Tancabesti 30.11.1938 - Nacque il 13 settembre del 1889 a Iasi, piccola città della Moldavia settentrionale romena, immensa in una natura aspra e severa, da padre di origine rutena e da madre di etnia tedesca. Cornelius Zelinski, poi con il nome di battaglia, Corneliu Zelea Codreanu, all’età di undici anni entrò in una scuola militare dove ricevette un’educazione rigida e severamente religiosa. Maturò fin dall’adolescenza grande interesse per la causa nazionale. Esagerato senso dell’onore, rispetto per la gerarchia, amore per la disciplina, nazionalismo esasperato e misticismo religioso. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, anche la Romania fu scossa dalle lotte politiche tra nazionalisti di destra e comunisti. Corneliu Zelea Codreanu tentò di arruolarsi, pur non avendo ancora l’età consentita, aumentando a dismisura i sentimenti nazionalisti ai quali si aggiunsero, dopo la rivoluzione bolscevica, l’avversione all’Unione Sovietica e le comunità ebraiche della Moldavia. Si iscrisse all’Università presso la Facoltà di Giurisprudenza iniziando la carriera politica, che in quel periodo significava soprattutto scontri di piazza e azioni dimostrative. Frequentò prima, Alexandru Cuza, leader nazionalista, poi, fondò la “Guardia della Coscienza Nazionale”. Dopo alcuni studi effettuati come studente presso l’Università di Berlino e di Jena, ritornò in patria nel 1922, fondando con l’amico Cuza, la “Lega per la Difesa Cristiano – Nazionale”. Un’organizzazione molto più battagliera rispetto alla prima, basata soprattutto sulla lotta violenta contro il comunismo e gli ebrei, visti come i capi della sinistra in Romania. Infatti quando il Re, Ferdinando I, il 28 marzo del 1923, modificò la Costituzione consentendo agli ebrei di ottenere la cittadinanza romena, Corneliu Zelea Codreanu, progettò l’assassinio del politico Bratianu, fallito, poi, per un tradimento interno al gruppo. Nell’ottobre del 1923 fu arrestato e rinchiuso nel carcere di Bucarest. In quel periodo sviluppò l’idea di creare la “Legione dell’Arcargelo Michele”, organizzazione paramilitare, e autoproclamandosi “Capitano” sostenendo di aver avuto una visione mistica dell’Arcangelo Michele e la convinzione della rinascita della Romania solo dopo la scomparsa degli ebrei dal paese. Al termine del periodo di reclusione, riprese intensamente l’attività politica, accettando la candidatura nella città di Focsani, senza però ottenere risultati eclatanti. Corneliu Zelea Codreanu decise di dare una drastica reimpostazione all’azione di propaganda muovendosi per le zone rurali più profonde del paese, facendo leva sui principi del cristianesimo ortodosso e sui sentimenti nazionalisti di molti contadini. Con la morte del Re Ferdinando I, il debole governo di reggenza, la denuncia della corruzione diffusa tra i politici, e soprattutto la salita al trono dell’inetto Re Carol II, nel 1930, la popolarità di Corneliu Zelea Codreanu crebbe ulteriormente tanto da diventare un eroe popolare. Al contrario, i gruppi di potere, lo guardavano con ostilità e sospetto sempre maggiore. Il 20 giugno del 1930 nacque il braccio armato della legione ossia la “Guardia di Ferro”. L’obiettivo era quello di contrastare il bolscevismo che mirava i confini dello Stato, e il capitalismo degli ebrei che controllavano la vita economica e politica del paese. Corneliu Zelea Codreanu sosteneva che bolscevismo e capitalismo erano due facce della stessa medaglia e che la rivoluzione spirituale era ancora più importante e necessaria di quella sociale per la creazione di un uomo nuovo in grado di edificare una grande Romania libera e sovrana. I legionari si impegnarono per migliorare le condizioni di vita dei contadini e degli operai, costruendo dighe, avviando raccolte di fondi, iniziando battaglie pacifiche ma anche violente. Il primo giugno del 1931 il movimento del Capitano Codreanu partecipò per la prima volta alle elezioni politiche raccogliendo soltanto poco più di quarantatremila voti e non riuscendo ad eleggere nessun deputato al Parlamento. Alle elezioni parziali, nel distretto di Neamt, invece, riuscì a farsi eleggere deputato. Nel marzo del 1932 il governo di Carol II sciolse la