mercoledì 30 marzo 2011

Cinque per mille Comuni a bocca asciutta

 cittadini preferiscono destinare le loro quote del cinque per mille alle associazioni del terzo settore piuttosto che alla pubblica amministrazione. Così i contributi restano bassi e non risolvono la questione casse vuote

Ambulanza in azione (Foto Businesspress)
Ambulanza in azione (Foto Businesspress)
Sesto San Giovanni, 30 marzo 2011 - Sarà la rinomata diffidenza che gli italiani nutrono verso la cosa pubblica, sarà che di associazioni e volontari il Nord Milano straripa: fatto sta che, di fronte alla casellina del 5 per mille, i contribuenti preferiscono affidare la loro quota alle onlus invece che ai Comuni. Il terzo settore ringrazia, si rimbocca le maniche e promette di fare di più; le amministrazioni invece piangono e fanno la corte al volontariato: aiutiamoci a vicenda.
Il Comune più amato nel Nord Milano è Cinisello Balsamo. Nel bilancio 2010 ha prospettato di poter incassare dai contributi dei cittadini circa 25mila euro, una cifra corretta al ribasso per il 2011 dai ragionieri comunali, che ne prevedono solo 20mila. Il trend rispetta quello degli ultimi anni: 26mila euro nel 2008, 15.737 l’anno successivo. Solo sui primi però i contabili di piazza XXV Aprile hanno potuto mettere le mani, iniettandoli ai servizi sociali.
Dal 2009 in poi il 5 per mille di Cinisello (bruscolini, in effetti, su un bilancio che si aggira intorno ai 6 milioni di euro) è un conto virtuale, dall’Agenzia delle Entrate arrivano i numeri ma non i trasferimenti. Stesso ordine di grandezza anche a Sesto, dove sono 797 i cittadini che nel compilare la dichiarazione dei redditi hanno pensato al proprio comune, lo 0,99% della popolazione. Nel 2010 arrivano 24.098 euro, molto più ricca la rastrellata dell’anno precedente (peraltro già consegnata e girata ai Servizi sociali), che si aggirava intorno ai 32mila euro.
Se la cavicchia Paderno Dugnano, terza nella maratona del Nord Milano: la giunta Alparone infatti conterà su 16.471 euro da 525 benefattori. Si tratta di pochi denari, che però possono far comodo per tamponare le spese in tempo di rubinetti chiusi da Roma. A Cormano infatti pesa il tracollo del 5 per mille: racimolati appena 2mila euro, nelle stanze di piazza Scurati già si programma una nuova campagna pubblicitaria per sollecitare i cittadini a essere più solidali con l’amministrazione.
A bocca asciutta restano Bresso, Cologno Monzese e Cusano Milanino. Da Roma nessuna notizia su quale potrebbe essere l’entità dei trasferimenti. Nel caso di Bresso e Cusano, ad esempio, gli ultimi fondi del 5 per mille risalgono al 2007: 25mila euro per il primo, 20mila per il secondo (da dichiarazioni del 2006).
Nella media del Nord Milano insomma, anche se in questi comuni — che fanno un quarto degli abitanti di Sesto e Cinisello — significa che la campagna di solidarietà a favore del Comune ha meglio attecchito tra i cittadini. Se è vero che questi contributi sono tanto di guadagnato, le amministrazioni ammettono che non è il 5 per mille a spostare l’ago della bilancia dei budget pubblici.
Le quote sono invece vitali quando si passa dal pubblico al privato sociale. Le associazioni ne hanno fatto un cavallo di battaglia e i risultati si vedono. La «Creso» del terzo settore nordmilanese è Reach Italia, fondazione di sostegno a distanza, che porta a casa nel 2009 97.216 euro e si accomoda tra le 50 onlus d’oro del Milanese nella classifica stilata dal Ciessevi (Comitato per i Servizi del Volontariato, Provincia di Milano).
Per arrivare all’ordine di grandezza delle pubbliche amministrazioni però, bisogna scendere al 219esimo posto della lista, dove sta l’Avis Cologno e i suoi 24.444 euro. I Comuni però preferiscono scongiurare la guerra tra poveri, pubblico contro privato: meglio che a rastrellare il 5 per mille sia il terzo settore, se poi in tandem si possono allestire progetti condivisi. E in quel caso ad «arricchirsi» sono solo i cittadini.
di Luca Zorloni

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