Una
volta si diceva che il gioco del calcio era uno sport,un gioco dove
ventidue persone inseguivano un pallone e dove un signore in nero
munito di due cartellini aiutati da due guardalinee ,la famosa terna
arbitrale,cercava di far svolgere regolarmente l'incontro.
In
Italia poi venne l'anno 1980 col calcio scommesse coi carabinieri che
andavano dai giocatori a fine partita,non per chiedergli autografi o
magliette per i figli ma per portarli in tribunale per essere
interrogati i vari calciatori .Calcio-scommesse riacutizzato un paio
di anni fa con Moggiopoli,dove vediamo andare la Juventus in B con
campionati falsati per vari punti di squalifica e dove un interista
Rossi decide di dare a tavolino un titolo tricolore ed indovinate a
quale squadra,ovviamente l'Inter.
Nel
frattempo nella politica abbiamo tangentopoli,dove i politici e qui
non è uno sport e non è un gioco ma un mestiere che è iniziato
nella notte dei tempi,essendo per me il vero mestiere più vecchio
del mondo e che ancora oggi va di moda,con continue inchieste.
Oggi
invece abbiamo avuto una lezione dal calcio,quello che consideravamo
un gioco dove 22 persone corrono dietro a un pallone e dove oggi
l'arbitro e coadiuvato da due guardalinee,due giungici di riga e il
sesto uomo ex quarto uomo e dove ormai le loro divise arrivano anche
al colore rosa shoking.
Dicevamo
oggi il calcio ha dato una lezione a tutti,anche alla politica,forse
perché la persona era degli altri tempi,dei tempi della terna
arbitrale,delle divise color nero e dove esistevano le bandiere delle
squadre,dei tempi per intenderci che nessuno avrebbe mai lontanamente
immaginato un Rivera senza la maglia del Milan,un Mazzola senza la
maglietta dell'Inter. Nell'immaginario dei tifosi gli uomini bandiera
delle loro squadre l'avevano tatuata indelebilmente la maglietta
addosso e che solo il lento passare del tempo dopo la morte avrebbe
tolto da dosso ai loro beniamini i colori sociali della
squadra,portandosi via i resti umani e lasciando lo scheletro che
sarebbe diventata polvere.
Oggi
con un comunicato stampa Adriano Galliani avvisa che dopo la partita
di Champions interna con l'Ajax non sarà più Amministratore
Delegato del A.C. Milan.
Galliani
ha preferito andarsene via dall'A.C. Milan prima che qualcuno lo
facesse decadere,prima che qualcuno lo mandasse via dando una lezione
di stile e di vita al suo presidente Silvio Berlusconi.
Pur
non essendo tifoso del Milan ringrazio Galliani per quello che ha
fatto e quello che potrà fare per il mondo del calcio,un gioco
dicevamo che ha dato una lezione di vita e di stile come scrivevo
primo alla politica dove tutto sta diventando un gioco e non una cosa
seria come dovrebbe essere.