Cinisello Balsamo, 17 maggio 2011 - La comunità milanese dei Testimoni di Geova grida al miracolo o quasi. Il professor Guido Raffaele Strada, tiene più i piedi per terra e premia con soddisfazione il lavoro di squadra della sua équipe. Quel che è certo è che nei giorni scorsi nelle sale operatorie dell’ospedale Bassini di Cinisello si è compiuto un piccolo capolavoro della chirurgia.
L’équipe di Guido Raffaele Strada, primario cinisellese dell’Unità operativa di Urologia, è intervenuto su Michele Feraru, un paziente di 58 anni di origine romena, con gravi problemi ai reni e alla vena cava, realizzando un’operazione chirurgica «a vene aperte», senza prevedere cioé alcuna trasfusione sanguigna.
Tecnicamente l’intervento ha un nome quasi impronunciabile: nefrectomia radicale, linfoadenectomia retroperitoniale, trombectomia cavale fino a vene sottoepatiche. In pratica si è intervenuto per eliminare una massa tra i reni e la vena cava e per eseguire una pulizia della stessa vena ostruita.
Un’operazione delicata, che in un paziente normale sarebbe stata quasi di routine, ma che in questo caso è diventata di assoluta eccellenza, perché il paziente è un Testimone di Geova e come tale non avrebbe acconsentito ad alcuna trasfusione. I medici del Bassini lo hanno preso in carico con largo anticipo sui tempi dell’intervento, predisponendo un percorso ad hoc che solamente in pochissime strutture sanitarie italiane viene messo in atto.
L’ospedale Bassini è da circa 6 anni uno dei 3 ospedali italiani «senza sangue», ossia in grado di eseguire operazioni chirurgiche che evitino le trasfusioni. «Non ci si inventa nulla — spiega il professor Strada —. L’ospedale Bassini è forse l’unico in Italia che ha stilato uno speciale protocollo dedicato alla chirurgia senza sangue. Sono descritti i passi da compiere prima di intervenire e durante le operazioni. Nulla è lasciato al caso. Il paziente viene sottoposto a una serie di terapie preventive che servono a condurlo al giorno dell’operazione nelle condizioni fisiche ottimali e con sangue molto ricco di globuli rossi».
Alla fine dell’operazione, il paziente 58enne, aveva perso solamente 250 centilitri di sangue, poco di più di un normale prelievo. In sala operatoria, insieme al professor Strada erano presenti Paolo Vigano, Luigi Erba, l’anestesista Paolo Malsano e i suoi collaboratori.
«L’ospedale Bassini ha il merito assoluto di aver creduto in questa speciale chirurgia e di aver stilato un protocollo unico e inedito in Italia — conferma Carlo Benincasa, responsabile regionale per i temi sanitari dei Testimoni di Geova —. Tuttavia al primo posto c’è la preparazione dei medici. Perché non tutti i medici sarebbero disponibili a mettersi in gioco su interventi così delicati. Al Bassini tutti gli operatori sanitari sono informati e praticano con assoluta sicurezza questo tipo di interventi».
di Rosario Palazzolo
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