Cinisello, la replica del ristoratore alla protesta dei libici: non venivano mai
La protesta dei libici
Cinisello Balsamo, 18 gennio 2012 - Deluso. Si sente così Antonio Perna, titolare e gestore del ristorante cinisellese dove si recavano a mangiare i profughi libici ospitati dall’amministrazione comunale. «Deluso perché io avevo dato tutta la mia disponibilità per questo progetto e queste persone. E invece sono stato trattato come se non sapessi fare il mio lavoro». Lo sfogo del ristoratore arriva il giorno dopo la protesta dei profughi che hanno bloccato per quasi mezz’ora i binari della linea 31: il tutto per chiedere più libertà nella gestione dei pasti, che significa avere un luogo per cucinare e mangiare in autonomia.
Antonio Perna, da quasi 20 anni a Cinisello Balsamo con la sua attività, ha disdetto l’accordo con la Prefettura e l’amministrazione: «Avevo messo in campo tutta la mia disponibilità: avevo chiesto solo due condizioni, cioè la puntualità nei pasti e il fatto che ci fosse un menu uguale per tutti»>. Menu tiene a sottolineare, che era stato concordato con le associazioni e i responsabili che gestiscono l’accoglienza dei nordafricani:«Abbiamo tenuto conto delle loro richieste in base anche alla loro religione — continua Perna —Preparavo loro un primo, un secondo con contorno, più frutta e acqua. Li ho visti solo il primo giorno: appena ho messo loro i piatti in tavola, si sono alzati e se ne sono andati».
Per giorni e giorni Perna ha preparato il menu per i nove ospiti, in attesa del loro arrivo. Ma invano. «Mi toccava anche buttare i piatti preparati». Una voce in più, quella dell’esercente, per cercare di capire meglio la vicenda. Una voce in più alla qualei si aggiunge anche quella dell’amministrazione comunale, che tiene a puntualizzare: «La richiesta dei ragazzi non è prevista dagli accordi con la Prefettura — spiega l’assessore Siria Trezzi che però coglie l’occasione anche per chiarire l’impegno della macchina comunale verso i profughi scappati dall’inferno libico — Abbiamo creato un percorso di accoglienza ben strutturato, grazie al lavoro di rete messo in campo con enti e associazioni del territorio. Purtroppo il loro è un contesto “palettato”: ci rendiamo perfettamente conto del loro stato e delle loro difficoltà, ma non possiamo andare oltre gli accordi».
Antonio Perna, da quasi 20 anni a Cinisello Balsamo con la sua attività, ha disdetto l’accordo con la Prefettura e l’amministrazione: «Avevo messo in campo tutta la mia disponibilità: avevo chiesto solo due condizioni, cioè la puntualità nei pasti e il fatto che ci fosse un menu uguale per tutti»>. Menu tiene a sottolineare, che era stato concordato con le associazioni e i responsabili che gestiscono l’accoglienza dei nordafricani:«Abbiamo tenuto conto delle loro richieste in base anche alla loro religione — continua Perna —Preparavo loro un primo, un secondo con contorno, più frutta e acqua. Li ho visti solo il primo giorno: appena ho messo loro i piatti in tavola, si sono alzati e se ne sono andati».
Per giorni e giorni Perna ha preparato il menu per i nove ospiti, in attesa del loro arrivo. Ma invano. «Mi toccava anche buttare i piatti preparati». Una voce in più, quella dell’esercente, per cercare di capire meglio la vicenda. Una voce in più alla qualei si aggiunge anche quella dell’amministrazione comunale, che tiene a puntualizzare: «La richiesta dei ragazzi non è prevista dagli accordi con la Prefettura — spiega l’assessore Siria Trezzi che però coglie l’occasione anche per chiarire l’impegno della macchina comunale verso i profughi scappati dall’inferno libico — Abbiamo creato un percorso di accoglienza ben strutturato, grazie al lavoro di rete messo in campo con enti e associazioni del territorio. Purtroppo il loro è un contesto “palettato”: ci rendiamo perfettamente conto del loro stato e delle loro difficoltà, ma non possiamo andare oltre gli accordi».
di Andrea Guerra
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