domenica 9 gennaio 2011

CRI: A MILANO PROGETTO 'CROCE ROSSA PER I CLOCHARD' COMPIE 10 ANNI

(ASCA) - Milano, 8 gen - Era una fredda notte come molte altre di quell'inverno 2000/2001. La prima unita' di strada del Comitato Provinciale della Croce Rossa di Milano, su input della Questura di Milano, comincio' proprio quell'8 di gennaio di dieci anni fa, un'attivita' presto rivelatasi fondamentale per aiutare i clochard milanesi. Nasceva cosi' il progetto metropolitano ''La Cri per i clochard'' con lo scopo di assistere i senza fissa dimora che dormono all'addiaccio spesso per necessita', senza una coperta con il marciapiede comeguanciale e con un cartone come giaciglio.

Lo ricorda con una nota la Croce Rossa Italia sottolineando come ''le unita' di Strada della Croce Rossa, organizzate dal Comitato Provinciale di Milano, diventarono presto due e il numero degli assistiti a cui consegnare un pacchetto di biscotti e una tazza di te', una coperta e un sacco a pelo o a cui semplicemente offrire quell'assistenza morale di cui le persone vulnerabili hanno estremamente bisogno, sono triplicati''. Oggi la Croce Rossa Provinciale di Milano attraverso le sue 4 unita' di strada (due delle quali in convenzione con il Comune di Milano), garantisce l'assistenza ai clochard milanesi ogni sera dell'anno, Natale, Capodanno e Ferragosto compresi coprendo un'area di vaste proporzioni tra Milano e i comuni dell'hinterland (Bresso, Cinisello Balsamo, Opera, Sesto San Giovanni) e assistendo oltre 300 clochard.

Un impegno testimoniato anche dalla pubblicazione del libro ''Miracolo a Milano'' scritto da due volontari Cri, Nicoletta Molinari e Gianni Villa, i cui proventi sono destinati alle attivita' del progetto. E proseguito nel gennaio del 2008 allorquando oltre 300 volontari e volontarie Cri hanno svolto, in collaborazione con l'Universita' Bocconi di Milano, un censimento dei senza fissa dimora milanesi. Il primo (e unico) realizzato con criteri scientifici e accademici. Un aiuto ai clochard, conclude la nota, ''non fine a se' stesso dato che molti di loro sono stati reinseriti nei circuiti lavorativi e sociali anche grazie alla collaborazione di istituzioni e servizi assistenziali''.

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