domenica 9 settembre 2012

SENZA PUDORE I biglietti del consigliere Pdl finiscono in mano ai bagarini E lui dà la colpa a sua mamma...SENZA PUDORE I biglietti del consigliere Pdl finiscono in mano ai bagarini E lui dà la colpa a sua mamma...


Milano, due albanesi a Inter-Roma con i tagliandi omaggio del Comune. La spiegazione: "E' stata mammà". E Salvini lo bastona: "Scuse ridicole, si vergogni"

I biglietti del consigliere Pdl
finiscono in mano ai bagarini
E lui dà la colpa a sua mamma...
All'ombra della Madonnina, nei pressi delle colonne di San Siro, ecco gli "affarini" della "castina". E poi si punta il dito contro la vecchia madre...

di Fabio Rubini
Sono del consigliere Pdl Armando Vagliati i biglietti del Comune di Milano per Inter-Roma rivenduti tramite bagarino ad una coppia di albanesi. Lo ha scoperto nella serata di ieri la guardia di finanza. Lui si difende tirando in ballo la mamma 91enne che «gestisce i biglietti e li da alle persone del quartiere che altrimenti allo stadio non ci potrebbero andare».
I fatti. Due biglietti per Inter-Roma in dotazione al Comune di Milano sono finiti in mano a un bagarino che li ha rivenduti a una coppia di albanesi. I due, dopo aver visto sul tagliando le diciture “Comune di Milano” e “Omaggio”, si sono insospettiti e hanno chiesto garanzie al bagarino, che ha dato loro il numero di cellulare. All’entrata dello stadio, però, qualcuno si è insospettito e così la fotocopia dei biglietti, unitamente al numero di cellulare, è finito dritto negli uffici della guardia di finanza, che ha immediatamente aperto un’inchiesta e ha scoperto l’intestatario dei biglietti, Vagliati, che prova a giustificarsi: «Mia mamma c’è rimasta malissimo. Mi ha detto che non ne vuole più vedere di biglietti. La persona a cui li ha dati non risponde al telefono. Per il futuro - conclude il consigliere Pdl - li affiderò a qualche associazione». Durissimo il leghista Matteo Salvini: «Mi auguro che a Vagliati di biglietti non ne diano più. La mamma 91enne? Una scusa ridicola. Che vergogna».
L’accaduto riapre il dibattito su come i 360 biglietti a disposizione del comune per le gare interne di Inter e Milan, vengono distribuiti. La giunta Pisapia da quest’anno ha cambiato le regole dividendo in varie fasce i biglietti. I 360 tagliandi che Inter e Milan mettono a disposizione del Comune per ogni gara interna, fanno parte della convenzione d’affitto dello stadio Meazza e sono del primo anello laterale rosso. Di questi, 80 biglietti vengono messi a disposizione delle scuole tramite il provveditorato agli studi; 50 sono a disposizione dei dipendenti comunali che da quest’anno li possono vincere partecipando a una lotteria interna; 20 sono distribuiti dai servizi sociali; 10 attendono la firma di una convenzione con le carceri; 20 sono a disposizione del Comune per le rappresentanze istituzionali. I restanti vanno ai politici: due per ogni assessore, consigliere, presidente di circoscrizione e via a scendere.
Fin qui è tutto chiaro. I problemi arrivano quando si tratta di tracciare i biglietti. Non tutti, infatti, hanno abbinato nome e cognome del possessore. Dall’assessorato allo Sport del comune di Milano spiegano che prima dell’inizio del campionato il Comune ha chiesto a Inter e Milan di attrezzarsi per stampare biglietti nominali con la dicitura “Comune di Milano” e con nome e cognome del possessore. Sempre in Comune assicurano che dopo la pausa del campionato funzionerà così.
Dal Milan, però cadono dalle nuvole e spiegano che una cosa di questo genere è impossibile. Questione di tempi: in teoria il Milan dovrebbe aspettare a stampare i biglietti dopo aver ricevuto la lista dal Comune e con le partite che si giocano ogni tre giorni è praticamente impossibile. Passando alla sponda nerazzurra, ammettono che una richiesta in tal senso da parte del Comune c’è stata, che non sarebbe impossibile da esaudire, ma che sarebbe auspicabile non farlo, sempre per problemi di tempistiche e di organizzazione.
Le due società concordano però su una cosa: basterebbe che i vari uffici del comune registrassero sui siti i nomi dei beneficiari abbinandoli al numero di serie del biglietto. Poi basterebbe fare una stampata e il gioco sarebbe fatto. Così, ad oggi, succede anche che qualcuno entri allo stadio con un biglietto “targato” Comune di Milano, senza che però ad esso sia attribuito un nome e un cognome. In barba alla legge Maroni sulla tessera del tifoso.
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