Sesto San Giovanni, 24 maggio 2011 - «Ci siamo e possiamo ricevervi». Gli albergatori sestesi aprono le porte dei loro alberghi ai visitatori di tutto il mondo. Quelli in giro per affari, quelli del «mordi e fuggi», gli sportivi, gli studiosi. Perché «Il turismo, a Sesto si fa», come ha ricordato il titolo della tavola rotonda organizzata da Roberto Barelli, consigliere della circoscrizione3, e da Federico Ottolenghi, direttore delle Relazioni esterne del Comune e responsabile tecnico del dossier Unesco.
Oggi i turisti dormono negli hotel a Sesto, a volte mangiano in città e passano la gran parte della giornata a Milano. Ma le potenzialità sono enormi, dicono gli attori in causa. E domani i turisti di passaggio a Sesto si fermeranno per visitare le ville, i siti di archeologia industriale, i musei d’impresa.
Intanto quella degli alberghi cittadini è un’attività che cresce, come documenta l’Osservatorio Turismo della Provincia. Solo lo scorso anno sono stati 108.666 i clienti ospitati nelle strutture sestesi, 28.104 in più rispetto al 2009. Salgono gli arrivi e salgono pure le presenze: 219.326 quelle del 2010, che segnano un aumento di 42.401 notti trascorse negli esercizi ricettivi del territorio.
«Business e leisure è la clientela tipo che ospitiamo — spiega Angelo Bellanova, direttore del Falck Village Hotel di viale Italia —. Il mercato è quello asiatico, americano e anche europeo». Poi c’è la clientela legata agli eventi sportivi. «C’è un grande indotto dall’autodromo di Monza e, in generale, da tutte le kermesse — racconta Domenico Forte, direttore dell’nH Hotel Concordia di via Lama —. Ci sono poi i grandi eventi di richiamo, come il Salone del Mobile».
E ancora, lo shopping. «La gita al FoxTown di Mendrisio è ormai una tappa fissa per molti — commenta Forte —. C’è infine un turismo nuovo, che ha come meta la Brianza». A Sesto le strutture ricettive sono 20: 16 hotel e 4 extra alberghiere (un affittacamere, una casa per ferie e due bed&breakfast). «Di regola strutture e servizi fuori Milano sono migliori — assicura Maurizio Bellani, direttore dell’Abacus Hotel di via Monte Grappa —. Pensavo che con l’apertura della nuova Fiera avrei dimezzato il lavoro, invece l’ho aumentato. A Sesto la capacità ricettiva è di alta qualità: l’albergo più piccolo ha 50 stanze e siamo quasi tutti hotel a 4 o 3 stelle».
Non a caso, dalla lettura dei flussi turistici si scopre che nel 2010 il 90,51 per cento di arrivi a Sesto ha pernottato in hotel a 4 stelle, il 4,65 per cento nei 3 stelle, il 4,28 per cento nei 2 stelle e solo lo 0,56 per cento in hotel a una stella.
«Le nostre camere costano meno rispetto a Milano e il ristorante è aperto a tutti, non solo a chi pernotta — fa sapere Andrea Latorraca, general manager del Caltahotel, all’ultimo piano del centro commerciale Vulcano —. I clienti ci chiedono cosa possono fare la sera a Sesto. Serve solo un po’ di marketing territoriale: possiamo offrirvi un pacchetto di attività».
Nodo da sciogliere il trasporto pubblico. Lo dicono tutti in coro: i collegamenti carenti tagliano le gambe al turismo sestese. «È la discriminante più grande. Se alloggio in viale Italia, come vado allo Spazio Mil? In taxi? Allora vado in metrò a Milano. Ci è capitato di pagare la corsa ai clienti e alcuni ristoranti sestesi forniscono un servizio di accompagnamento in auto. Ma non basta. Servono collegamenti rapidi, frequenti ed efficienti tra la città e tra Sesto e il capoluogo».
di Laura Lana
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