Le chiamano “le tre sorelle”. Sono le agenzie di rating, “colpevoli” – secondo alcuni – di aver creato e alimentato crisi economica e speculazione. Ma chi sono i padroni del rating internazionale che controllano il 95% del mercato?
Nate ai primi del ’900, le agenzie sono passate per alterne fortune – Poor’s addirittura fallì e nel 1941 venne fusa con Standard – e prima di diventare i giganti che conosciamo, controllavano conti e “affidabilità” di minucipalizzate e singole società.
Procediamo a cerchi concentrici, utilizzando come fonte i dati comunicati dalle agenzie nell’agosto scorso, e iniziamo da Moody’s. Il miliardario Warren Buffet, attraverso la Berkshire Hathaway è il primo investitore singolo nell’agenzia Moody’s, con una quota del 12,47 per cento. E curiosamente è stato “declassato” dai nemici di S&P’s la scorsa estate.
Ma i destini di Moody’s e S&P’s sono legati anche da grandi fondi statunitensi come Vanguard Group, Blackrock, Capital World Investors, State Street e T Rowe Price Associates che controllano il 29,69% di McGraw Hill – società che possiede S&P’s – e il 31,2% di Moody’s.
Nel dettaglio, S&P’s è controllata al 12,45% da Capital World Investors, al 5,44% da Blackrock, al 4,7% da Harold McGrow III, al 4,3% da State Street, 4,2% da Vanguard Group, al 3,8% da Oppenheimerfunds, al 3,3% da T Rowe Price Associates, al 2,9% da Jana Partners e al 2,3% da Ontario Teachers Pension Plane. Il restante 56,61% è invece controllato da altri minori e dal mercato.
Mody’s, invece, è controllata al 12,47% da Berkshire Hathaway, al 12,3% da Capital World Investors, al 6,6% da Blackrock, al 6,3% dal Davis Selected Advisers, al 5,6% da T Rowe Price Associates, al 3,7% da Capital Research Global, al 3,6% da Valueact Holdings, al 3,4% da Vanguard Group, al 3,3% da State Street, all’1,5% da Executive Manager e al 41,23% da minori e mercato.
Fitch, infine, a differenza delle altre due sorelle “maggiori” non è quotata in borsa ed è posseduta al 60% dai francesi di Fimalac e dalla Hearst Corporation.
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