Ogni volta che sento Bossi e i leghisti commentare la manovra di Monti tiro un sospiro di sollievo. Non me ne vorranno i lettori e colleghi settentrionali, ma quando sento che le mazzate "colpiscono il Nord", io meridionale con l’aggravante di vivere a Roma, mi sento esentato dai sacrifici
Ogni volta che sento Bossi e i leghisti commentare la manovra di Monti tiro un sospiro di sollievo. Non me ne vorranno i lettori e colleghi settentrionali, ma quando sento che le mazzate «colpiscono il Nord», io meridionale con l’aggravante di vivere a Roma, mi sento esentato dai sacrifici.
Non avrò capito bene la stangata, ma si vede che i rincari di luce, gas e benzina, le tasse sulla casa, il veto sul denaro liquido, riguardano solo il Nord; c’è una postilla in corpo due dove è specificato che tutto si intende a carico della sola Padania.
Allora mi sento felicemente terrone; da noi si può continuare a scialare. A Roma, poi, la Roma ladrona e puttanona, l’immunità è estesa alla popolazione. Allora ordino aragoste, mi do alla pazza gioia e canto gli stornelli. Poi sento in che stato versano i romani solitamente cazzari e sboroni, e come languono i meridionali tutti, i poveri perché son poveri, i benestanti perché lo saranno ancora per poco, e penso che la Lega voglia infondere ottimismo sotto il Po. Lo fa per coccolarci, a noi del piano di sotto, perché ci vuole un bene della madonna. E quel Bossi lì, col suo ditino teso, un grazioso vezzo, ci manda sempre un sacco di baci.
Devo a lui la decisiva argomentazione contro il Capo dello Stato: con quel cognome lì è terrone, anzi peggio, è napoletano di nome e di fatto. Ecco l’argomento micidiale per chiedere l’ impeachment del presidente: ha il peculato nel cognome, la fedina penale macchiata dall’estratto di nascita, la cadenza camorristica di don Raffaè. Acchiappatelo, guagliò.
http://www.ilgiornale.it/interni/un_grazie_lega_terroni_esentasse/08-01-2012/articolo-id=565936-page=0-comments=1
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Non avrò capito bene la stangata, ma si vede che i rincari di luce, gas e benzina, le tasse sulla casa, il veto sul denaro liquido, riguardano solo il Nord; c’è una postilla in corpo due dove è specificato che tutto si intende a carico della sola Padania.
Allora mi sento felicemente terrone; da noi si può continuare a scialare. A Roma, poi, la Roma ladrona e puttanona, l’immunità è estesa alla popolazione. Allora ordino aragoste, mi do alla pazza gioia e canto gli stornelli. Poi sento in che stato versano i romani solitamente cazzari e sboroni, e come languono i meridionali tutti, i poveri perché son poveri, i benestanti perché lo saranno ancora per poco, e penso che la Lega voglia infondere ottimismo sotto il Po. Lo fa per coccolarci, a noi del piano di sotto, perché ci vuole un bene della madonna. E quel Bossi lì, col suo ditino teso, un grazioso vezzo, ci manda sempre un sacco di baci.
Devo a lui la decisiva argomentazione contro il Capo dello Stato: con quel cognome lì è terrone, anzi peggio, è napoletano di nome e di fatto. Ecco l’argomento micidiale per chiedere l’ impeachment del presidente: ha il peculato nel cognome, la fedina penale macchiata dall’estratto di nascita, la cadenza camorristica di don Raffaè. Acchiappatelo, guagliò.
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