Guardia di Ferro, ma Corneliu Zelea Codreanu e i suoi legionari si presentarono alle elezione dell’estate dello stesso anno cogliendo il primo significativo successo elettorale e riuscendo a portare in Parlamento cinque deputati. Nonostante l’entrata in Parlamento, il Capitano Codreanu non modificò gli atteggiamenti politici della Guardia di Ferro che continuarono azioni di violenza contro gli oppositori. Il Re Carol II comprese che il movimento di Corneliu Zelea Codreanu poteva rappresentare una pericolosa alternativa al suo potere. Il 10 dicembre del 1933 il governo del Primo Ministro Duca, grazie ad una nuova Costituzione, sciolse per la seconda volta l’organizzazione paramilitare, arrestando e perseguitando miglia di legionari in tutta la Romania e costringendo Corneliu Zelea Codreanu ad agire in clandestinità. In quel periodo, il Capitano Codreanu comprese la necessità di affiancare alle Guardie di Ferro, un partito nazionalista legalizzato in grado di presentarsi alle elezioni. Tra il 1934 e il 1937 Corneliu Zelea Codreanu, impressionato dalla crescita di nuovi aderenti e dalla presa di potere della Germania nazista, tentò di accelerare la trasformazione del movimento. Il primo passo fu la creazione del partito denominato “Tutto per la Patria” dove la presidenza venne affidata all’ex Generale Gheorghe Cantacuzino. Il processo di legalizzazione si sviluppò con un maggior collegamento con il fascismo italiano e il nazismo tedesco. I fondi provenienti dall’Italia e dalla Germania, furono la carte vincente per l’elezioni che si tennero il 20 dicembre del 1937. Infatti il partito di Corneliu Zelea Codreanu ottenne il sedici per cento dei consensi e sessantasei seggi al Parlamento. Il governo fu costituito tra il partito “Nazional Cristiano”, dell’amico Alexandru Cuza, e il partito “Nazionale Contadino” di Octavian Goga. Il nuovo governo operò, in politica estera, un riavvicinamento alla Germania e all’Italia, varando una politica antisemita togliendo la nazionalità romena a quasi duecentomila ebrei. Ma il governo Goga rimase in carica per soli quarantaquattro giorni, presentando le dimissione il 10 febbraio del 1938 al Re Carol II che incaricò di formare il nuovo governo al Patriarca Miron Cristea. Dopo due giorni, con un colpo di stato, il Re Carol II istituì una dittatura reale annullando la Costituzione, sopprimendo i partiti e creando un partito unico il “Fronte della Rinascita Nazionale”. L’obiettivo era di avvicinarsi alla Francia e alla Gran Bretagna temendo che l’Ungheria, entrata nell’orbita delle potenze fasciste, poteva chiedere ed ottenere la Transilvania. Il 17 aprile del 1938, Corneliu Zelea Codreanu fu arrestato e dopo un processo sommario, condannato ad un lunghissimo periodo di detenzione con l’accusa di aver tradito la Patria in favore di potenze straniere. La repressione del movimento trovò il suo apice nel novembre dello stesso anno, quando Corneliu Zelea Codreanu, insieme ad altri tredici legionari, furono trasferiti in un nuovo penitenziario e durante il tragitto furono strangolati contemporaneamente da altrettante guardie carcerarie. I corpi furono sfigurati con sostanze acide e poi occultati in una fossa comune in aperta campagna. La versione ufficiale, diramata dalle forze governative, fu di tentata fuga collettiva messa in atto durante il trasferimento, ma le ricostruzioni successive e varie testimonianza, tra cui alcuni secondini, fu di strage premeditata. Intanto la guida della Guardia di Ferro fu affidata al nuovo leader Horia Sima, un uomo certamente poco carismatico rispetto al Capitano Codreanu, ma capace di governare brevemente il paese insieme al Generale Antonescu dal 6 settembre del 1940 al 23 gennaio del 1941. In quel periodo, Horia Sima, non fu in grado di trasformare il movimento in un partito di governo. Lo stesso Generale Antonescu, stanco ormai delle violenze interne al paese causate dalla Guardia di Ferro, decise di sciogliere e sgominare definitivamente il movimento. Molti rappresentati furono costretti a fuggire in esilio e dopo la caduta del regime di Ceausescu, fu proibita la ricostituzione dalla Costituzione romena.
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