domenica 20 marzo 2011

Sarkozy e il gioco d'azzardo

Scritto da Nicolò Vergata   
domenica 20 marzo 2011
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Mentre riflettiamo sulla questione libica, gli aerei militari francesi stanno facendo le giravolte sul suolo libico consumando kerosene al suono della marsigliese per la gloria della Francia e per il più prosaico appetito di petrolio. Pubblicità/ progresso.
Quel che conta è essere arrivati primi e conseguire visibilità all’esausto popolo libico. Tutti  col naso in su al grido “arrivano i nostri !”. Grazie, Sarkozy. Grazie Francia. A Natale non vi ringrazieremo a panettoni ma a barili. Sarà la mia non esaltante simpatia per i cosiddetti cugini d’oltralpe, ma io resto solidale al detto “dei parenti mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io”.
Da qualunque parte io la guardi, questa solerte iniziativa francese per il bene dei libici la trovo alquanto arrogante, alquanto criticabile sul piano della coesione di una pretesa Europa Unita e, tutto sommato, anche un po’ sporchina verso i membri della Comunità europea.
Fare i primi della classe ha sempre reso antipatici i protagonisti.
Ci chiediamo come mai tanto zelo verso la Libia e tanto scarso interesse nei confronti di altri Paesi del nord Africa e nel Medio Oriente. Ce lo chiediamo ma conosciamo l’ovvia risposta.
Altri dubbi ci colgono circa una diversa visione degli insorti: Gheddafi, che ne sa più di noi, mentendo o dicendo la sua visione opportunista, li considera al soldo di Al Quaeda o dei talebani. L’occidente, non so fino a che punto anche lui opportunista, li considera aspiranti alla democrazia e alla libertà.
Nel primo caso, sul piano del mero diritto nazionale e internazionale, l’intervento armato di Gheddafi sarebbe lecito, perché diretto solo contro i ribelli e non contro la popolazione. E l’occidente, nel considerare gli insorti come rappresentanti di tutto un popolo insorto, è sicuro di stare nel giusto? Le folle rimaste fedeli a Gheddafi non sembrano  avallare questa generalizzazione.
Comunque, nel contingente e soprattutto per quella parte della popolazione che aderisce al moto insurrezionalista, l’urgenza di essere tirata fuori dall’acqua alla gola è prevalente su ogni altra considerazione.
Sta di fatto che ancora una volta l’ipocrisia si rivela la vera essenza della diplomazia.
Sotto il mantello della difesa dei diritti umani si cela l’oro liquido, maledetto ma necessario.
Altrettanto ipocrita l’autolimitazione degli interventi militari solo dal cielo e non sul suolo libico, perché, in questa seconda ipotesi si violerebbe il principio della sovranità di uno Stato.
Fin dal diritto romano vige il principio della sovranità di uno Stato, ma persino di un proprietario di un pezzo di terra “usque ad sidera et usque ad inferos”. Il diritto dominicale dal cielo al sottosuolo soccombe solo per esigenze sociali e collettive (esproprio) ma non con interventi militari  per pseudofini umanitari. Tant’è vero che esiste il divieto di sorvolo aereo se non autorizzato.
Pertanto, se si viola il cielo è come se fosse violata anche la sovrana proprietà del suolo.
Ma ritorniamo al problema.
Sarkozy si è compromesso con Gheddafi né più né meno di Berlusconi. Innumerevoli foto lo ritraggono sull’Eliseo appassionatamente abbracciato con il leader libico.
Allora è da chiedersi, come mai questa calorosa amicizia, ora ripudiata, non gli pesa sia all’interno che all’esterno come, invece, a Berlusconi?
La risposta è semplice: perché nell’opposizione francese non ci sono gli imbecilli che ci sono da noi: quelli che il giorno stesso dell’insurrezione libica hanno tappezzato la stampa italiana e di tutto il mondo con foto di Berlusconi che bacia le mani a Gheddafi (secondo un rituale libico ottusamente  interpretato come calabraghe). Si è persino giunti a fotomontaggi con Berlusconi indossante una maglietta con l’effige del dittatore, facendoli circolare tra gli immigrati libici.
Nessuna delle foto di Sarkozy con Gheddafi è, invece, circolata tra i libici, a conferma che il senso di superiorità dei francesi nei nostri confronti in certi aspetti non è del tutto  infondato.
Ma Sarkozy quali prospettive reali ha adesso con tutti i suoi voli a rondine? A mio modesto avviso sta giocando una partita d’azzardo, dove l’unico suo vantaggio è che non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare.
In effetti, l’intervento militare autorizzato dalla risoluzione Onu si limita al rispetto della No Fly Zone, al fine di evitare perdite di vite umane tra la popolazione.
Ma Gheddafi è ormai vincitore sul terreno, dove ogni intervento esterno è interdetto.
Allora, una volta che Gheddafi si è insediato a Tripoli, Bengasi e nelle altre città riconquistate, gli aerei francesi cosa potranno fare? Bombardare la popolazione civile perché nel mezzo ci sta Gheddafi? Proprio l’opposto di quello che l’Onu vuole evitare?
Ha voluto strafare? Ora si arrangi e metta un cero a San Gennaro.
Rimane il rammarico che, grazie agli ottusi comunisti di casa nostra, accecati dall’odio contro Berlusconi, hanno ancora una volta gravemente danneggiato l’immagine dell’Italia.
Grazie alla loro insipienza e ottusità oggi i libici sventolano la bandiera francese anziché quella italiana.
Ed i vari Bersani & C. non vadano poi in piazza per chiedere all’”incapace “ governo l’abolizione delle accise sulla benzina.

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