Cinisello Balsamo, 26 aprile 2011 - Chi pensa che in questi mesi i consiglieri comunali di Cinisello si stiano accapigliando per discutere il futuro della città, forse rimarrà deluso. Chi pensa che trascorrano notti insonni per ridurre le tasse e aumentare i servizi, si indignerà. Già, perché il tema che più di ogni altro sta dilaniando il Consiglio comunale, mettendo gli uni contro gli altri non tanto i classici schieramenti ma piccoli gruppi di consiglieri riuniti in alleanze inedite e trasversali, è solamente uno: l’entità del gettone di presenza, quell’indennità che spetta a ogni consigliere comunale per prendere parte a riunioni di Consiglio e commissioni.
Un gettone da 71,78 euro che, per pochi che siano, rappresentano comunque una delle indennità da Consiglio comunale più alte d’Italia. Qualcuno dirà, ci risiamo. E non ha tutti i torti, visto che questo tema ricorre periodicamente e senza soluzioni da più di una legislatura.
Per una scelta incomprensibile, studiata a tavolino nelle segreterie dei partiti, il Consiglio comunale di Cinisello beneficia da diversi anni di un gettone di presenza che è il doppio rispetto a quello previsto da una legge del Duemila. Tanto che i Comuni vicini come Sesto, Cologno e tutti gli altri delle stesse dimensioni hanno fissato il loro gettone a 36 euro, lasciando Cinisello sola e «fuori legge». Si dirà, la soluzione è semplice: riduciamo il gettone.
Ma anche le cose più semplici diventano difficili al momento di realizzarle. Non è un caso che questo problema non sia stato risolto nella passata legislatura, quando i consiglieri comunali erano addirittura arrivati a sommare con diversi stratagemmi fino a 3 gettoni di presenza in un giorno pur di far crescere le loro indennità.
Oggi questo sistema è stato un po’ mitigato da nuovi regolamenti più restrittivi. Anche se ancora oggi spesso i consiglieri arrivano a chiudere le riunioni pochi minuti dopo la mezzanotte per poter usufruire del recupero delle indennità di lavoro e dei giorni di recupero.
Ma di abbassare il gettone c’è una maggioranza trasversale che proprio non ne vuole sapere. Se il consigliere dell’Idv Schiavone è arrivato da dare le dimissioni deluso anche per questo, nel centrosinistra il suo collega Marco Quattrocchi ha denunciato la mancanza di volontà di ridurre il gettone in un comunicato stampa, così come ha fatto il consigliere Sel Mattia Menegardo.
Nel centrodestra, l’esponente Pdl Ciro Cesarano, che è anche vicepresidente del Consiglio, è arrivato a un acceso scontro in aula ma è rimasto inascoltato. «Quello del consigliere comunale non è un mestiere, chi pensa di farlo per arricchirsi ha sbagliato scelta — dice senza mezzi termini l’esponente Pdl — Occorre adeguarsi alla legge e affrontare tutte le conseguenze».
Conseguenze, e questa è un’altra parola chiave. Già, perché il Consiglio comunale non è chiamato solamente a riportare il gettone da 71 euro a 36, ma anche a valutare le ripercussioni di questa manovra. Innanzitutto, dovrà attuare la riduzione del 7% prevista dalla Tremonti. Inoltre, se di errore si è trattato, esiste il rischio che qualcuno chieda indietro anche i soldi erroneamente incassati dal 2000. Insomma, un vero disastro.
di Rosario Palazzolo
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