giovedì 13 settembre 2012

Perche la BCE non risulta iscritta in Italia al “registro delle imprese”? di Savino Frigiola


Al fine di semplificare l’esposizione, con il termine banca o banca d’emissione si
identificano sia la B.d’I. che la B.C.E., posto che, stante il quesito, entrambe al momento
dell’emissione monetaria, si sono appropriate e continuano ad appropriarsi del signoraggio
che si determina sul territorio italiano, per poi ripartirselo fra loro.
Si ricorda che il signoraggio è l’utile realizzato in occasione dell’emissione monetaria
determinato dal valore nominale o facciale della moneta, meno il valore materiale della
sostanza utilizzata per realizzare la moneta stessa. Poiché da decenni le principali monete
non contengono metalli preziosi né risultano convertibili in essi, la materia con le quali
vengono realizzate è formata da carta ed inchiostro, per cui il valore del signoraggio in
caso di carta moneta è quello facciale meno le spese tipografiche, in caso di moneta
scritturale il valore nominale addirittura senza le spese tipografiche.
La B. d. I ha cessato di emettere la Lira.
Dal 1° gennaio 2002 è subentrata la B.C.E. che ha sostituito la Lira con l’Euro. Si è
avvalsa e si avvale del braccio operativo della Banca d’Italia, ha mantenuti i medesimi
comportamenti ed atteggiamenti preesistenti con la B. d. I. , l’unica differenza consiste che
prima Bankitalia s’impossessava del 100 % del signoraggio, ora solo del 92 %
giacché l’8 %, per loro accordi interni fra loro, va alla BCE. (all. n. 1).
Occorre anche precisare che la BCE non risulta iscritta in  Italia al  “registro delle
imprese” e tuttavia svolge sul territorio regolare attività imprenditoriale congiuntamente
alla B. d. I. Poiché secondo il nostro ordinamento giuridico la BCE era obbligata a dover
depositare presso l’ufficio del registro copia della procura con sottoscrizione, (art. 2205 –
2206 cc) ne deriva che debbono essere applicati i criteri generali di riconoscimento, per
cui la B. d. I. risulta rappresentativa della B.C.E. a tutti gli effetti.
Si cerca di evitare, per quanto possibile le citazioni, considerando preminente ed esaustiva
la logica delle argomentazioni. Si considerano per acquisiti i contenuti della bibliografia
espressamente richiamata:
1  Bruno Tarquini (ex.Procuratore Generale di Cassazione) “La banca, la moneta e
l’usura”, Napoli – Controcorrente, 2003
2  G. Auriti, “Applicazione di una teoria dell’utilità a una teoria del diritto e delle persone
giuridiche” estratto degli atti del 2° Congresso Nazionale di Filosofia del Diritto (Sassari 2
giugno 1955), Milano, Giuffrè, 1956 Savino Frigiola
4
3  Giacinto Auriti “L’ordinamento internazionale del sistema monetario”. Teramo,
Edigrafital, 1996.
4  Giacinto Auriti “Il valore del Diritto” Teramo, Edigrafital, 1996.
5  F. Cianciarelli “Le origini storiche della moneta” Teramo, Edigrafital, 1996
6  F. Cianciarelli “Predoni, padroni planetari”, Cosenza, 2M, 1998
7  Savino Frigiola “La fabbrica del debito, dell’usura e della disoccupazione” , Rimini
Pragmateia ass. culturale 1997
8  Giacinto Auriti “Il paese dell’utopia”, Chieti, Tabula Fati, 2002
9  Marco Della Luna “ bozza di citazione alla BCE” 2005
I documenti allegati assumono solo valore esplicativo e dimostrativo a sostegno delle
argomentazioni affrontate.
Per identificare di chi sia la proprietà della moneta al momento della sua creazione, posto
che nessuna norma italiana od europea lo stabilisce e per meglio  comprendere l’attuale
disinvolto atteggiamento delle banche d’emissione nei giorni nostri, giova inquadrare,
anche se in maniera schematica e succinta, l’evoluzione storica dei comportamenti umani
e sociali inerenti all’uso ed alle metamorfosi subite nel tempo dalla moneta, intesa come
strumento di misura dei valori, per facilitare e permettere gli scambi commerciali di beni e
prodotti tra i diversi soggetti e le diverse popolazioni, nei tempi reali alla transazione, ed
ancor più utile e necessari in occasione della tesaurizzazione e delle compravendite
differite nel tempo.

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