Sembra che Allah non si dispiaccia se i suoi fedeli pratichino sport. Uomini e donne, s’intende. Ma non tutte le attività finische sono appropriate per il gentil sesso. Cosa scegliere e dove praticare uno sport nell’ambito del quale «va mantenuta una scrupolosa ossrevanza dei precetti di Dio?». Se lo sono chiesto al centro culturale islamico di sesto san Giovanni, che raccoglie una delle comunità musulmane più numerose di tutta Italia. E al sito internet hanno affidato la risposta pubblicando una sorta di vademecum da rispettare per «mantenere il corpo in forza e salute» senza offendere il proprio credo religioso.
Un galateo rivolto alle donne musulmane per le quali avviluppate in questi profani e contingenti quesiti viene in soccorso il Corano definito «uno dei primi documenti femministi della storia». «Tra gli aspetti più importanti e attuali dell’insegnamento islamico - si legge - c’è certamente l’invito a ulla cura e al rafforzamento del proprio corpo, così da mantenerlo in forza e in salute». Il profeta «raccomandava di insegnare ai propri figli le discipline sportive». Quali? Per i bambini «in particolare il nuoto, il tiro con l’arco e l’equitazione». definito un «toccasana per il corpo e per lo spirito» è necessario però fare attenzione «e dedicare all’attività fisica un tempo adeguato, senza indulgere né nella pigrizia né nel fanatismo». Mai «lasciarsi irretire dagli eccessi della passione sportiva». Anche in questo ambito «va mantenuta una scruposola osservanza dei precetti della legge di Dio». A partire dai «limiti posti tra gli uomini e le donne, ad esempio, che vanno attentamnte rispettati, praticandoi separatamente le proprie attività, e adottando in ogni occasione un abbigliamento consono ai canoni che l’Islam prscrive per l’adeguata copertura del corpo umano».
Non solo, «è poi importante astenersi da qeugli sport che sono incompatibili con la propria naturea: a titolo d’sempio, è chiaro come la femminilità di una donna non possa trovare la sua migliore espressione su una panca da body building». per non parlare «dell’esigenza di individuare luoghi dove le donne possano praticare l’attività fisica lontane da sguardi molesti». Le donne musulmane devono frequentare palestre per sole donne e infatti «è in risposta a questa richiesta crescente che negli utlimi anni - scrivono nel vademecum - sono state aperte diverse palestre riserrvate a una clientela femminile, e persino le grandi muiltimazionali del fitness si stanno ormai orientando a sperimentare con successo forme di divisione degli spazi dedicati agli uomini e alle donne. A Bergamo, inoltre, è il Comune stesso a concedere ogni domenica alcuni impianti sportivci - in particolare alcune piscine - per l’attività fisica delle solo donne». E infine un affondo contro il «progressivo accorciamento degli abiti sportivi destinati alle donne, per la gioia degli spettatori del tennis e della pallavolo femminili». A fronte del mondo intero, dei suoi interessi e delle sue ambizioni, «l’abbiglimento della donnna musulmana si erge come un baluardo di dignità, mentre la bellezza fisica dfel corpo femminile rappresenta un inestimabile patrimonio di bellezza, che la donna musulmana seglie autonomamente di dedicare in via esclusiva al proprio ambiente familiare».
di Alessandra Pasotti
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