domenica 23 dicembre 2018
mercoledì 19 dicembre 2018
A PROPOSITO...
A PROPOSITO...
Le rivoluzioni vere sono quelle dove sono coinvolti i rivoltosi, mentre le altre sono un’invenzione letteraria-poetica ed in ogni caso si guardano a lungo termine, quando ormai i protagonisti ideali non esistono più (rivoluzione industriale, Gandhi…). Un’altra doverosa distinzione è tra rivoluzione ed insurrezione, intendendo per quest’ultima una repressione che ne impedisce l’attuazione: la rivolta in India del 1857, quella degli Zulù del 1879, quella del Mahdi del 1885 in Sudan, quella dei Boxer in Cina nel 1900, tutte insurrezioni (a parte l’ultima, dove era compartecipe insieme agli USA e a tutta Europa) represse da quell’immenso regime coloniale rappresentato dall’Inghilterra. Per documentarsi in modo non tedioso sarebbe consigliabile vedere alcuni film gigantescamente holliwoddiani degli anni sessanta/settanta: Zulù, Khartoum, 55 giorni a Pechino…
Ed ora torniamo ai nostri giorni dove, bene o male ciascuno stato è attrezzato per salvaguardarsi dalle rivoluzioni che potrebbero rivoltarlo come un calzino… Esistono regole ben precise per qualsiasi manifestazione: data, orario, percorso ed autorizzazione e scansandone anche una non è detto che si arrivi alle cariche della polizia (dipende dalla “pericolosità” e da chi l’organizza – e spesso le due cose coincidono!-), ma si rischiano. Poi illudersi che chi è chiamato a reprimere possa “fraternizzare” col popolo che protesta è una pia illusione, in quanto essi rischiano il licenziamento (o peggio) in caso di tentennamento ed in più stanno mettendo in campo per le repressioni una forza europea mercenaria che non avrà alcun tipo di remore. Quindi l’idea buonista che non bisogna reagire con la violenza, che sono al servizio dello Stato, che sono padri di famiglia serve solo a fare fallire fin dall’inizio quello che si vuole rivoluzionare: Poi, dato l’ordine, “loro” menano, ed anche di brutto e poco importa se uno si difende oppure no, la sorte è sempre la stessa. Manganellate brutali… Non volendo incentivare qualsiasi tipo di violenza si consiglierebbe a chi non ha stomaco di non partecipare, anche perché la loro esitazione costringerebbe gli altri a sacrificarsi per difenderli…
Le rivoluzioni vere sono quelle dove sono coinvolti i rivoltosi, mentre le altre sono un’invenzione letteraria-poetica ed in ogni caso si guardano a lungo termine, quando ormai i protagonisti ideali non esistono più (rivoluzione industriale, Gandhi…). Un’altra doverosa distinzione è tra rivoluzione ed insurrezione, intendendo per quest’ultima una repressione che ne impedisce l’attuazione: la rivolta in India del 1857, quella degli Zulù del 1879, quella del Mahdi del 1885 in Sudan, quella dei Boxer in Cina nel 1900, tutte insurrezioni (a parte l’ultima, dove era compartecipe insieme agli USA e a tutta Europa) represse da quell’immenso regime coloniale rappresentato dall’Inghilterra. Per documentarsi in modo non tedioso sarebbe consigliabile vedere alcuni film gigantescamente holliwoddiani degli anni sessanta/settanta: Zulù, Khartoum, 55 giorni a Pechino…
Ed ora torniamo ai nostri giorni dove, bene o male ciascuno stato è attrezzato per salvaguardarsi dalle rivoluzioni che potrebbero rivoltarlo come un calzino… Esistono regole ben precise per qualsiasi manifestazione: data, orario, percorso ed autorizzazione e scansandone anche una non è detto che si arrivi alle cariche della polizia (dipende dalla “pericolosità” e da chi l’organizza – e spesso le due cose coincidono!-), ma si rischiano. Poi illudersi che chi è chiamato a reprimere possa “fraternizzare” col popolo che protesta è una pia illusione, in quanto essi rischiano il licenziamento (o peggio) in caso di tentennamento ed in più stanno mettendo in campo per le repressioni una forza europea mercenaria che non avrà alcun tipo di remore. Quindi l’idea buonista che non bisogna reagire con la violenza, che sono al servizio dello Stato, che sono padri di famiglia serve solo a fare fallire fin dall’inizio quello che si vuole rivoluzionare: Poi, dato l’ordine, “loro” menano, ed anche di brutto e poco importa se uno si difende oppure no, la sorte è sempre la stessa. Manganellate brutali… Non volendo incentivare qualsiasi tipo di violenza si consiglierebbe a chi non ha stomaco di non partecipare, anche perché la loro esitazione costringerebbe gli altri a sacrificarsi per difenderli…
Iscriviti a:
Post (Atom)