Sesto San Giovanni, 12 marzo 2011 - Una ricerca sperimentaleper lo studio dei marcatori prognostici del mesotelioma, vale a dire le molecole che danno informazioni sull’andamento della malattia in assenza o indipendentemente da qualsiasi trattamento.
L’ha presentata la Clinica del lavoro di Milano agli oltre 150 membri del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e del territorio. «La ricerca si baserebbe su uno studio che si sta conducendo in America e che riguarda interventi farmacologici antinfiammatori che avrebbero valenza protettiva e preventiva — spiega Michele Michelino, portavoce del comitato di via Magenta — I medici della Clinica del lavoro ci hanno avanzato una proposta di collaborazione».
Si cercano, infatti, due gruppi di volontari di circa 40 persone ciascuno tra esposti e non esposti all’amianto. «Per nove settimane dovranno subire somministrazioni di antinfiammatori e quattro prelievi — continua Michelino — Abbiamo chiesto un documento scritto sulle modalità e sugli obiettivi della ricerca e l’abbiamo girata alle altre associazioni e ai nostri medici di fiducia, con i quali da anni condividiamo le nostre battaglie».
Una volta che avranno il responso, gli ex bredini potranno così decidere il da farsi. «Prima di rispondere, volevamo capirci qualcosa di più. Il 2 aprile convocheremo un’assemblea per prendere una decisione tutti insieme — annuncia Michelino — Se si può essere utili alla ricerca, ben vengano tutti gli studi di questo mondo. Ma vogliamo essere prudenti e agire in modo consapevole».
Intanto continuano le visite per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori che per anni hanno mangiato pane e amianto nelle fabbriche del territorio. Già un centinaio di ex operai sono stati controllati, ma il Comitato non è ancora soddisfatto. Mancano infatti ancora i familiari degli esposti.
Che, dice Michelino, devono godere degli stessi diritti degli ex lavoratori. Proprio per questo il gruppo sestese ha inoltrato all’Asl una proposta: «Chiediamo solo l’applicazione di una legge che già esiste. Perché la Regione già nel 2007 aveva previsto la sorveglianza sanitaria anche per il coniuge della persona esposta — ricorda l’ex bredino — Noi vogliamo partire dalle mogli, che per anni hanno lavato le tute blu sporche di amianto». I moduli sono già stati sottoscritti e inoltrati all’Asl.
«Nei prossimi giorni, manderemo il primo blocco di donne per effettuare le visite di controllo. Ovviamente, se dovessero risponderci picche, siamo pronti a mobilitarci e a intraprendere azioni di lotta — fa sapere il portavoce del Comitato — Ma stavolta non credo che ce ne sarà bisogno. Anche perché, ribadisco, la legge è dalla nostra parte».
di Laura Lana
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