Duecentomila italiani con reddito di 20mila euro e supercar. Nel 2010 venduti 206mila bolidi, solo 72mila possono permetterseli
Di certo nessuno vuol davvero vivere nel da più parti paventato “stato di polizia fiscale” - e sarebbe anche il caso di chiarire una volta per tute che chi critica i metodi a volte troppo sbrigativi di Equitalia, la società di riscossione tributaria, NON per questo si schiera dalla parte degli evasori, anzi. E poi certo, il possedere un macchinone di quelli dal prezzo a cinque zeri, a fronte di un dichiarato reddito annuo vicino al costo del suo treno di gomme, non è necessariamente indice di evasione fiscale - dice che c’è chi il patrimonio lo investe in titoli di Stato o beni immobili o quant’altro, cosicché la dichiarazione dei redditi non sempre rispecchia il reale tenore di vita. E vabbé. Ma non si può negare che, incrociando i dati dell’Erario proprio con quelli del mercato delle automobili di lusso, ecco, qualche perplessità può anche sorgere. Per dire: uno studio della Uil pubblicato alla fine dello scorso novembre mette in evidenza come nel 2010, ultimo dato disponibile, siano state vendute 206mila vetture dal prezzo superiore ai 103mila euro, e però nello stesso anno soltanto 72mila sono stati i contribuenti che hanno dichiarato un reddito superiore ai 200mila euro. Dunque, ci sono 138mila italiani possessori di un’auto che vale la metà di quanto guadagnano in dodici mesi. Qualcosa non torna.
Andando ancor più nello specifico, ecco che vien fuori quest’altra stranezza, sempre relativa agli italiani che attualmente possiedono un’automobile di gran pregio, vale a dire sopra i 185 kw - quelle per le quali proprio il governo Monti ha recentemente aumentato il bollo. Tanto per intenderci, in questo gruppo sono comprese Ferrari, Lamborghini, Mercedes più lussuose e via dicendo. E niente, oltre 188mila di questi fortunati automobilisti dichiarano al fisco circa 20mila euro all’anno. Ventimila, cioè meno di 1.700 euro al mese, roba che se uno di loro deve regolare la carburazione del mezzo gli va via mezzo stipendio. E altri 217mila connazionali, sempre stando ai numeri diffusi dall’Anagrafe Tributaria, guidano bolidi del genere dichiarando all’erario fra i 20 e i 50mila euro all’anno. Possibile? Non in queste proporzioni.Nelle ultime settimane, e soprattutto dopo il discusso blitz di Cortina, le inchieste giornalistiche hanno illustrato i metodi per mezzo dei quali si può disporre di una vettura del genere senza pagarne lo scotto tributario. A parte quelli che proprio al fisco non risultano - poco tempo fa è stato smascherato a Milano un evasore totale che disponeva di villa, Porsche e mega-yacht da 22 metri con tanto di equipaggio - il trucco più diffuso resta quello del noleggio: viene registrata una società (fittizia) abilitata a operare sul mercato, mentre in realtà esiste unicamente per “affittare” l’auto al furbo in questione, che così risulta come semplice cliente e non come effettivo proprietario. E comunque il discorso non riguarda soltanto le automobili. Ci sono - sempre secondo i dati ufficiali dell’Anagrafe Tributaria - i 518 aeroplani privati che appartengono a persone dichiaranti 20mila euro all’anno e anche meno. E le 42mila barche di pregio - natanti che l’Agenzia delle Entrate classifica di “fascia media e alta” - capitanate sempre da contribuenti di fascia bassa, dai 20mila euro in giù.
Miracoli del 740.
di Andrea Scaglia
Andando ancor più nello specifico, ecco che vien fuori quest’altra stranezza, sempre relativa agli italiani che attualmente possiedono un’automobile di gran pregio, vale a dire sopra i 185 kw - quelle per le quali proprio il governo Monti ha recentemente aumentato il bollo. Tanto per intenderci, in questo gruppo sono comprese Ferrari, Lamborghini, Mercedes più lussuose e via dicendo. E niente, oltre 188mila di questi fortunati automobilisti dichiarano al fisco circa 20mila euro all’anno. Ventimila, cioè meno di 1.700 euro al mese, roba che se uno di loro deve regolare la carburazione del mezzo gli va via mezzo stipendio. E altri 217mila connazionali, sempre stando ai numeri diffusi dall’Anagrafe Tributaria, guidano bolidi del genere dichiarando all’erario fra i 20 e i 50mila euro all’anno. Possibile? Non in queste proporzioni.Nelle ultime settimane, e soprattutto dopo il discusso blitz di Cortina, le inchieste giornalistiche hanno illustrato i metodi per mezzo dei quali si può disporre di una vettura del genere senza pagarne lo scotto tributario. A parte quelli che proprio al fisco non risultano - poco tempo fa è stato smascherato a Milano un evasore totale che disponeva di villa, Porsche e mega-yacht da 22 metri con tanto di equipaggio - il trucco più diffuso resta quello del noleggio: viene registrata una società (fittizia) abilitata a operare sul mercato, mentre in realtà esiste unicamente per “affittare” l’auto al furbo in questione, che così risulta come semplice cliente e non come effettivo proprietario. E comunque il discorso non riguarda soltanto le automobili. Ci sono - sempre secondo i dati ufficiali dell’Anagrafe Tributaria - i 518 aeroplani privati che appartengono a persone dichiaranti 20mila euro all’anno e anche meno. E le 42mila barche di pregio - natanti che l’Agenzia delle Entrate classifica di “fascia media e alta” - capitanate sempre da contribuenti di fascia bassa, dai 20mila euro in giù.
Miracoli del 740.
di Andrea Scaglia
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