mercoledì 9 novembre 2011

NAPOLITANO, NUOVO GOVERNO A BREVE O IL VOTO E POI NOMINA MARIO MONTI SENATORE A VITA

NAPOLITANO, NUOVO GOVERNO A BREVE O IL VOTO E POI NOMINA MARIO MONTI SENATORE A VITA

Cosa significa la nomina a senatore a vita di Mario Monti, indicato da mesi come il più gettonato premier in pectore di un eventuale governo tecnico? Una preferenza di Giorgio Napolitano per il dopo Berlusconi, come pensano alcuni? Niente affatto, secondo il Quirinale che liquida queste letture come fantasticherie e rimanda alla motivazione ufficiale: è un riconoscimento a un uomo che "ha illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". Napolitano lo ha nominato al termine di una giornata drammatica per i titoli pubblici durante la quale ha ottenuto che fossero bruciati i tempi per varare le misure anti-crisi. Occorre fare presto, ha ammonito il capo dello Stato. L'Italia deve dare subito ai mercati segnali chiari e concreti di coesione e capacità di prendere decisioni in grado di arrestare la grave crisi di fiducia che investe i titoli del debito pubblico. Un appello drammatico lanciato di fronte ai "livelli allarmanti" toccati in giornata dal tasso dei BTP. Le dimissioni di Berlusconi, ha assicurato il capo dello Stato, sono un fatto "certo" e nei prossimi giorni apriranno la via a un nuovo governo o a elezioni anticipate "da svolgere entro i tempi più ristretti".
I nostri titoli pubblici e i nostri istituti di credito si trovano in una "stretta molto pericolosa", ha detto Napolitano, sono "prevedibili ricadute sull'economia e sull'occupazione", servono "nuovi comportamenti nelle istituzioni e da parte delle forze politiche, occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, occorre che si crei un clima di confronto più aperto e ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e alle loro possibili soluzioni. Abbiamo bisogno di decisioni presto e nei prossimi anni per esprimere una rinnovata responsabilità e coesione nazionale". Nel primo pomeriggio, "al fine di fugare ogni equivoco o incomprensione" - ma anche e soprattutto per tentare di dare una scossa ai mercati che continuavano a galoppare su record negativi - Napolitano ha fatto il punto con una schietta nota ufficiale. Per prima cosa ha definito "del tutto infondati i timori che possa determinarsi in Italia un prolungato periodo di inattività governativa e parlamentare, essendo comunque possibile in ogni momento adottare, se necessario, provvedimenti di urgenza". Inoltre "non esiste alcuna incertezza" sul fatto che Silvio Berlusconi si dimetterà formalmente "nel giro di alcuni giorni" appena approvata la legge di Stabilità "sulla base di accordi fra i presidenti delle Camere e i gruppi parlamentari". Alle dimissioni seguiranno "immediatamente e con la massima rapidità le consultazioni" formali al Quirinale. "Pertanto entro breve tempo" la crisi di governo troverà uno sbocco: potrà essere la nascita di "un nuovo governo che, con la fiducia del Parlamento, possa prendere ogni ulteriore necessaria decisione"; in alternativa, ci saranno lo scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate "da svolgere entro i tempi più ristretti".
Saranno le consultazioni, fa capire il presidente della Repubblica, a fornirmi gli elementi in base ai quali scegliere l'una o l'altra soluzione". Tre ore dopo Napolitano ha annunciato il seggio a vita per Monti. E' il primo senatore a vita che nomina da quando è al Colle, prende il posto di Francesco Cossiga, deceduto ad agosto del 2010. Con questa scelta lo ha fatto entrare in quella che viene considerata "la riserva della Repubblica", come fece con lui Carlo Azeglio Ciampi nel 2005. Monti resta il professore di economia politica, il presidente della Bocconi, l'autorevole commissario europeo dal 1994 al 2004, ma da oggi può entrare in Parlamento e dire la sua. Formalmente il nuovo status non cambia nulla per Napolitano ai fini della decisione che dovrà prendere al momento di scegliere il successore di Berlusconi. Per chi già sostiene la candidatura di Monti, e probabilmente la confermerà durante le consultazioni, può essere un titolo in più da vantare.
