Scritto da Bartolomeo Di Monaco | |
lunedì 14 novembre 2011 | |
Ovviamente è una provocazione, ma a volte ci si coglie. Non si sa mai… Ieri Piero Sansonetti intervistato da Emilio Fede non ha avuto peli sulla lingua. Ha detto che mai si sarebbe aspettato che l’Italia fosse consegnata nelle mani delle banche e che quello che sta per nascere è un governo più a destra di quello di Berlusconi. È la pura verità e spero che gli elettori, soprattutto quelli di sinistra, come lo è Sansonetti, si rendano conto di ciò che è capace di fare il Pd pur di salire al potere. Vedrete che troverà la giustificazione appropriata per ogni prelievo fiscale e i suoi giornali Repubblica e il Corriere della Sera gli faranno da grancassa. Si farà di tutto per lasciar credere che il governo Monti sia il migliore in questo momento e ad esso si faranno fare cose che sono state impedite a Silvio Berlusconi. Ogni elettore di sinistra è pregato di prendere carta e penna e registrare tutti i provvedimenti che adotterà il governo tecnico di Mario Monti e di riandare con il pensiero ai tanti no che sugli stessi ha più volte e ferocemente dichiarato il Pd. Si domandi poi per quali ragioni ora il Pd dice di sì, non solo, ma dice di sì agli stessi provvedimenti caricati, a maggior beffa, di ulteriori pesi da mettere sulle nostre spalle. Capirà così che la politica del Pd è una politica di puro potere. Per il potere, il Pd si venderebbe, se l’avesse, anche la moglie, allo stesso modo del sindaco di Casterbridge, nel noto romanzo di Thomas Hardy, il quale vendette la propria, senza battere ciglio. Tra poco, dunque, in luogo del governo politico, avremo il governo tecnico. I partiti maggiori, infatti, hanno richiesto a Monti di formare un governo composto esclusivamente di tecnici. Non poteva darsi esempio più esplicito del fallimento della politica, la quale si è di fatto dichiarata incapace di guidare la povera Italia finita in mezzo alla tempesta. Ciò significa che la politica di casa nostra è solo capace di guidare la nave quando essa si trovi in acque lisce e tranquille. Quale conclusione trarre? Che i nostri politici sono nella stragrande maggioranza delle mezze calzette e sarebbe bene che per tutta la durata del governo Monti, ad essi venisse sospeso lo stipendio. Una logica c’è. Perché, infatti, i cittadini si debbono sobbarcare il loro mantenimento quando la loro certificata incapacità (il governo Monti è proprio la certificazione della loro incompetenza) ha visto Napolitano appesantire le casse dello Stato con la nomina di Monti a senatore a vita, con un costo medio di circa 25 mila euro al mese? Poiché Napolitano si guarderà bene dall’addossarsi tale ulteriore uscita dalle casse dello Stato, da lui voluta, e l’interessato Monti si guarderà bene dal rinunciarvi (mi domando che servizio al Paese possa mai essere quello per cui si è remunerati a peso d’oro), questi soldi devono essere cacciati fuori dai nostri inetti parlamentari e non dai cittadini. Ai quali parlamentari, proprio perché ci stanno dimostrando di valere poco o nulla, una bella sospensione dello stipendio per tutta la durata del governo Monti non guasterebbe. Che ne dite? È una provocazione o potrebbe anche essere una buona idea? www.i-miei-libri.it |
lunedì 14 novembre 2011
E se lasciassimo senza stipendio i parlamentari?
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