venerdì 10 dicembre 2010

"Una mano in più è indispesabile ma quanto ci costa"

Parola ai piccoli negozianti e agli esperti del mercato del lavoro, che analizzando il picco di richieste di lavoro sotto Natale concordano su un punto: "Tutelare chi viene assunto"


La vetrina di un negozio di scarpe
La vetrina di un negozio di scarpe
Cinisello Balsamo, 10 dicembre 2010 - Se nei centri commerciali i lavoratori occasionali resistono, nei centri città invece se ne vedono pochi. O niente. «Che io sappia i commercianti si arrangiano come possono — spiega Rodolfo Meda, presidente dell’Unione Commercianti di Cinisello Balsamo —. Magari si coinvolgono i familiari in negozi, si fa qualche sacrificio in più: ma di assunzioni, anche occasionali, non se parla».
Da qualche parte d’altronde la cinghia bisognerà pur stringerla. «Una volta in questo periodo si cercava sempre qualche rinforzo. Ma oggi non c’è modo: non è neanche bello illudere una persona con un’assunzione temporanea e lasciarla poi a casa dopo un mese». E i cartelli «cercasi» che fanno capolino dalle vetrine dei negozi? Secondo Luigia Tarantolo, consulente del lavoro di Cologno Monzese, si tratta di situazioni risolte nella maggior parte dei casi in nero.
Ci si arrangia insomma, sperando di non avere controlli. «Al massimo si chiude la prestazione con una ritenuta d’acconto occasionale, che ha come tetto massimo di retribuzione 5mila euro l’anno e non più di 30 giorni di lavoro, quindi si inserisce perfettamente nei profili cercati sotto le feste». Molti più rari altri tipi di contratti in questo periodo, tutti a tempo determinato: «Il contratto a chiamata, ad esempio, risponderebbe perfettamente alle necessità di un’attività come il negozio, che sa di avere periodi di picco di lavoro. Eppure viene utilizzata pochissimo», continua la Tarantolo.
Una perdita che va, come sempre, a danno dell’assunto, «perché questo contratto tutela i compensi secondo gli accordi della Provincia di Milano nel settore del commercio, che stabiliscono un compenso minimo di 11,36 euro l’ora». Il problema, insomma, è il solito: le leggi ci sono, nessuno le applica e chi cerca un posto, deve accontentarsi di quel che c’è.
E di questi tempi, ad arrangiarsi sono i più. L’agenzia di lavoro Adecco ha fotografato a novembre 2010 le richieste di personale per il picco natalizio: 900 nella sola Lombardia. «Cassieri, addetti alla vendita, promoter — elenca Angelo Lo Vecchio, responsabile dell’area Milano e Brianza —. La richiesta è alta e sicuramente la crisi ha aumentato il numero di candidati a posizioni temporanee». Con una generalizzazione dell’età: l’impiego stagionale infatti, che un tempo era prerogativa di giovanissimi e studenti universitarsi, oggi richiama anche tanti disoccupati che devono arrivare alla fine del mese.
Chi riesce a strappare un contratto full time, spiega Lo Vecchio, «arriva a portare a casa tra i 1.000 e i 1.5000 euro lordi». Ma molto più richiesti sono i profili part time, al 50 o 75 per cento, o i contratti shot, per eventi aziendali brevissimi, addirittura di uno-due giorni. Una frammentazione del lavoro che, se moltiplica le offerte, lo fa solo temporaneamente. Perché, se la coda delle assunzioni stagionali si trascina fino a gennaio, quando esplode la corsa ai saldi, poi inizia la frenata: e per tornare ad accelerare, bisogna aspettare le svendite estive.
di Luca Zorloni
http://www.ilgiorno.it/sesto/

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