Nei giorni scorsi ho scritto per “Style”, il mensile del Giornale diretto da Marco Lombarco, un articolo sulle conseguenze della crisi. Alla luce di quel che sta avvenendo – commissariamento dell’Italia e di molti altri Paesi europei – lo ripropongo anche sul blog.
Non chiamatela più democrazia, non in Europa perlomeno. Non conta più nulla. Ormai siamo governati da istituzioni che non hanno legittimità popolare diretta. Prendete l’Unione europea: il Parlamento continua ad essere la foglia di fico di un meccanismo decisionale talmente complesso e oscuro da non poter essere descritto in un articolo. E la Banca Centrale Europa: è indipendente dal potere politici. Più in alto ci sono il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, due organismi che dettano l’agenda al mondo, che non sono trasparenti , che nessuno può controllare, che non rispondono ad alcun autorità di controllo e i cui dirigenti non sono eletti dal popolo, ma appartengono a circoli di potere transnazionali molto influenti e opachi, come il Bilderberg, di cui la grande stampa non parla mai se non per denunciare come cospirazionista chiunque osi sollevare qualche perplessità. Il Bilderberg è il club, per intenderci, a cui appartiene Mario Monti, e di cui fanno parte Giulio Tremonti e, a quanto pare, Mario Draghi. E’ così esclusivo e riservato che i suoi membri non ne dichiarano mai l’appartenenza.
Alla guida della Grecia hanno messo l’ex vicepresidente della Bce, che nessuno ha mai eletto, ma che appartiene a quel mondo finanziario che oggi riesce a ricattare l’Europa occidentale. La realtà è che i Paesi europei non hanno più potere: non controllano più la moneta, né la politica finanziaria, né i territori, né le frontiere; persino i Parlamenti non sono più sovrani perché possono legiferare solo sugli argomenti che non sono in contrasto con le direttive europee ovvero su quasi nulla. Oggi i capi di governo hanno le mani legate da tanti lacci sovranazionali e per questo falliscono, sia che siano di destra (Berlusconi) che di sinistra (Zapatero). E alla fine i cittadini sono costretti ad obbedire a istituzioni e a personaggi calati dall’alto che hanno tutto fuorché la legittimità popolare. Che avesse ragione Orwell?
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