Sesto San Giovanni, 21 maggio 2011 - Viene allontanato e come «risarcimento» chiede una casa popolare. È successo ieri mattina, durante lo sgombero dei nomadi alla Pelucca, effettuato dagli agenti dalla polizia di Stato con la presenza di quelli della polizia locale, nell’occasione tutti coordinati dall’ispettore capo Carlo Moro. L’ultimo intervento si è concentrato nei luoghi ormai «storici», quelli dietro al Vulcano al margine degli abitanti del rione Pelucca, dove il fenomeno rimane presente anche se ormai residuale.
Ieri mattina sono state così distrutte quindici baracche, costruite con i materiali di fortuna recuperati per strada, dove si erano sistemati alcuni nomadi. All’arrivo delle forze dell’ordine, è iniziato il solito fuggi fuggi generale delle famiglie rom che, con loro, avevano anche qualche minore. A fermarsi durante le operazioni di pulizia dell’area, è stato uno dei capifamiglia del gruppo.
Che agli agenti avrebbe confessato di girare sul territorio sestese ormai da dieci anni. «Sono andato a Milano, a un certo punto, ma poi sono tornato — avrebbe detto ai poliziotti —. Però a Milano ai rom vengono concessi degli appartamenti».
A Sesto invece no. Proprio per questo il nomade avrebbe avanzato pure una proposta, dopo che la sua tenda era stata rasa al suolo. «Il Comune potrebbe finanziarci per cambiare vita. A noi ad esempio servirebbero solo 15mila euro». Materassi, reti, merce di vario genere, l’area della Pelucca è stata sgomberata e ripulita. È stata anche abbattuta la casupola di pietre, dove si rifugiavano i rom e dove in futuro dovrà essere realizzato un parcheggio. Ormai, gli sgomberi di alleggerimento vengono effettuati con ritmi serrati, all’incirca una volta a settimana.
L’obiettivo è sempre lo stesso: contrastare l’occupazione abusiva sul territorio. Settimana scorsa i residenti del rione si erano riuniti in un’assemblea pubblica, supportati dalla Lega Nord, per dire «Basta all’occupazione abusiva». Allo sgombero di ieri mattina era infatti presente anche il presidente della circoscrizione Bruno Meani, che però aveva preso le distanze dall’assemblea indetta dal comitato cittadino e dal Carroccio.
di Laura Lana
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