La nave Excelsior era splendida, appena rifatta. I “poveri migranti” l’hanno devastata. Ecco cosa si ottiene ad essere troppo pazienti. Dovremmo imparare da quelli che fanno i duri e puri. Forse otterremmo qualcosa. Se non altro il rispetto.
L’Excelsior, nave partita da Lampedusa con migliaia di tunisini destinazione Taranto, era splendida: arredi rinnovati da poco, cabine confortevoli, poltrone reclinabili per la zona notte, phon nei bagni. L’Excelsior giunta in Puglia, però, era più simile all’”Olandese Volante” capitanato da Davy Jones nella saga “Pirati dei Caraibi” con Johnny Depp: vetri sfondati, poltrone lacerate con i coltelli, cabine devastate, materassi squarciati, porte buttate già a forza di calci. Sembrava, dice il comandante della nave, che si fosse svolta una battaglia. E in effetti, è andata così.
Ecco come i “poveri migranti” (definizione di Rosy Bindi) hanno accolto la scelta del governo italiano di venire incontro alle loro esigenze. Eh sì, perché ci sembrava di aver capito che fino all’altro giorno volessero lasciare Lampedusa, stanchi del vitto scadente e dell’alloggio mancante. Avevano protestato, qualcuno aveva perfino iniziato un improbabile sciopero della fame.
E noi italiani, che non respingiamo i clandestini alle frontiere come fa qualcun altro, abbiamo messo a disposizione navi che di norma trasportano i vacanzieri dalla penisola in Sardegna o in Sicilia nei caldi mesi estivi. Altro che barcarole, insomma. E che fanno questi? Le devastano, solo perché “temevano che li stessimo riportando in Tunisia”, fa sapere sconsolato il Comandante, aggiungendo che “alcuni tra loro seguivano addirittura la rotta sul Gps”.
Il problema è grosso, le devastazioni e le risse sono continue, le forze dell’ordine hanno temuto di essere soverchiate dai “violenti, arroganti e prepotenti che non mancano tra tanti disperati”, tant’è che da oggi saranno ben 200 gli agenti imbarcati sulle navi.
Ecco come viene ripagata la pazienza di chi (gratuitamente) ha passato mesi a lavorare per loro, per aiutarli a vivere in modo decente. Ecco cosa si ottiene ad essere troppo pazienti, a porgere sempre l’altra guancia. Dovremmo, forse, imparare dagli altri, da quelli che fanno i duri e i puri, eppure sono tanto amati. Forse otterremmo qualcosa, se non altro il rispetto.
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