NAPOLITANO A PE, ITALIA SAPRA' SERRARE FILA - L'Italia "saprà serrare le fila" lo ha scritto il presidente Giorgio Napolitano nel messaggio letto dall'ambasciatore italiano per l'evento che celebra il 150/o d'Italia con una lectura Dantis di Roberto Benigni nella plenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles. "L'Italia e l'Europa hanno saputo superare passaggi drammatici della loro storia - è scritto nel messaggio di Napolitano - letto dall'ambasciatore - e nel momento in cui la sfida si rinnova sapremo serrare le fila e compiere un nuovo passo in avanti. Noi Italia unita e noi Europa unita per garantirci un degno futuro e per garantirlo alle generazioni più giovani".
CROLLANO MERCATI, SPRINT GOVERNO TECNICO, MONTI IN PISTA
Crollano i Mercati e il governo tecnico è sempre più vicino con Mario Monti ormai in pista, considerato dall'opposizione, ma anche da ampi settori del Pdl, come il 'premier in pectore'. Silvio Berlusconi apre a questa ipotesi ma deve vedersela con i 'cerchisti' della Lega che dicono no e annunciano di andare all'opposizione. Ma anche con mnocciolo duro di ministri dell'atttuale esecutivo che già si vedono messi da parte. Entro sabato la legge di stabilità sarà approvata dal Parlamento e già domenica il presidente della Repubblica potrebbe iniziare le consultazioni per verificare la possibilità di formare un nuovo esecutivo. Un timing serrato, chiesto da Giorgio Napolitano a tutte le forze politiche, per mandare un segnale rassicurante ai mercati dopo il crollo con il record dello spread tra i Btp e Bund salito a quota 575. Monti ha l'ok di Pd e Terzo Polo. L'Idv metterebbe ancora dei paletti. Il Cavaliere chiuso per tutto il giorno a palazzo Grazioli in una vertice perenne con lo stato maggiore del Pdl e poi con il resto degli alleati (l'ultima riunione è con Umberto Bossi) considera ora seriamente la possibilità di appoggiare un esecutivo guidato da un tecnico.
Un progetto però che rischia di spaccare il Pdl è che vede contraria anche buona parte della Lega Nord. Le trattative sono frenetiche nella maggioranza così come nelle opposizioni:la nota del Quirinale chiede risposte in tempi rapidi. Napolitano che in mattinata ha incontrato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e Gianni Letta per discutere le misure contenute nel maxi emendamento alla legge di stabilità (con l'ipotesi, ventilata dalle opposizioni) di trasformarlo in un dl per accelerare ancora, poi scarata) rilancia "l'allarme" per i titoli del debito pubblico italiano e decide di dare un nuovo forte messaggio ai mercati: "entro breve tempo" o "un nuovo governo che possa con la fiducia del Parlamento prendere ogni ulteriore necessaria decisione" oppure "si scioglierà il Parlamento per dare subito inizio a una campagna elettorale da svolgere entro i tempi più ristretti". Berlusconi non ha mai fatto mistero di preferire la strada delle elezioni anticipate a qualsiasi altra ipotesi, soprattutto a quella di esecutivi tecnici, ma raccontano i fedelissimi, il crollo di Piazza Affari e l'allarme lanciato dalle imprese non lo lascia indifferente, soprattutto di fronte al rischio di una campagna elettorale in un periodo difficilissimo per l'economia del Paese. Un quadro drammatico che avrebbe portato diversi ministri e big dal partito a chiedergli di appoggiare un esecutivo guidato da Mario Monti. Nel centrodestra si è fatto anche il nome di Giuliano Amato, magari in ticket con l'ex commissario europeo, per alleggerire il peso dell'ex commissario europeo in vista delle decisioni sulla formazione del nuovo governo.
