“Il mondo è diviso in due colori: bianco e verde. Il colore bianco sono i paesi europei e l’America. Il verde sono i paesi musulmani. Il bianco vuole cancellare il verde e quindi l’occidente è nemico dell’Islam”. Queste parole sono una parte del discorso pronunciato ieri dal dittatore libico Muammar Gheddafi in occasione della festa per il compleanno del profeta Maometto.
Ma il discorso del dittatore libico, il primo dopo le rivolte che hanno infiammato il Maghreb, è stato completamente imperniato nella diffusione dell’odio contro i non musulmani. Gheddafi ha detto che “l’Islam deve diventare un problema per l’occidente” e che “gli infedeli devono essere terrorizzati dalle masse islamiche alle porte delle loro case”. Ha poi invitato i palestinesi residenti all’estero (per lo più residenti in Giordania, Libano e Siria) a sollevarsi contro i governi che li tengono prigionieri e a dirigersi verso i confini di Israele per riprendersi “la loro terra” e distruggere lo Stato ebraico. L’ultimo appello del dittatore libico è stato verso “tutti i paesi islamici” (quindi anche all’Iran) a unirsi nella lotta agli infedeli che ha rappresentato con l’immagine degli Stati Uniti e dei loro alleati (quindi anche l’Italia). Ha poi concluso, con chiaro riferimento all’Egitto e all’esercito egiziano che ha preso il potere oltre naturalmente alla Giordania, che “quelli stati islamici che hanno rapporti con Israele sono corrotti e devono cadere sotto gli attacchi dei veri musulmani”.
Gheddafi da molto tempo ci ha abituati a discorsi del genere salvo poi andare a stringere lucrosi affari proprio con coloro che aveva appena chiamato nemici. Ma questa volta il contesto è completamente diverso dalle altre volte, questa volta il mondo islamico è in subbuglio e, checché se ne dica, non si può negare l’evidenza che dietro alle proteste nel mondo islamico ci siano gruppi integralisti che mirano a prendere il potere. Gheddafi questo lo sa benissimo e in qualche modo cavalca l’onda, un po’ per evitare di fare la fine di Mubarak e un po’ perché veramente ci crede a quello che dice. In un momento in cui decine di migliaia di tunisini, algerini, egiziani e tanti altri, sono assiepati sulle coste del nord Africa in attesa di un passaggio verso l’Europa, dire che l’occidente deve aver paura delle masse islamiche alle proprie porte è semplicemente un atto di guerra (oltre che assolutamente irresponsabile).
Ora, se si prendono per buone le parole di Gheddafi, che per quanto pazzo possa essere rimane sempre un capo di Stato, c’è da chiedersi come possa l’Italia in primis e l’Europa tutta continuare a dare credito a un capo di Stato molto rispettato nel mondo islamico proprio per la sua intransigenza verso Israele, che dice apertamente di voler scatenare una sorta di guerra all’occidente e una vera e propria invasione islamica dell’Europa. Come si può pensare che Gheddafi rispetti gli accordi con l’Italia sul controllo delle coste? Come si può pensare che la Libia filtri i terroristi che si potrebbero facilmente infiltrare tra i profughi in fuga da quelle terre?
Il discorso tenuto ieri da Gheddafi è di una gravità inaudita e sorprende moltissimo che i media europei non gli abbiano dato il minimo risalto. E’ come gettare un fiammifero acceso in una tanica di benzina, perché se in occidente il messaggio non è arrivato è certo che, al contrario, tra gli integralisti è arrivato chiaro e forte. Infine c’è da chiedersi come reagirà a questo discorso il Governo italiano, se cioè farà un passo ufficiale oppure farà finta di niente continuando allegramente a fare affari con questo terrorista internazionale che per molti anni ha condotto e finanziato il terrorismo islamico e che ora sembra davvero voler tornare alle origini.
Sharon Levi
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