giovedì 5 gennaio 2012

L’invenzione di Napolitano: il permesso di soggiorno per “raccomandazione presidenziale”

Del tutto casualmente, abbiamo scoperto un’altra perla infilata dall’ineffabile inquilino del Colle nella collana che segna quest’ultima parte della sua carriera politica. Non pago di aver fatto inorridire il mondo intero mettendo una masnada di inesperti incapaci a tar-tassare decine di milioni di italiani i quali, non essendo stati eletti, non saranno mai chiamati a render conto del loro infame operato come invece capita in tutte le democrazie dell’Occidente; non ancora soddisfatto degli appelli al sacrificio lanciati agli italiani affamati e disoccupati mentre lui se la spassa beato tra Capri e Capodimonte; contrariato dalla rinuncia forzata ad alcune delle 37 (trentasette) auto di lusso che costituivano la sua risicatissima flotta, roba da rischiare di dover chiamare un taxi per spostarsi dal Quirinale; furibondo per essere stato reso di pubblico dominio che ci costa 4 (quattro) volte il budget annuale di Buckingham Palace; incavolato nero per essere stato raggirato, lui napoletano, da una ingenua tedeschina, tale Angela Merkel, cui ha concesso di tutto, pure la sovranità nazionale, in cambio di promesse puntualmente disattese, cioè di niente; non ritenendo sufficientemente spedito il processo di islamizzazione in atto nel Paese, per accelerare il quale sta chiedendo di naturalizzare come italiani pure i figli dei clandestini; ecco l’ennesimo e disinvolto aggiramento delle norme da parte del nostro presidente, un vero maestro nell’arte di arrangiarsi, che ha introdotto una nuova prassi per i clandestini: il permesso di soggiorno per “Raccomandazione Presidenziale”.
Siamo entrati nel sito “stranieriinItalia.it” incuriositi da due notizie. La prima è che, secondo un sondaggio internazionale condotto in USA, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna, il paese più accogliente per gli stranieri è proprio l’Italia, dove l’88 % della popolazione è favorevole a destinare somme stanziate pro-quota dai paesi europei per accogliere gli immigrati. Inoltre gli italiani sono il popolo più ben disposto ad accogliere nel proprio Paese chi sfugge alla miseria, alle persecuzioni politiche ed ai conflitti di ogni natura. La seconda notizia riguarda la presunta aggressione a Milano nei confronti di una senegalese da tempo residente in Italia, episodio che si sta rivelando un caso montato strumentalmente, sgonfiato da testimonianze oculari. Sta di fatto che il senegalese in questione si è rivolto al legale Alfredo Zampogna. Chi è costui? Un avvocato che già l’anno prima aveva difeso un immigrato clandestino, anch’esso senegalese, vittima di un’aggressione. Ebbene, dopo aver vinto la causa contro gli aggressori, il legale era riuscito a far concedere all’immigrato, che ne era privo, un permesso di soggiorno per motivi umanitari su indicazione diretta del Presidente della Repubblica.
Ora, a noi sembrerebbe logico che un clandestino che sia stato aggredito lo si debba curare e gli si debba chiedere scusa, ma che poi gli si consegni un bel foglio di via e lo si rimpatri, magari con qualche euro in tasca. Ed invece no, perchè è arrivato Re Giorgio, che ancor prima di aver inventato il colpo di stato “salva-Merkel” s’è pure inventato il Permesso di Soggiorno per decisione del Re.
A noi questo appare del tutto in contrasto con le leggi vigenti, perchè le questioni sono due: o un clandestino è in possesso dei requisiti per ottenere il permesso di soggiorno, ed allora glielo si concede e Napolitano non serve; oppure non può vantare tali requisiti, ed allora concederglielo è una aperta forzatura della legge.
Peraltro, precostituito questo precedente, siccome non sarebbe giusto fare favoritismi, il rischio è che, con il passaparola, da oggi in poi tutti i clandestini si sentano autorizzati a simulare aggressioni e ad esporre denuncia contro ignoti, et voilà “les jeux sont fait”, ecco che arriva il permesso di soggiorno e magari anche una bella casetta popolare, un lavoretto remunerativo e poco faticoso e l’approvazione del progetto per trasformare la chiesetta del quartiere in moschea.
A questo punto la domanda è: Sig.r presidente, non Le pare che questi Suoi atteggiamenti arroganti, provocatori, di aperta sfida agli italiani, siano suscettibili di far montare quel rancore, quel risentimento, quell’odio nel popolo prostrato e da Lei vilipeso, che nei rapporti con gli immigrati può sfociare in episodi di intolleranza e di razzismo? Provi a pensarci.

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