sabato 12 marzo 2011

La benzina picchia duro "Impossibile risparmiare"

Il pieno mette in ginocchio le famiglie del Nord Milano: ai distributori i rincari alle stelle si fanno sentire e pesantemente. Una famiglia può arrivare a spendere anche 30 euro in più oggi per fare un pieno

Sesto San Giovanni, 12 marzo 2011 - Definirlo «rifornimento» è un eufemismo: perché fare il pieno è diventato ormai un vero e proprio salasso. I prezzi più alti dal 2008 (la verde a quota 1,570 euro secondo le stime del sito prezzibenzina.it) si fanno sentire nelle tasche degli italiani, prosciugate come mai prima.
Così anche nei comuni del Nord Milano: impossibile risparmiare, tanto vale correre ai ripari. Il vero salvagente sono le pompe bianche, i benzinai che non espongono l’insegna di un colosso del petrolio. Nel Nord Milano però non ce ne sono più: serrato l’ultimo all’Auchan di Cinisello, il più comodo (si fa per dire) resta quello in via Bovisasca a Milano. I conti quindi si fanno con i balzelli dei petrolieri e i rilanci al «chi offre di meno».
È un gioco ai minimi termini, ai centesimi: piccolissime differenze che, sui grandi numeri e sui lunghi tragitti, possono segnare un risparmio di qualche euro. Nel Nord Milano la palma del pieno salva-tasche (tra i distributori consultati, prezzi rilevati tra giovedì e venerdì mattina) va al Q8 di via Di Vittorio a Sesto San Giovanni: 1,459 euro la verde. E questo contro le stime del sito prezzibenzina.it: Q8 tra le più care, centra in pieno la media nazionale dell’1,570: Nord Milano batte Belpaese per oltre 10 centesimi.
Per il diesel invece l’indirizzo da segnare è la Shell sulla Milano-Meda in prossimità del Carrefour a Paderno: 1,379 euro (la benzina invece viene 1,479). Nuovamente, sono all’incirca 10 i cent che rimangono nel portafogli (la stima nazionale per il diesel infatti è di 1,460 euro). Agli affezionati del super poi, che abbiano sottoscritto la carta fedeltà, conviene di più, perché dal prezzo vengono sforbiciati altri 3 centesimi.
Partnership d’oro, tra ipermercati e gestori dei distributori, che diventano l’insegna di riferimento: per gli automobilisti, una delle tante toppe per trattenere un po’ di liquidi in cassa. Ma la ricerca del pieno «low cost» non scalda gli animi di tutti: è altrettanto numeroso l’esercito dei rassegnati che la benzina la fanno dove capita. Vicino casa o al lavoro: talvolta va bene, talaltra no e si finisce a centellinare oro in gocce.
L’esempio: stessa insegna, la Shell, ma qualche chilometro più a est, in via Lincoln a Cinisello, la verde costa 10 centesimi in più rispetto al distributore della Milano-Meda (1,579 euro contro l’1,479 già citato). La stangata si fa sentire a fine mese, quando al budget carburante una famiglia arriva ad aggiungere 20-30 euro in media per macchina. Sempre che non la si usi tutti i giorni e per tragitti lunghi: perché c’è anche chi passa ogni mattina dal benzinaio lasciando giù botte di 10 euro per volta. Insostenibile.
E la pompa di benzina diventa il centro del mondo: la crisi globale, le rivolte in Libia, il «piove governo ladro», finisce tutto nel pieno carissimo tra le lagnanze di chi, per lavoro, delle quattro ruote proprio non può fare a meno.
di Luca Zorloni

Nessun commento:

Posta un commento