L'Arcivescovo Tettamanzi
Sesto San Giovanni, 15 maggio 2011 - Un momento dedicato alla gioia e uno alla sofferenza, più discreto e intimo. Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha voluto celebrarlo così, il cinquantesimo anniversario dell’ospedale di Sesto San Giovanni che ieri ha vissuto i suoi momenti più importanti. Dalle 10 l’arcivescovo di Milano è stato il protagonista del taglio del nastro al nuovo centro prelievi di viale Matteotti.
Ha preso parte alla cerimonia commemorativa per i 50 anni dell’ospedale che si è tenuta nell’aula magna dinanzi a tutte le autorità cittadine e al personale ospedaliero. Lo scopo principale della sua visita, come ha sottolineato più volte, è stato quello di visitare alcuni dei pazienti dell’ospedale, «per portare loro il conforto della preghiera». «Luogo di gioia e di sofferenza».
Così ha definito l’ospedale nel corso di un intervento ufficiale nel quale ha ringraziato tutte le persone che ogni giorno lavorano in favore degli ammalati. A tutti loro ha rivolto una sorta di monito: «Chiedetevi chi sono i veri protagonisti di questo ospedale. I malati. Sono le persone cui vanno dedicate tutte le energie e tutte le attenzioni, affinché possa essere rispettata la loro dignità».
Alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani, del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Alessandro Visconti, e di un affollatissimo pubblico di sestesi, il compito di ripercorrere la storia dell’ospedale sestese è stato totalmente affidato ai ricordi del professor Erminio Longhini, per 38 anni primario dell’ospedale, ma soprattutto fondatore dell’associazione Avo, che da Sesto ha diffuso in tutta Italia il concetto di volontariato ospedaliero in favore dei malati.
«Quando arrivai qui, mi colpì l’operosità di questa città, attiva 24 ore su 24. Mi sorprese vedere tantissimi operai che volontariamente, perdendo del tempo che non gli venne mai retribuito, si sottoposero a una ricerca medica dell’ospedale per valutare i danni delle fabbriche all’apparato respiratorio. Ancora oggi quella ricerca è la più importante a livello europeo».
Longhini non ha potuto mancare di ricordare la sua creatura unica, quell’associazione Avo che, con un paragone ripreso dallo stesso cardinale Tettamanzi, «riunisce persone preparate a diventare amici dei malati». «È stato grazie al senso del bene comune dei sestesi che quest’idea ha potuto prendere piede diventando un’unione di cittadini capace di portare in ospedale la terapia alla solitudine del malato — ha spiegato —. Ed è merito del lavoro dei volontari se oggi possiamo dire che la solidarietà negli ospedali è riconosciuta anche dalla Costituzione».
Al termine delle cerimonie ufficiali, il cardinale ha raggiunto il reparto di Medicina al secondo piano dell’ospedale dove si è intrattenuto privatamente con i pazienti, pregando e parlando a lungo con loro. Ha rivolto un ringraziamento personale a tutto il personale del reparto.
di Rosario Palazzolo
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