Forse il più noto tra i personaggi protagonisti delle insurrezioni per l'indipendenza irlandese della storia recente, Robert Gerard Sands meglio conosciuto come Bobby nasce il 9 marzo del 1954 ad Abbot Cross, cittadina a nord di Belfast in un quartiere prevalentemente protestante. Fin da piccolo avverte il disagio di vivere in una comunità appartenente a una religione diversa (i Sands erano cattolici), disagio che con il tempo si trasforma in un pericolo sempre maggiore tanto che la sua famiglia è costretta a cambiare residenza diverse volte a causa delle prepotenze subìte dalle persone di discendenza inglese e di religione protestante.
Ciò nonostante, paradossalmente, negli anni della sua infanzia considera i poliziotti inglesi come eroici personaggi che difendono la giustizia contro quelle persone che ai suoi occhi la infrangono e che solo successivamente si riveleranno essere vittime di soprusi e prepotenze.
I racconti di sua madre prima e le squadre di orangisti che invadono il suo quartiere poi, lo riconducono alla realtà. Squadre che attaccano deliberatamente la popolazione cattolica, non solo picchiando e saccheggiando ma anche negando loro la possibilità di avere un lavoro e di ricevere i sacramenti. Sempre più spesso fuori dalle fabbriche si leggono frasi del tipo "Qui non si assumono cattolici" e perfino i matrimoni vengono negati a coloro che non siano protestanti nella speranza che, negando tutto ciò, il numero dei cattolici si riduca il più possibile.
E' dunque in seguito a questo clima di repressione che lo coinvolge anche in prima persona (più volte riceve intimidazioni sul posto di lavoro) che si unisce a coloro che una volta erano i suoi compagni di scuola e di giochi e che diventano col tempo i suoi alleati a difesa della popolazione civile cattolica.
Siamo all'inizio degli anni '70 quando a 18 anni Bobby entra a far parte dell'I.R.A. (Irish Repubblican Army), il gruppo paramilitare cattolico creato per proteggere la popolazione dai sempre più frequenti attacchi dei lealisti, primo tra tutti il "Bloody Sunday", quando durante una pacifica manifestazione cattolica a Derry, i paracadutisti inglesi aprono il fuoco uccidendo 13 dimostranti e ferendone molti altri in modo più o meno grave: è il 30 gennaio 1972.
Alla fine di quello stesso anno Bobby Sands viene arrestato per la prima volta e condannato a tre anni e mezzo di reclusione per detenzione di armi.
Rilasciato nel 1976 viene nuovamente arrestato pochi mesi più tardi: lui e altri quattro compagni si trovano in un'autovettura all'interno della quale viene rinvenuta una pistola. Nuovamente processato per detenzione di armi da fuoco viene questa volta condannato, nonostante l'assenza di prove, a una pena di quattordici anni di detenzione da scontare nei famigerati blocchi H del carcere di Long Kesh.
All'interno della struttura i detenuti repubblicani vengono sottoposti a un regime durissimo: fame, freddo, torture, umiliazioni e norme igieniche pressoché inesistenti.
Per protestare a tutto questo e sensibilizzare le istituzioni preposte a tutelare i diritti umani dei prigionieri, i detenuti iniziano la "blanket protest", rifiutandosi di indossare l'uniforme carceraria sostituendola con una coperta, seguita dalla no-wash protest, consistente nell'astenersi dall'uscire dalle celle quando viene ordinato loro di lavarsi. Ma le proteste non sono sufficienti, anzi, i maltrattamenti all'interno del carcere si intensificano ed è per questo che viene decisa, come forma di protesta estrema, lo sciopero della fame. Sciopero della fame che, a detta dei detenuti, avrà termine solo quando il governo inglese accetterà di riconoscere ai repubblicani gli stessi diritti riconosciuti ai i prigionieri comuni.
Siamo alla fine del 1980 e, in seguito a sommarie promesse da parte del governo inglese, il primo sciopero della fame viene sospeso dopo quasi due mesi di astinenza da cibo. Ma il governo, nella persona del primo ministro britannico Margaret Thatcher modifica solo sommariamente le norme di regime carcerario negando inoltre qualsiasi disponibilità a trattare con i detenuti repubblicani.
Viene deciso dunque un nuovo sciopero della fame ma questa volta i prigionieri non lo inizieranno tutti insieme ma a intervalli, in modo da allungare il più possibile la protesta. Bobby Sands inizia a rifiutare il cibo il 1 marzo del 1981 e morirà in carcere nelle prime ore del 5 maggio dello stesso anno, all'inizio del suo sessanteseiesimo giorno di sciopero della fame. Durante quest'ultimo periodo, con lo pseudonimo Marcella, scrive un diario, nel quale descrive la giornata tipo nei blocchi H raccontando in maniera particolareggiata tutti i soprusi commessi dai poliziotti britannici nei confronti dei prigionieri repubblicani. Il diario, scritto utilizzando un refill di penna biro e fogli di carta igienica, sarebbe stato successivamente pubblicato e tradotto in diverse lingue al fine di raccontare al mondo la tragedia irlandese e di raccogliere fondi destinati alle famiglie dei prigionieri.
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