Donna insultata e picchiata solo perchè leggeva una copia de "Il Giornale".
Roberta Porreca, 42 anni, dipendente del-l'Unicredit e residente a Roma, è solo l'ultima vittima di un clima politico caratterizzato da insulti e aggressioni verbali in aula, pallottole e attentati fuori.
La sua colpa? Comprare un quotidiano vicino al premier.
Finito il turno di lavoro, la donna ha preso la metropolitana alla fermata Barberini diretta alla stazione Termini, dove l'attendevano il padre e i figli di 4 e 5 anni. Insieme ai bambini avrebbe poi proseguito in treno per Foggia, per raggiungere il marito che lavora come medico pediatra nella città pugliese. «Erano da poco passate le 14 - racconta ancora sconvolta la malcapitata, mostrando le ferite sul braccio - ero appena scesa dalla metro e mi stavo dirigendo verso la ferrovia quando mi sono imbattuta in un gruppetto di ragazzi, con bandiere rosse in mano. Credo fossero operai di Fincantieri di ritorno dal corteo in centro». «Non ho mai avuto così paura in vita mia - continua la quarantaduenne - all'improvviso uno si è allontanato dagli altri ed è corso verso di me tentando di strapparmi il Giornale, che tenevo nella mano destra. Ho fatto resistenza e lui mi ha scaraventato a terra. Poi ha cercato di prendermi a calci. Urlava "Leggi un giornale di m..." e ancora "Sei una sporca fascista..."».
La donna si è messa a urlare. L'aggressore è fuggito, ma nessuno è intervenuto. «Avevo la mano sinistra e il ginocchio sanguinanti - racconta sotto choc - mai presenti hanno fatto finta di nulla e si sono allontanati. Così sono uscita dalla stazione e sono entrata in un bar, dove mi hanno medicato. Nel frattempo sono arrivati i bambini e abbiamo preso il treno per Foggia». «Ma giunta in Puglia ho sporto denuncia contro ignoti - tuona ancora - sono avvilita e sconvolta, non è possibile vivere in un Paese dove non si può leggere un giornale per paura di essere malmenati. È chiaro che la sinistra sta lavorando nell'ombra per fomentare un clima di odio nei confronti dell'altra parte politica. Gli italiani devono alzare la voce e ribellarsi a questo gioco sporco».
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