Sesto San Giovanni, 22 febbraio 2011 - Avanti popolo, ma a 70 chilometri all’ora: da ieri mattina infatti, sulle tangenziali del milanese è in vigore il famigerato limite antismog. Fino al 15 marzo, salvo revoche dell’ultim’ora, l’obiettivo della Provincia è far viaggiare auto e camion come lumache. «Chi va piano, va sano e va lontano», dicono da Palazzo Isimbardi, perché se ci guadagna l’ambiente, ci guadagniamo anche noi in salute. Il problema però non è tanto imporre il limite — anche se Milano Serravalle, il gestore delle tangenziali, ha dovuto contrattare una settimana con Anas, la società proprietaria, per avere l’ok — quanto farlo rispettare.
Infatti, percorrendo le tangenziali dalla Est alla Nord in un lunedì mattina di ordinario traffico, l’impressione è che nessuno si sia accorto che il numerino nei cartelli rosso cerchiati è cambiato, da 90 a 70. E se anche lo ha visto, se ne infischia. Tirando i consueti 100/110 chilometri orari in cui in media si viaggia in tangenziale. Alla faccia dell’ambiente e delle polveri sottili.
La coscienza per ora è a posto: la polizia stradale ha concesso una settimana per ambientarsi al nuovo corso. Poi, passati i primi sette giorni di cuccagna, si farà sul serio e il limite potrebbe farsi sentire più di quanto si aspettino le migliaia di automobolisti che ogni giorno percorrono le due arterie del Nord Milano. C’è da dire che togliere il piede dall’acceleratore non è così pacifico come sembra: provate voi a tuffarvi in un fiume di macchine che galoppa a una media di 100 chilometri orari mentre voi trottare ai 70, magari azzardando un’incursione nella corsia centrale. Uscita 12 della Est, Cologno Nord: che l’esperimento cominci, il piede passa dall’acceleratore al freno sul megarettilineo.
L’effetto è immediato: abbaglianti impazziti, clacson, sorpassi immediati e qualche gestaccio di congedo. È il flusso stesso che ti trascina, quelle auto inchiodate dietro che ti fanno schiacciare la tavoletta, salendo a una media di 80, comunque troppo bassa per saziarne gli appetiti di velocità. L’unica soluzione per osservare la legge quindi, è spostarsi sulla corsia di destra, dove a imbufalirsi sono i tir. Ci vogliono quattro minuti per raggiungere l’uscita Cologno sud: prima del divieto bastava la metà. E la solfa non cambia sugli 11 chilometri della Nord, dalla bretella di Sesto all’uscita di Milano-Bruzzano.
Qui attenersi alle regole è ancora più difficile, perché le corsie sono solo due e ci vuole poco per trovarsi alle spalle un codazzo di macchine e camion che suona e lampeggia. E anche in questo caso la via crucis su gomma dura il doppio: ci vogliono circa 20 minuti per avvistare il cartello che indica l’imbocco della Milano-Meda.
Sulla provinciale il limite è in vigore da settimana scorsa, quando il numero uno di Palazzo Isimbardi, Guido Podestà, ha assistito di persona all’installazione dei divieti. Ma la novità resta stampata sui cartelli, non nella testa dei pendolari che fanno su e giù dalla Brianza.
Sulla provinciale il limite è in vigore da settimana scorsa, quando il numero uno di Palazzo Isimbardi, Guido Podestà, ha assistito di persona all’installazione dei divieti. Ma la novità resta stampata sui cartelli, non nella testa dei pendolari che fanno su e giù dalla Brianza.
Anche sull’ex Statale dei Giovi bisogna viaggiare almeno a 90 all’ora per non infastidire nessuno, ma soprattutto per non rischiare un tamponamento con le auto che si immettono in carreggiata. Già in estate Palazzo Isimbardi tentò di frenare senza successo il traffico della provinciale ai 70 all’ora — in quel caso bisognava preservare il manto stradale — e non pare aver avuto migliore sorte stavolta. Affidarsi alla coscienza verde degli automobilisti, specie se stanno correndo al lavoro, non è un buon affare: meglio passare alla danza della pioggia.
di Luca Zorloni
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