Cinisello Balsamo, 15 novembre 2011 - «Mi hanno detto che entro il 31 dicembre devo lasciare l’orto che coltivo con amore da 9 anni, perché per me sarebbe soltanto un hobby, e tutti i cinisellesi hanno diritto ad avere un hobby. Non capiscono che per noi quest’orto non è un divertimento ma è la vita stessa. Io coltivo terra fin da quando ero bambino. Ora ho 70 anni e non posso rinunciare proprio ora alla mia vita».
Le parole di Liborio Bognanni, cinisellese originario di Mazzarino, sono più chiare di qualsiasi comunicato per spiegare la rabbia e la frustrazione di una settantina di anziani di Cinisello che entro la fine dell’anno si troveranno a perdere il piccolo appezzamento di terra che gli venne affidato 9 anni fa dal Comuneall’interno delle aree del Grugnotorto. Da un anno esatto sono scaduti i contratti che legavano oltre un centinaio di anziani al progetto sociale «Orti urbani», voluto dal Comune per offrire un’opportunità di socializzazione e di svago alla terza età. E ora non ci sono più scuse. Gli affittuari dovranno liberare quell’orto di 50 metri quadrati — concesso al prezzo di 50 euro l’anno —, per fare spazio alla folta schiera di aspiranti ortisti che da tempo bussa al Comune per poter avere una chance.
«Mi hanno concesso quest’orto quando sono andato in pensione a 57 anni — insiste Pietro Nasti —. Ora che ne ho quasi 70 me lo vogliono togliere. Cosa devo fare? Devo finire in un bar senza uno scopo? Meno male che ci avevano detto che gli orti erano un progetto sociale». Un’opportunità sociale che negli anni è diventata anche unrifugio dalla crisi: «Non potreste nemmeno immaginare quanta verdura e frotta si riesce a produrre — spiega Alfonso Pratillo —. Per chi ha pensioni minime questo orto rappresenta la salvezza senza il quale non riuscirebbe più a vivere».
La rabbiaA degli ortisti monta nei confronti dell’amministrazione comunale colpevole di non aver mai realizzato esperienze simili in altre aree della città. «È una trattativa difficile, perché noi rivendichiamo la possibilità di proseguire un percorso che ha realmente salvato dalla sedentarietà decine di persone — spiega Cilio Fortuna, che sta coordinando la contestazione —. Sul fronte opposto il Comune non ci dà alcuna via d’uscita. Ci era stato anche proposto di costituirci in associazione per autogestire un gruppo di orti. Lo abbiamo fatto, ma il Comune non ci ha mai dato risposta».
Dal canto suo, l’amministrazione comunale rivendica il rispetto di un contratto firmato 9 anni fa che prevedeva una scadenza improrogabile. «Abbiamo da poco varato un nuovo regolamento che consentirà a tutti questi ortisti di entrare in graduatoria — spiega l’assessore all’Ambiente Lorena Marrone che ribadisce il diritto di tutti i cittadini ad avere un orto —. Ma la condizione essenziale è che tutti lascino quello che hanno».
di Rosario Palazzolo
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