Sesto San Giovanni, 5 febbraio 2011 - L'idillio sembrava raggiunto e invece salta il banco nella trattativa tra l’amministrazione e i sindacati degli inquilini. Nonostante gli aumenti degli affitti delle case popolari previsti dalla Regione, il Comune era pronto a uno sconto — come prevede la normativa — concordato con i delegati di Sicet, Sunia e Unione Inquilini. Dopo diverse riunioni, il 22 dicembre si era addirittura raggiunto un accordo verbalizzato e sottoscritto.
«Andavamo incontro a numerose richieste degli inquilini, seppure particolarmente onerose per le prospettive di sviluppo del patrimonio comunale — spiega il sindaco Giorgio Oldrini — Con scarso senso di cittadinanza, mentre si avviavano le trattative per definire il nuovo regime dei canoni, diversi inquilini si sono autoridotti il pagamento degli affitti». Generando, dice Oldrini, una morosità «mai verificatasi prima». Tutta colpa di una situazione complicata, replicano le organizzazioni sindacali. Una situazione fatta di conti arrivati in ritardo e spesso sbagliati, che hanno portato i residenti degli stabili popolari a pagare il canone di partenza.
È qui però che la corda tra amministrazione e sindacati si spezza. Il Comune si impegna ad attuare l’accordo di dicembre, ma solo a condizione che gli inquilini morosi presentino un piano di rientro dal «buco» da loro stessi causato. «Il rigetto da parte delle organizzazioni sindacali di questa condizione minima di rispetto per i cittadini sestesi ha portato alla rottura delle trattative — continua Oldrini — Auspichiamo maggiore responsabilità da parte dei sindacati per concludere in breve tempo un percorso nato male».
La condizione da accettare è troppo ingombrante per le tre sigle, che nei mesi scorsi si erano sedute al tavolo per discutere l’abbassamento dei canoni degli alloggi. Senza contare che, dicono, la clausola sarebbe spuntata fuori solo all’ultimo momento. «Si è deciso di applicare l’accordo solo a chi è in regola con i pagamenti o accetterà un piano di rientro e questo non ci convince, perché non si può attuare un discrimine — spiega Marco De Guio, rappresentante dell’Unione inquilini — Le morosità vanno perseguite e le amministrazioni hanno tutti gli strumenti per farlo. Siamo disponibili anche noi ad aiutare il Comune in questa partita».
Poche parole, il rappresentante degli inquilini rimanda tutto a settimana prossima. «Lunedì ci sarà un incontro tra le sigle sindacali e in quella sede decideremo come muoverci». Da parte sua, l’amministrazione ribadisce l’intenzione a «sviluppare politiche abitative incisive che leghino lo sviluppo del patrimonio abitativo pubblico a condizioni di sostenibilità economica per l’intera collettività». Nessun passo indietro, quindi. «Con mille alloggi pubblici, siamo il Comune che più di ogni altro ha case comunali — sottolinea Oldrini — Il costo economico di questo patrimonio è ingente. Credo che le organizzazioni sindacali debbano tenere conto di questa realtà».
di Laura Lana
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