Sardegna (tema che potrebbe suscitare un interessante dibattito), è innegabile che la nascita dell'Italia sia stata segnata da un peccato originale, vale a dire un enorme debito pubblico, che avrebbe accompagnato il nuovo Paese.
http://www.ilgiornale.it/cultura/il_debito_pubblico_il_peccato_originale_cavour/26-10-2011/articolo-id=553599-page=0-comments=1
martedì 25 ottobre 2011
Vox Populi e Fondazione Radici Europee insieme
LA DUCIONA MINISTRO DEGLI ESTERI!
LA DUCIONA MINISTRO DEGLI ESTERI! - LA MUSSOLINI SPARA PALLETTONI SUL NANOLEONE DELL’ELISEO E LA CANCELLIERA TEDESCA: “SARKOZY? CI SIAMO DIMENTICATI CHE È ANDATO A FARE UNA CONFERENZA STAMPA DA UBRIACO?” - “LA MERKEL? UNA VAJASSA, PORTA DELLE GIACCHE TERRIFICANTI, È RIMASTA ALLA DDR” - LO SBERLEFFO: “È STATA UNA SCENA PIETOSA, SEMBRAVANO GIANNI E PINOTTO” (BOTTE PURE PER CARLÀ)…
L'asta dei beni comunali fa flop E le casse restano all'asciutto
Cinisello Balsamo, 25 ottobre 2011 - Le casse comunali restano all’asciutto: le aste per la svendita degli immobili di proprietà dell’amministrazione vanno ancora deserte. A Cinisello e dintorni pare non esserci nessuno interessato ad acquistare gli appartamenti e le altre proprietà messe all’asta: come a dire, se l’amministrazione è in bolletta e cerca liquidità, anche i cittadini lo sono, e non possono permettersi di fare grandi spese. In particolare, non è riuscita la vendita in gara dell’ex colonia marina di Pietra Ligure, un enorme immobile a due passi dalla spiaggia, di cui il Comune non vedeva l’ora di disfarsi. Nulla da fare, due gare su due andate deserte. E lo stesso vale per molte altre proprietà che l’Amministrazione comunale ha deciso di vendere tramite gara pubblica. Due gare, due gare deserte; e poi, qualche tentativo di accordo privato, non sempre andato per il verso giusto.
Il piano delle alienazioni predisposto dall’amministrazione cinisellese fino a ora non ha riscosso il successo desiderato e immaginato. Le gare indette dal Comune di Cinisello sono state in totale 21 nell’ultimo anno: di queste 18 erano relative a immobili e 3 a terreni. Dei 18 immobili, solo uno è stato alienato e nello specifico quello di via Gran Sasso al civico 12. Un po’ meglio è andata con la vendita dei terreni: dei 3 messi al bando, due sono stati venduti con successo, sia quello sito in via Risorgimento, sia quello di via XXV Aprile all’angolo con via Tiziano (entrambi in fase di rogito).
Magro bottino, per tirare le somme e anche il futuro si preannuncia non del tutto roseo, visto che in generale gli interessamenti alle gare sono comunque pochi. L’assessore competente, Rosa Riboldi, prova a fare chiarezza: «Solitamente, ci siamo accorti che succede questo: le gare vanno deserte perché gli interessati preferiscono trattare in maniera privata — spiega l’assessore al Patrimonio —. Succederà così, ce lo auguriamo, anche con l’ex colonia ligure».
Dati, quelli registrati dal piano delle alienazioni, che fanno presagire alcune difficoltà anche in vista di una possibile (al momento non certa) vendita del Cinema Marconi, che continua a fare dentro e fuori dalla voce «Alienazioni» del bilancio biennale. «Se fanno fatica a vendere qualche appartamento — si sono chiesti in molti —, come faranno a vendere un immobile così grosso?». I tentativi però proseguono: il 3 novembre scadrà la possibilità di presentare le domande per aderire all’asta di vendita di un immobile di proprietà comunale sito in via Monfalcone 40; il 12 dicembre la scadenza invece per il secondo esperimento d’asta per l’alienazione di altre cinque proprietà.
di Andrea Guerra
http://www.ilgiorno.it/sesto/cronaca/2011/10/25/606975-asta_beni_comunali_flop.shtml