mercoledì 1 dicembre 2010

Rondò: promesse vere cantieri fantasma I negozianti di piazza IV novembre si lamentano per il restyling della piazza che, nonostante le promesse, non è ancora stato iniziato.

Sesto San Giovanni, 1 dicembre 2010 - Attesa, annunciata, progettata, illustrata. E ancora attesa. È la riqualificazione di piazza IV Novembre. Il Rondò, per capirci, il centro nevralgico della Sesto Nuova. Residenti e commercianti da anni chiedono il restyling. E quando un anno fa la fontana venne spostata sulla rotonda, si erano detti «Stavolta ci siamo».

Basta con la politica degli annunci, l’amministrazione ci è ricascata. Pensiline nuove, rastrelliere per le bici, pavimentazione da irruvidire e ripristinare, è rimasto tutto sulla carta. «Faccio prima a chiudere il negozio — pronostica sconsolato Iginio Bertagna, storico fruttivendolo —. Ci vorrebbe poco: mettiamo una scacchiera sotto gli alberi».

Proprio all’ombra degli arbusti il bar Decio aveva pensato di mettere dei tavoli. L’idea era di realizzare un chiosco dove sorge ancora la vecchia fontana rettangolare. «Avevano detto che sarebbe stata tolta — racconta Matteo Fontanini, terza generazione alla guida del bar —. Ci avevano chiesto disponibilità e l’avevamo data». Poi è calato il silenzio.
«Sembra che vogliano fare altro. Abbiamo chiesto almeno di mettere qualche tavolino sotto gli alberi, ma senza risposta. Rimaniamo a disposizione del Comune». Persa l’occasione di riqualificare subito un primo lotto della piazza, l’amministrazione aspetta i soldi del bando del Distretto del Commercio per mettere mano alla pavimentazione.
L’altolà arriva però da Zeffirino Melzi. «Quei fondi servono per rivitalizzare il commercio e non per le opere pubbliche — precisa il presidente dell’Unione dei Commercianti, proprietario della floricoltura poco più avanti in via Breda —. Bisogna sedersi attorno a un tavolo per decidere come spenderli».

Che la pavimentazione non regga, però, è un problema da risolvere al più presto. «Abbiamo testimoniato per un’anziana che è caduta: è rimasta in ospedale otto mesi - ricordano Angela e Antonio Lorusso, titolari del chiosco di fiori —. L’asfalto è rotto e scivoloso». Di quella che doveva diventare la «cartolina di Sesto» resta così solo Gaia, la fontana sulla rotonda. «E quella vecchia? — chiede l’edicolante Roberto Serafini —. Ci mettiamo qualche paperella o la togliamo. Cosa fare al posto della vasca? Una bella cartina, così smetterò di dare indicazioni stradali».
di Laura Lana
http://www.ilgiorno.it/sesto/

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