Ma resterebbe una ipotesi lontana. Il Pdl è comunque a rischio spaccatura (molti,in particolare tra gli ex An, sarebbero contrari ad un esecutivo Monti) così come la Lega Nord. In attesa di capire quali decisioni prenderà il Cavaliere, l'opposizione non nasconde l'ottimismo intravedendo la possibilità che un esecutivo tecnico abbia la maggioranza: "Non c'é più tempo, domenica bisogna chiudere e avviare le consultazioni", è il timing indicato da Bersani e Casini, disponibili a fare la loro parte solo se il nuovo governo può contare su numeri solidi: "Con un governo di emergenza - mette in chiaro il leader del Pd - non intendiamo fare, però, un ribaltone o un aggiustamento con qualche transfugo altrimenti si va al voto e noi non abbiamo certo paura". Per ora chi non scioglie la riserva è Antonio di Pietro che ufficialmente continua a preferire la strada delle elezioni anticipare. Il leader dell'Idv però si riserva di prendere una decisione definitiva "solo dopo aver ascoltato il Capo dello Stato".
OPPOSIZIONE OTTIMISTA,C'E'MAGGIORANZA PER NUOVO GOVERNO
Una corsa contro il tempo per rassicurare i mercati e per far calare quanto prima il sipario sul premier Silvio Berlusconi. Nel giorno in cui lo spread schizza alle stelle, l'opposizione parte sin dal mattino a passo di carica per accelerare l'iter della legge di stabilità e per ingrossare le fila di un governo di transizione a guida Mario Monti. "Non c'é più tempo, domenica bisogna chiudere e avviare le consultazioni", è il timing indicato da Bersani e Casini, in contatto continuo per tutto il giorno tra loro e con il Colle. I tentativi di 'melina', messi in atto dalla maggioranza per prendere anche un mese di tempo sul maxiemendamento, vengono stoppati sin dal mattino dopo che alla richiesta dell'opposizione di fare presto la maggioranza nicchiava. "Non c'é tempo per i giochini, la situazione economica e dei mercati é troppo grave", bloccano i leader Pd e Udc, preoccupati che il Cavaliere possa meditare di usare il tempo che gli resta per dare il via alla campagna elettorale e portare il paese alle elezioni. L'urgenza viene espressa, sempre in mattinata, anche nel colloquio telefonico del segretario Pd con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
"C'é una maggioranza irresponsabile e inconsapevole della gravità della situazione", evidenzia Bersani che garantisce che l'opposizione non si metterà di traverso per bloccare la legge di stabilità. Come successo sul rendiconto l'opposizione potrebbe non partecipare al voto anche se in serata Bersani, letto il maxiemendamento, ipotizza il voto contrario perché se ci sono modifiche all'art.18 "non possono farci bere tutto". Più possibilista invece Casini per il quale si sceglierà tra astensionismo e non voto. Fin qui la corsa per far dimettere il prima possibile il premier Silvio Berlusconi. Ma il lavorio maggiore è per creare le condizioni di un "governo di emergenza" quanto più largo possibile visto che, secondo fonti parlamentari, il candidato più gettonato, Mario Monti, sarebbe disponibile solo in presenza di una maggioranza molto ampia. Il Terzo Polo lavora per tutta la giornata alla creazione di un nuovo gruppo di parlamentari di maggioranza pro-voto che possa sfilare al Quirinale per chiedere un esecutivo di larghe intese. "Se oggi abbiamo già una cinquantina di persone in più, da qui a lunedì ce la facciamo" fa di conto un dirigente centrista. Poi in serata Casini si mostra ottimista sul fatto che "alla fine Berlusconi rifletterà sulla responsabilità che si assumerebbe" se impedisse la possibilità di un governo che "salvi" il paese.
