venerdì 7 settembre 2012
Sussulto di dignità: la Bulgaria dice no all'euro
Uno schiaffo ai burocrati di Bruxelles dal piu' povero dei paesi dell'eurozona. "Il progettato ingresso nella moneta unica ha perso di significato". "Il vento e' cambiato... In questo momento, non vedo alcun beneficio dall'ingresso nell'euro, solo costi", dice Boyko Borisov primo ministro dell'ex paese comunista.
La Bulgaria, il paese dell'Unione Europea piu' povero ma allo stesso tempo raro esempio di politica fiscale virtuosa nel blocco dei 27, ha congelato a tempo indeterminato il progetto di adottare l'euro come moneta. Si tratta dell'ultimo caso di nazione prudente a prendere le distanze da Bruxelles e dalla disastrosa politica Ue, un'Unione incapace di gestire la crisi dei debiti sovrani, il cui effetto e' mancata crescita, tasse piu' alte e sacrifici per centinaia di milioni di cittadini.
Dalla capitale della Bulgaria Sofia, il primo ministro Boyko Borisov e il ministro delle finanze Simeon Djankov hanno spiegato che la decisione di non andare avanti con il piano strategico a lungo termine di adozione dell'euro, arriva in risposta al deterioramento delle condizioni economiche e alla crescita dell'incertezza sulle prospettive della Ue.
Ugualmente importanti, nelle parole dei due politici dell'ex paese comunista, il decisivo cambio di atteggiamento della pubblica opinione in Bulgaria, dove questo e' il terzo anno consecutivo in cui sono in vogore misure di austerity.
"Il vento e' cambiato, sia per cio' che pensiamo noi al governo sia tra la gente... In questo momento, non vedo alcun beneficio dall'ingresso nell'eurozona, solo costi", ha detto il ministro delle finanze Djankov. "I cittadini giustamente vogliono sapere chi dovremo salvare (dal collasso) quando entriamo nell'euro; e' troppo rischioso per noi ed inoltre non e' certo quali siano le regole ne' come potranno cambiare tra un anno o due".
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