ex area falck
Sesto San Giovanni, 5 gennaio 2011 - Incontri tecnici ravvicinati, almeno uno alla settimana, a dispetto delle feste natalizie. Riunioni di giunta e di maggioranza, per valutare le nuove ipotesi progettuali. E un accordo, con i neo-proprietari delle aree dismesse, per rinforzare l’ufficio Urbanistica del Comune. Obiettivo: stringere i tempi della riqualificazione.
Per un anno che se ne va, un altro se ne apre all’insegna delle ex Falck: a cavallo tra il 2010 e il 2011, gli appuntamenti più significativi nelle agende dell’amministrazione sestese e delle forze di centrosinistra sono stati indubbiamente quelli con Bizzi & soci, Renzo Piano & associati, Guido Rossi e i tecnici comunali, tutti impegnati nell’analisi del masterplan dell’architetto genovese. Riveduto e corretto.
Dopo il primo incontro post-Zunino, avvenuto lo scorso primo novembre, per riallacciare le fila di un discorso interrotto da oltre un anno, il confronto serrato tra progettisti e Comune ha portato i primi frutti. «Solo ipotesi su cui stiamo lavorando — frena il sindaco Giorgio Oldrini —. Abbiamo iniziato a discuterne in maggioranza, lo dovremo fare anche con l’opposizione». E tuttavia lo studio di Renzo Piano, anche per facilitare il dibattito, ha già prodotto un aggiornato modello in 3D, in cui hanno preso forma le indicazioni di massima discusse nelle scorse settimane.
Ricordiamole. Case alte: ci saranno ancora, eccome, ma fortemente ridimensionate nel numero, almeno una decina in meno, e svetteranno a cavallo del viale Italia, nel cuore delle ex Falck. A fare da cerniera con la parte già costruita di città, ci saranno invece palazzi di misure inferiori, per migliorare l’integrazione tra «vecchio» e «nuovo». Dalla stazione a ponte, che rimane fulcro centrale della trasformazione, si dovrebbe sviluppare una piastra pedonale dedicata in parte al terziario, in parte al commercio, in parte al residenziale: al di là del centro commerciale, si parla di funzioni miste, ad esempio con i primi due piani di ogni edificio dedicati a negozi e uffici, il resto alle abitazioni.
Produttivo: fetta consistente, nell’ex Transider ma anche nel T5. Capannone che potrebbe rivivere nel solco della tradizione, seppure riutilizzato in chiave moderna. Come altri ex edifici industriali tutelati nel Pgt. «Stiamo valutando un maggior utilizzo delle strutture esistenti, per risparmiare territorio» aggiunge Oldrini. In sostanza, alcune funzioni previste originariamente in nuovi stabili potrebbero trovare posto nell’ex Laminatoio o dentro il lungo e stretto Omec, così da liberare spazio per le altre abitazioni, rese necessarie dal «taglio» delle «case alte». Un esempio su tutte: il mercato coperto.
Tra le novità più consistenti, la viabilità: approfondito uno dei temi caldi, e ancora irrisolti, della progettazione urbanistica, fa capolino una «diagonale» tracciata dalla stazione a ponte fino alla circonvallazione (il prolungamento di viale Edison, già disegnato dal Comune) per servire la parte nuova, senza impattare con la vecchia. Tra le ipotesi, anche un sottopasso ferroviario, di uso strettamente cittadino. Perché il traffico di attraversamento dovrà rimanere tassativamente fuori: sul «ring». «Il Pgt non si tocca» ha ribadito ancora il sindaco. Dentro quei confini, la discussione è aperta.
di Patrizia Longo
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