E un pressing è in corso anche verso il leader Idv Antonio Di Pietro che ufficialmente vede le elezioni come unico sbocco anche se la scorsa settimana, in un incontro con Bersani, aveva aperto a esecutivi di transizione. In realtà, spiegano fonti Idv, davanti ad un percorso a tempo e con obiettivi chiari l'ex pm potrebbe dare l'appoggio esterno ad un governo di transizione. "Quando andremo al Quirinale - spiega nel pomeriggio Di Pietro - ascolteremo che cosa propone il Capo dello Stato che sta svolgendo un ruolo fondamentale. Vedremo i frutti che porterà".
IMPRESE, SERVE GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE
- Per il mondo delle imprese è necessario "un governo di emergenza nazionale con una ampia base parlamentare". Lo sostengono, con una posizione comune, Confindustria, Rete Imprese Italia, Abi, Ania, Alleanza delle cooperative. Tra gli industriali, dice Emma Marcegaglia, c'é "grandissima preccupazione".
CALDEROLI, NIENTE PASTROCCHI, PAROLA A POPOLO - "La Lega non sosterrà mai, ribadisco mai un governo tecnico, di unità nazionale, di tregua, di maggioranze allargate o come diavolo lo si voglia chiamare che altro non sono che "pastrocchi" di Palazzo . Il popolo con il voto ha scelto questo governo e se questo governo cade la parola deve tornare al popolo". Lo afferma Roberto Calderoli.
ANTONIONE, ORIENTAMENTO E' FARE GRUPPO - Gli "scontenti" del Pdl intendono formare un gruppo. "L'orientamento è quello di farlo", ha detto il parlamentare Roberto Antonione, interpellato dall'ANSA. "La decisione - ha aggiunto - sarà presa entro domani e porterà alla nascita di una formazione all'interno del gruppo Misto".
"Se lo facciamo - ha continuato Antonione - è perché pensiamo sia utile. Abbiamo già dichiarato con chiarezza che è utile favorire la nascità di un nuovo governo con una maggioranza molto ampia". Antonione ha comunque evidenziato che la nascita della formazione "non è legata" alle consultazioni che il presidente della Repubblica farà dopo le dimissioni del presidente del Consiglio. Gli "scontenti" si riuniranno già stasera.
 
LUPI: VOTO O GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE - "Le strade sono due: il voto anticipato o un governo di emergenza nazionale ampiamente condiviso che non può però essere composto da transfughi o singoli ma dai partiti". Il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi del Pdl apre all'ipotesi di un "governo di emergenza nazionale" ma con condizioni precise.
PISANU: CONTRARISSIMO A VOTO ANTICIPATO - "Sono contrario, contrarissimo alle elezioni anticipate". Lo ha detto il senatore del Pdl, Beppe Pisanu, alla buvette del Senato. Prima di rispondere alla domanda di un cronista, Pisanu aveva detto a un gruppo di altri senatori: "Se ci sono elezioni anticipate, esco dal gruppo, dal Pdl, da tutto".
REGUZZONI: NO LEGA A QUALSIASI IPOTESI GOVERNO TECNICO - "La Lega Nord esclude totalmente un governo tecnico. Siamo democratici: per noi valgono i voti degli elettori e non può andare al governo chi, come Casini, non li ha avuti. Napolitano? Mi sembra che abbia escluso un governo tecnico". Lo afferma il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni.
MICCICHE', GRANDE SUD CONTRARIO A VOTO ANTICIPATO - "Andare al voto adesso significa rendere più instabile e meno credibile il nostro Paese. Di fronte agli attacchi dei mercati finanziari bisogna reagire con fermezza e realizzare immediatamente le riforme che l'Europa partendo proprio da quelle che riguardano il Sud". Lo afferma, in una nota, Gianfranco Micciché. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e leader di Grande Sud Gianfranco Micciché, sottolineando la necessità di partire nelle riforme "da quelle che riguardano il Sud", annuncia la contrarietà del movimento arancione "ad ogni ipotesi di elezioni anticipate. Una campagna elettorale frenetica e molto tesa - conclude - non aiuterebbe di certo l'Italia a riprendersi".
2011-11-09 22:12
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