mercoledì 9 novembre 2011

Giorgio Magenes Folli.


Robbiate di Mediglia 09.11.1947 - Le azioni criminali della famigerata “Volante Rossa”, organizzazione paramilitare composta da ex partigiani comunisti e operai, attiva già dal 1945, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, continuavano a colpire strutture, organizzazioni e militanti del nuovo Partito di destra, il Movimento Sociale Italiano del Segretario Giorgio Almirante, soprattutto a Milano e in altre città del nord Italia. Dall’altra parte, i neofascisti, non stavano certamente a guardare. Nel settembre del 1947, la Federazione Provinciale del Partito Comunista Italiano di Milano fu oggetto di un attentato dinamitardo. Nell’ottobre dello stesso anno ordigni esplosivi furono lanciati contro la sede comunista a Genova e una bomba esplose vicino alla sezione del Partito Socialista Italiano di Cittaducale. A Milano, in Corso Matteotti, furono lanciati manifesti con l’effigie di Benito Mussolini inneggianti al Fascismo e firmati dalla “Legione Mussolini”. All’inizio di novembre, a San Giuliano Milanese, tre operai della Breda che tornavano dalla fabbrica in bicicletta furono feriti a colpi di fucile. Scattarono le rappresaglie e, nella notte tra il 9 e il 10 novembre, fu assaltata la casa dei Fratelli Magenes Folli a Robbiano di Mediglia, una famiglia di agrari, sospettati di essere implicati nell’aggressione degli operai. La spedizione punitiva partiva da Sesto San Giovanni e ribattezzata come “La Stalingrado d’Italia”. L’obiettivo dei comunisti fu Giorgio Magenes Folli. Tesserato con il Fronte dell’Uomo Qualunque, già da tempo sospettato di reclutare elementi per le squadre d’azione neofasciste e di essere il responsabile del ferimento degli operai della Breda. Arrivati a casa Magenes, i manifestanti furono accolti a colpi di pistola. Prima di entrare nella fattoria giunsero sul posto i Carabinieri. Giorgio Magenes Folli fu arrestato e mentre saliva sulla jeep dei militari la folla inferocita caricò il giovane agrario picchiandolo selvaggiamente e poi finito a bastonate, colpi di piccone e di badile. Fu un vero e proprio linciaggio. A terra rimase solo una mostruosa poltiglia umana. Nella notte si scatenò un’altra caccia al fascista facendo scorrere altro sangue. Nei giorni seguenti furono invase e devastate le sedi milanesi de “L’Uomo Qualunque”, del “Mattino d’Italia” e del Movimento Sociale Italiano in via Santa Redegonda. Altri incidenti furono registrati in tutto il nord Italia.

Nessun commento:

Posta un commento